La breve monografia intitolata semplicemente Ayn Rand di Stefano Magni (IBL Libri, Torino 2022) era fino a pochi giorni fa l’unico testo italiano che introducesse con taglio divulgativo al pensiero e all’opera narrativa della controversa filosofa e scrittrice americana di origine russa Ayn Rand (1905-1982).
Ora, finalmente, esce il primo ampio studio italiano di respiro accademico sulla pensatrice, a riprova di un ritorno di interesse – nell’attuale ‘spirito del tempo’ egemonizzato dal neoliberismo e dall’ideologia neocon – nei confronti delle sue idee. Ayn Rand e l’Oggettivismo di Carla Lanza-Salamone è una ricognizione completa del pensiero randiano e della sua reputazione presso la comunità filosofica internazionale, articolata in sette capitoli: I. Introduzione: Ayn Rand, una voce controversa; II. Le radici dell’Oggettivismo; III. Romanzi come manifesto filosofico; IV. Filosofia in azione: i saggi di Ayn Rand; V. Critiche e contrapposizioni; VI. Fortuna critica e impatto culturale; VII. Conclusione: Il bilancio di Ayn Rand nella filosofia contemporanea.
Ayn Rand ha prodotto un corpus di opere che spazia dalla narrativa alla saggistica, sempre orientato a promuovere la sua peculiare filosofia, da lei stessa chiamata Oggettivismo. Le sue opere principali possono essere suddivise in due categorie fondamentali: i romanzi, che incarnano la sua filosofia in storie e personaggi, e i saggi, in cui la filosofa formalizza le idee centrali del suo pensiero. Ecco le opere più rilevanti analizzate nel dettaglio da Lanza-Salamone.
1. Noi vivi (1936). Primo romanzo pubblicato da Ayn Rand, ambientato nella Russia post-rivoluzionaria degli anni ’20, l’opera esplora le conseguenze oppressive del totalitarismo comunista e mette in scena il conflitto tra l’individuo e lo Stato.
La protagonista, Kira Argounova, è una giovane donna che aspira a diventare ingegnere, ma si scontra con le restrizioni del regime sovietico, che reprime sia le libertà personali che le ambizioni individuali. Kira vive una storia d’amore intensa con Leo Kovalensky, un uomo perseguitato per il suo passato borghese, e forma un legame complicato con Andrei Taganov, un fervente comunista che si innamora di lei nonostante le differenze ideologiche. Attraverso Kira e gli altri personaggi, Rand denuncia la crudeltà del regime, mostrando come l’oppressione politica distrugga l’essenza dell’individuo e le sue aspirazioni. Il romanzo non è solo un’accusa al comunismo, ma anche una dichiarazione del valore assoluto della vita individuale e della libertà
2. La fonte meravigliosa (1943). In questo romanzo, Rand esplora l’ideale dell’individuo creativo e indipendente incarnato nel personaggio di Howard Roark, un giovane architetto che rifiuta di conformarsi agli standard artistici e morali della società. La storia segue Roark nella sua lotta per rimanere fedele ai propri valori e al proprio ideale architettonico, sfidando il conformismo e le pressioni esterne.
La fonte meravigliosa è un elogio dell’integrità individuale e dell’importanza di perseguire la propria visione contro il collettivismo, anticipando alcuni temi etici e politici che Rand svilupperà in seguito. L’opera ha avuto un successo duraturo ed è considerata una delle più efficaci rappresentazioni narrative del pensiero randiano.
3. La rivolta di Atlante (1957). Considerato il capolavoro di Rand e il testo fondamentale dell’Oggettivismo, questa vasta opera in tre volumi (Il tema; L’uomo che apparteneva alla terra; L’Atlantide) racconta la storia di una società in decadenza, in cui i produttori, gli innovatori e gli imprenditori scelgono di ritirarsi e lasciare il mondo al suo destino. Al centro della trama si trova John Galt, che rappresenta l’incarnazione dell’ideale di “egoismo razionale” di Rand.
Attraverso una narrazione epica e simbolica, Rand critica l’altruismo e il collettivismo, sostenendo invece che il capitalismo e l’individualismo siano i fondamenti di una società prospera e libera. Il torrenziale “Discorso di Galt”, che occupa quasi per intero il capitolo 7 del terzo volume (da p. 339 a p. 406 nell’edizione italiana Corbaccio 2007, 5ª ed. 2022), enuncia in modo dettagliato i principi filosofici dell’Oggettivismo e difende una peculiare versione del superomismo nicciano.
