Cinema. Anon, l'apparenza inganna

Cinema. Anon, l'apparenza inganna

Si può rimanere anonimi, ma è molto difficile.


Anon ci riesce, con abilità straordinaria, nonostante un pianeta perennemente connesso nell’etere. In una società tanto esposta, oscurare la propria identità è una scelta precisa, quasi una missione.
Il mondo di Anon, hacker professionista, è grigio e digitale, quello di Sal, ispettore capo, triste e senza prospettive. I server ne sono le vie, non v’è curva da esplorare, strada che non si conosca, volto che non sia identificato.

Tutti sono schedati nell’immensa rete internet che è essa stessa realtà vivida, finestra sul mondo, anzi porta d’ingresso. L’occhio umano scannerizza il volto d’uno sconosciuto, ne rivela status, professione, impensabili segreti. L’ignoto cessa d’esistere, lascia spazio al conosciuto, ch’è dunque rassicurante, meno temibile, forse. Il crimine si reinventa, nel poco spazio di manovra, in elusione del web. Le tracce eteree sono come impronte da cancellare.

Sal è in costante collegamento: la rete permette di rintracciare gli illeciti, azzera l’ingegno investigativo. Sal è connesso eppure chiuso nella sua solitudine, nel ricordo d’una giornata di sole e di due occhi blu, quelli di un bambino, il suo. Sono gli occhi dell’amore e dell’innocenza, ti raccontano d’un mondo fatto di cielo e di aquiloni, di sabbia dentro cui affondare le dita, di mani da tenere strette, emozioni da scoprire. Soprattutto, emozioni da vivere. Le stesse di cui, probabilmente, ha un disperato bisogno Anon, che nel digitale si smaterializza, fino a scomparire.

Rifiutare la condivisione di sé e dei propri dati diventa atto di ribellione per chi, come Anon, vorrebbe dimenticare ed esser dimenticata: un server sconosciuto è pericoloso per la resa del “sistema”, è scheggia impazzita, mina vagante da fermare.


È così che l’ispettore capo s’avventura alla ricerca dell’ignoto: una donna senza volto digitale, senza nome né storia, rivela l’ipocrisia dello sharing a tutti i costi, l’ingannevole pubblicità della rete, la fragilità dell’essere umano, l’oscurità della mente. Nel tentativo di risolvere l’intricato caso di furti d’identità ed omicidi, Sal perde, per un momento, il dominio di sé, sino a confondere la realtà digitale con quella empirica, per scoprire a sue spese che, persino nell’era di internet, l’apparenza inganna.

La SCHEDA. Regia di Andrew Niccol, Con Clive Owen, Amanda Seyfried, Colm Feore, Sonya Walger, Mark O'Brien. Germania, 2018; Genere: thriller/fantascienza; durata: 100’.