Nell’estate del 2015 il Club per l’Unesco di Gela organizzò un evento sui beni culturali della Sicilia e sulla gestione del suo immenso patrimonio archeologico, invitando come relatore il Prof. Sebastiano Tusa (foto a destra) a quel tempo Soprintendente del Mare.
Il Professore accolse volentieri l’invito di tornare a Gela (vi era stato con i suoi collaboratori qualche mese prima per delle ricerche subacquee). Il pomeriggio del giorno dell’evento, incontrai il Professore Tusa al lungomare di Gela, dove ci eravamo dati appuntamento per lasciare i suoi bagagli all’Hotel Sole. Ricordo i suoi modi semplici, cordiali e diretti ed in quell’occasione, con vena romantica, mi confidò che quando ne aveva la possibilità, nel corso dei suoi giri di lavoro per la Sicilia, si fermava a Gela anche per poco tempo o semplicemente passava per il Lungomare, perché Gela gli ricordava i tempi di quando lui da bambino con i calzoncini corti, preso per mano da suo papà, illustre archeologo di fama internazionale, lo seguiva nel corso dei vari lavori di scavo nel territorio di Gela.
In quell’occasione, da relatore, sottolineò la necessità che in Sicilia la gestione dei beni culturali non poteva consistere nella sola tutela ma era necessario avviare politiche di valorizzazione a fini turistici ed auspicava l’impegno della politica regionale per attuare la legge n. 20/2000 da molto tempo ferma ai paletti di partenza ma che avrebbe dato alla Sicilia la possibilità, tra l’altro, di istituire i rimanenti Parchi archeologici dopo quelli di Agrigento, Selinunte e Naxos-Taormina.
In effetti, la legge regionale n.20/2000, di per sé innovativa, anticipava di 18 anni la legge nazionale del Ministro Franceschini nel prevedere l’autonomia scientifica e di ricerca, organizzativa, amministrativa e finanziaria degli enti Parco Archeologici e la direzione dei Parchi da parte di soggetti di elevata e qualificata professionalità. Di lì a poco, il Governo regionale chiamava il Prof. Tusa a fare parte della Giunta come assessore ai BB.CC. e dell’identità Siciliana e subito si manifestavano gli effetti dell’agire competente di un tecnico, libero da appartenenze politiche. Veniva istituito il Parco di Segesta ed avviate le procedure per l’istituzione dei rimanenti Parchi Archeologici tra cui quello di Gela ed i decreti istitutivi venivano emanati l’11 aprile 2019, dopo appena un mese dal tragico incidente in Etiopia in cui ha perso la vita l’assessore Tusa.
Dopo 18 anni dal 2000, ai Parchi di Agrigento, Selinunte, Naxos-Taormina si sono così aggiunti altri Parchi regionali, tra cui quello di Gela, completando il cosiddetto sistema dei parchi regionali al fine di uniformare su tutto il territorio regionale l’azione politica di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale ed attenzione anche siti dipendenti dai Parchi, come quello di Gela, spesso a torto considerati minori, ma che sia dal punto di vista storico-archeologico che per il territorio su cui insistono, rivestono un ruolo importante e determinante per lo sviluppo socio-economico di zone ingiustamente finora poco valorizzate.
E’ di qualche giorno la notizia che la Regione ha avviato le procedure per l’istituzione dei Comitati tecnico scientifici dei Parchi Archeologici previsti dal titolo II della L.R.n.20 del 2000. In effetti, si tratta dell’istituzione dei Consigli dei Parchi, che sono stati previsti da una modifica ed integrazione alla legge regionale 20/2000 con l’approvazione della delibera della Giunta regionale n.413 del 30 ottobre 2018, su proposta dell’Assessore Tusa. La differenza non è di poco conto in quanto Presidente del Consiglio del Parco potrà essere un dirigente regionale con esperienza di gestione di istituzioni culturali e di governo di organi collegiali di amministrazione, nonché comprovata qualificazione professionale in materia di tutela, salvaguardia, valorizzazione dei BB.CC. Il Consiglio del Parco Archeologico, tra l’altro, avrà compiti di programmazione ed attuazione delle attività di ricerca archeologica, interventi di restauro, manutenzione e conservazione del Patrimonio Archeologico e Paesaggistico ed interventi di valorizzazione.
L’attuazione del sistema regionale dei Parchi Archeologici, benché prevista nel 2000, è stata fortemente voluta da Sebastiano Tusa, convinto che il rilevante patrimonio culturale della Sicilia poteva essere un grande attrattore turistico a condizione che, senza perdere altro tempo, fosse introdotto un radicale cambiamento alla funzione della tutela dei beni culturali, transitando dal sistema vincolistico a quello della tutela e valorizzazione dei Beni culturali e considerare i Parchi Archeologici come strumenti di sviluppo economico sostenibile dei territori.
La piena attuazione della legge regionale 20/2000, ormai in dirittura di arrivo, consentirà anche di utilizzare le somme introitate dai biglietti d’ingresso per pagare i salari accessori al personale di custodia, mettendo così fine all’annosa questione delle aperture straordinarie dei siti archeologici di frequente costretti d’estate a rimanere chiusi ai visitatori. Altra importante innovazione riguarda la possibilità dal 2018 di accantonare ad apposito fondo regionale il 5% degli introiti di tutti i Parchi regionali per finanziarie le spese di funzionamento, fruizione e valorizzazione di quei Parchi regionali che non hanno sufficiente dotazione economica per il raggiungimento delle finalità istituzionali.
Alla luce di tale ultima norma, i neonati parchi Archeologici, come quello di Gela, avranno la possibilità, ad esempio, di finanziare le spese di manutenzione e pulizia con parte degli introiti dei parchi di Agrigento, Selinunte, Naxos-Taormina che da tempo hanno autonomia economico finanziaria e comunque hanno maggiori introiti. Una innovazione questa che dovrebbe porre fine al degrado nel quale sono costretti i siti archeologici cosiddetti “minori” causato dalle limitate risorse regionali e dalla autonomia gestionale che i siti come quello di Gela non hanno fino ad ora avuto.
Purtroppo la guida dell’Assessorato ai BB.CC. da parte del prof. Sebastiano Tusa è stata come la vita di una meteora ma è servita quantomeno a rimuovere le incrostazioni della vecchia mentalità che da lungo tempo blocca l’Assessorato regionale che, non dimentichiamolo, in Sicilia, ha competenze quasi esclusive in materia di Beni culturali. Il vero cambiamento viene dal cambio di mentalità a prescindere dagli strumenti utilizzati per raggiungere gli obiettivi ed il sistema regionale è uno strumento. A volte viene il dubbio che anche a perdere l’autonomia siciliana e lo Statuto speciale, non è poi così scontato che ci ritroveremmo politici migliori.
Giuseppe Nicoletti (Presidente Club per l’Unesco di Gela)