Da alcuni mesi, in modo particolare dalle settimane che sono seguite alla dichiarazione del Governo dello stato di emergenza sanitaria, il presidio Ospedaliero di Gela è sotto osservazione e le criticità da parte dei cittadini sono aumentate tanto da potersi definire sofferenze.
La politica, partendo dall'organo consiliare per le proprie competenze, deve intervenire per contribuire a focalizzare i problemi e risolverli prima che sia troppo tardi, cioè, prima di morire o vedere peggiorare le proprie condizioni di salute in attesa di un controllo che, spesso, viene fissato ad una data troppo lontana rispetto alla reale esigenza (giusto per fare un esempio, coloro che hanno bisogno di un approfondimento diagnostico oggi - ossia ottobre 2020 - sono destinati a sottoporsi all'esame nel luglio 2021).
Le liste di attesa descrivono lo stato della sanità pubblica che ha bisogno di uomini, cioè assunzioni, potenziamento dell'organico, attività formativa continua, nuova programmazione dei reparti e quindi meno confusione.
Dal Pronto Soccorso all'Urologia, dall'Utic alla Medicina, dalla Pediatria all'Ostetricia, da Ortopedia al reparto dedicato alle indagini endoscopiche. Non esiste un reparto nel quale vi è il rispetto della pianta organica, questo è uno dei problemi che genera le lunghe e rischiose liste di attesa, rischiose perché di salute si vive, con gli esami preventivi ci si salva, con i ritardi si muore.
Ed in ultimo, ma non per ultimo, alla luce dell’allarmante e repentino innalzamento nella nostra città dei casi di positività al virus Covid19, capire come si sta muovendo il nostro nosocomio considerato che, allo stato, non esiste un reparto Covid da dedicare, quantomeno, a chi, per qualunque motivo, necessita di sottoporsi al tampone o presenta sintomi da contagio.
Chiedo, dunque, una riunione specifica al Sindaco per approntare insieme a chi dirige il presidio Ospedaliero Vittorio Emanuele una analisi reparto per reparto così da vederci chiaro, senza giri di parole, senza alcuna polemica.
Stabilire un metodo è la prima azione per avere un approccio sistemico per individuare responsabilità e agire. Mi pare chiaro che nessuno di noi ha responsabilità dirette nella sanità pubblica perché nessuno di noi ha ruoli gestionali, in compenso abbiamo una responsabilità etica più importante, servire chi ci ha eletti, i cittadini.
Paola Giudice - Consigliere comunale Indipendente di Sinistra