4. La virtù dell’egoismo (1964). In questo saggio, Rand offre una difesa dell’egoismo come principio morale. Contrariamente all’interpretazione comune del termine, Rand definisce l’egoismo come la razionalità di perseguire il proprio interesse in modo indipendente e responsabile, senza sacrificarsi per gli altri né chiedere agli altri di sacrificarsi per sé. La raccolta di saggi sviluppa l’etica dell’“egoismo razionale” e attacca l’altruismo, considerato un male per l’individuo e per la società. La virtù dell’egoismo rappresenta un compendio delle convinzioni etiche di Rand, la quale sostiene che il benessere personale e la realizzazione individuale siano le vere virtù morali.
5. Capitalismo: l’ideale sconosciuto (1966). In questo testo, Rand difende il capitalismo laissez-faire come l’unico sistema politico ed economico che rispetta i diritti individuali e la libertà umana. Sostenendo che il capitalismo puro non sia mai stato realmente applicato, Rand critica gli interventi statali nell’economia e il welfare, sostenendo che solo il libero mercato può assicurare prosperità e giustizia. La posizione di Rand sul capitalismo è presentata come una naturale estensione dei suoi principi metafisici ed etici.
6. The Romantic Manifesto (1969). In questa raccolta di saggi, Rand esplora il ruolo dell’arte e della letteratura, proponendo una concezione estetica in cui l’arte deve essere in grado di rappresentare gli ideali e i valori dell’individuo. Critica i movimenti artistici moderni e difende il Romanticismo come espressione della libera volontà umana, rifiutando ogni forma di determinismo e nichilismo in arte. Rand ritiene che l’arte debba elevare e ispirare l’individuo, opponendosi alle rappresentazioni pessimistiche e deformanti della condizione umana.
7. Philosophy: Who Needs It (1982). Pubblicato postumo, questo libro raccoglie saggi e discorsi che Rand ha tenuto nel corso della sua vita, nei quali sostiene che la filosofia è essenziale per orientarsi nella vita. Rand critica l’abbandono della filosofia da parte della cultura moderna e invita ogni individuo a prendere seriamente in considerazione le proprie convinzioni filosofiche, in quanto influenzano direttamente le scelte e le azioni quotidiane. Philosophy: Who Needs It è una sorta di introduzione all’importanza della filosofia e all’influenza che essa esercita sul pensiero e sull’azione umana.
L’Oggettivismo di Ayn Rand, spiega Lanza-Salamone, ha avuto un’influenza significativa, benché controversa, su vari settori, dalla filosofia politica all’economia. La sua diffusione è cresciuta tra il pubblico generale e all’interno di alcuni ambienti intellettuali, in particolare negli Stati Uniti, ma la sua accettazione presso la comunità filosofica accademica resta limitata.
Più in dettaglio, l’Oggettivismo si articola attorno a quattro pilastri:
– Metafisica realista: Rand sostiene l’esistenza di una realtà oggettiva indipendente dalla percezione umana, una posizione che si contrappone alle correnti idealiste e relativiste.
– Epistemologia razionalista: la ragione è l’unico strumento di conoscenza affidabile, e vanno rigettati sia il soggettivismo che il misticismo (la considerazione dell’uomo esclusivamente come animal rationale testimonia l’influenza esercitata su Ayn Rand da Aristotele, da lei esplicitamente ammessa).
– Etica dell’egoismo razionale: l’interesse personale è la massima virtù, per cui il culto dell’altruismo in senso tradizionale, soprattutto cristiano, va superato.
– Capitalismo laissez-faire: In campo politico ed economico, l’oggettivismo difende il capitalismo puro come unico sistema compatibile con la libertà e i diritti individuali.
Rand ha descritto questi principi in maniera accessibile ed esauriente nei suoi romanzi. Tuttavia, l’assenza di una rigorosa metodologia filosofica nei suoi scritti è un punto di critica tra i filosofi professionisti. Lanza-Salamone mostra come Ayn Rand e il suo Oggettivismo rappresentino un caso particolare nella filosofia contemporanea.
Mentre l’impatto popolare delle sue idee è innegabile e continua a ispirare alcuni settori del pensiero politico e culturale (si pensi da un lato alle trasposizioni cinematografiche di Noi vivi, 1942, regia di Goffredo Alessandrini, e de La fonte meravigliosa, 1949, regia di King Vidor, e dall’altro alla domanda “Who is John Galt?”, che costituisce l’incipit de La rivolta di Atlante e che compare ancora oggi in varie manifestazioni di piazza americane e non solo), la sua filosofia è generalmente considerata limitata da un’impostazione semplicistica e non sistematica.
Filosofi prestigiosi come Rothbard, Nozick e Singer hanno mosso critiche più o meno dirette alla sua concezione etica e politica, e solo negli ultimi decenni, attraverso studiosi come Tara Smith e Chris Matthew Sciabarra, si è cercato di avvicinarsi all’Oggettivismo con un approccio accademico più rigoroso. La reputazione dell’Oggettivismo rimane dunque ambivalente: da un lato, un’influenza popolare persistente; dall’altro, una limitata legittimazione nella comunità filosofica accademica internazionale.