Poche parole per salvare una vita

Poche parole per salvare una vita

In un'epoca in cui la sicurezza degli studenti è una priorità assoluta il Kiwanis Club di Gela ha organizzato un incontro dedicato al Primo soccorso nelle scuole.

L’evento, che ha visto la partecipazione di esperti del settore e insegnanti, si è tenuto lunedì 17 febbraio presso il plesso Luigi Capuana e ha avuto l’obiettivo principale di sensibilizzare la comunità scolastica sull'importanza del primo intervento in caso di situazioni di emergenza. 

«Le denunce di infortuni in ambito scolastico sono in aumento». Questo quanto sottolineato dal dott. Alfonso Cirrone Cipolla, direttore sanitario dell’Ospedale Vittorio Emanuele, che era presente all’evento. Lussazioni, distorsioni, fratture sono le lesioni prevalenti negli spazi scolastici. 

Ha aperto l’evento la pediatra Rita Domicoli, presidente del Kiwanis Gela, che ha ribadito l’impegno del Club service per ottenere all’Ospedale Vittorio Emanuele la Continuità assistenziale pediatrica, che copre giorni e orari di chiusura dei regolari studi medici.

«La carenza di medici e personale sanitario al Vittorio Emanuele – ha detto il dott. Cirrone Cipolla- è dovuta ad una difficoltà a reperire personale specializzato a causa del numero chiuso che per anni ha caratterizzato la facoltà di Medicina in Italia». 

Dopo i saluti da parte del dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo San Francesco-Capuana, Maria Lina La China, uno dei momenti più attesi è stato l’intervento del dott. Salvatore Damante, direttore dell’U.O.C. di Anestesia e Rianimazione, che ha illustrato le tecniche di base del primo soccorso, come la rianimazione cardiopolmonare, procedura di emergenza che si attua in una persona che si trova in arresto cardiaco o arresto respiratorio. 

«L’Rcp – ha sottolineato il dott. Damante – è una manovra di primo soccorso che, se impiegata correttamente e precocemente, può salvare la vita in caso di arresto cardiaco. Essa consente di ritardare la morte biologica del soggetto, in attesa del soccorso avanzato».

La cronaca degli ultimi mesi ci ha insegnato che una ambulanza in ritardo sul posto dell’emergenza talvolta può essere fatale. Gli operatori di turno al Pronto Soccorso spesso non sono in grado di garantire un immediato intervento dei veicoli del 118 e l’utilizzo di una ambulanza medicalizzata.

«L’intervento del 118 – ha detto il dott. Cirrone Cipolla – non dipende dall’ospedale cittadino, ma dalla Centrale Operativa che, ricevuta la chiamata, invia personale specializzato e mezzi di soccorso adeguati alle specifiche situazioni di bisogno». 

Sono tanti i giovani in città che negli ultimi mesi sono morti per arresto cardiaco. La postazione delle ambulanze in città è nei pressi del Tribunale e raggiungere alcuni quartieri della città in pochi minuti è impossibile, anche a causa del traffico cittadino. 

«Dopo 4 minuti – ha detto Damante- iniziano i danni cerebrali, dopo 10 minuti le lesioni diventano irreversibili e quindi la morte cerebrale Il massaggio cardiaco – ha aggiunto – è fondamentale per garantire la funzione meccanica del cuore fino all’arrivo dei soccorsi o del defibrillatore».

Anche la manovra di Heilmilich  può salvare la vita in pochi secondi.

«Può accadere – ha affermato Damante – che un boccone vada di traverso per distrazione, perché si sta parlando mentre si mangia, perché il boccone è troppo grosso, perché respiriamo mentre lo ingoiamo. Ai bambini può capitare perché corrono con il boccone in bocca oppure, nei piccoli, perché si mettono in bocca oggetti estranei».

Presente anche il dott. Pietro Di Billo, specialista in Medicina legale, che si è soffermato sul sottile limite tra omissione di soccorso e somministrazione di farmaci da parte dei docenti in caso di incidente di un alunno.

I medici presenti hanno ribadito l’importanza di investire sui corsi di primo soccorso, non solo a scuola, per formare cittadini consapevoli e responsabili.