La congiuntivite è un'infiammazione della sottile membrana mucosa e trasparente che tappezza la superficie anteriore dell'occhio (ad eccezione delle cornea) e la zona palpebrale interna.
Ma è diventata la metafora di una “malattia” nell’uso corretto della lingua italiana; una malattia endemica che non si riesce a guarire. Anzi con il tempo sono sempre di più gli utilizzatori della lingua italiana che ne manifestano i sintomi.
I congiuntivi vengono invertiti con il condizionale o surrogati dall’indicativo. E’ accaduto ciò che hanno subito leggi, regolamenti, norme sparite senza che abbiano subito una cancellazione formale da parte delle istituzioni deputate.Si convive con la malattia e nessuno se ne lamenta Si preferisce ignorare il congiuntivo, piuttosto che affrontare il deficit di competenza grammaticale.
E’ lecito farne un dramma, vale la pena scendere in campo, armati di grammatica? La risposta politicamente corretta non ammette esitazioni, è positiva, ma c’è un risvolto su cui occorre avere attenzione. La battaglia va fatta a patto che i sintomi della malattia, reiterati e riconoscibili, non creino una sorta di discriminazione fra sani e malati. Mezzo secolo fa, ma anche in un tempo più vicino a noi, c’era una scuola, con la “s” minuscola, che premiava gli allievi parlanti l’italiano e discriminava gli altri, giudicandoli severamente (pigri, addirittura poco intelligenti).
Il congiuntivo nel mondo digitale è sparito, o quasi. La lingua manoscritta lo mantiene, quella digitata non se ne cura. Questo è lo stato dell’arte. E le cose potrebbero restare come sono, in una specie di guado, chissà per quanto tempo, con la prospettiva di una sostanziale derubricazione del problema, ove esso non interessi più alcuno.
E’ capitato però qualcosa che ci riguarda da vicino. La scuola di Gela (nella foto una vecchia edizione) ha assunto una iniziativa operosa per debellare la “congiuntivite”, almeno evitare la strage del congiuntivo, grazie a Maurizio Tedesco, dirigente scolastico, il Signore l’abbia in gloria, che ha riproposto un agone dedicato al buon uso del congiuntivo con premi e gratificazioni per gli studenti meritevoli, capaci di dimostrare di avere debellato i “sintomi” della malattia.
“L’agone del congiuntivo” è rivolto a tutte le scuole di ogni ordine e grado e si svolgerà dal primo giorno di marzo al 10 dello stesso mese per iniziativa del circolo didattico Capuana, che lo ha ideato nel 2013.
Gela verrà ricordata, grazie (o a causa) a questa iniziativa come una comunità passatista, rivolta al passato, oppure una comunità attenta alla conservazione della lingua italiana, integra e pura? La lingua, come tutto, subisce modificazioni determinate dalla cultura prevalente, i costumi, la morale, le consuetudini. Non sono solo i virus a fare le loro scorrerie in ogni parte del mondo. E’ normale che il lessico inglese, non solo le parole più frequentate, contagi la lingua italiana.
Alcune osservazioni possono aiutarci ad affrontare la questione. L'alfabetizzazione digitale e l'uso del congiuntivo hanno in comune una forma di competenza linguistica. L'uso corretto del congiuntivo riguarda la padronanza della grammatica e della sintassi nella lingua italiana, mentre l'alfabetizzazione digitale coinvolge la comprensione e l'uso efficace delle tecnologie digitali per comunicare online, e queste a loro volta richiedono una competenza linguistica per scrivere e comunicare correttamente. Entrambi richiedono un processo di apprendimento e formazione continua.
L'alfabetizzazione digitale è fondamentale nell'era digitale in cui viviamo, poiché molte attività quotidiane, come il lavoro, lo studio e le interazioni sociali, avvengono online. Allo stesso modo, l'uso corretto della lingua, incluso il congiuntivo, è essenziale per la comunicazione efficace in contesti formali e informali.
Imparare a utilizzare correttamente il congiuntivo richiede studio, pratica e comprensione delle regole grammaticali, mentre l'alfabetizzazione digitale richiede l'acquisizione di competenze tecnologiche attraverso la formazione e l'esperienza pratica. Anche se la tecnologia avanza rapidamente, la padronanza della lingua rimane fondamentale per comunicare efficacemente, specialmente in contesti formali come la scrittura accademica o professionale. Una buona padronanza della lingua italiana può avere un impatto significativo sulle capacità di comunicazione e di comprensione dei testi.
Ci sono varie regole e casi in cui il congiuntivo è richiesto, come le espressioni di dubbio, desiderio, possibilità, ecc. Gli studenti devono avere l'opportunità di esercitarsi in contesti diversi per migliorare la loro padronanza della forma verbale.
È utile esporre gli studenti a testi ben scritti e autori che utilizzano correttamente il congiuntivo. Questo può aiutare a internalizzare le regole grammaticali attraverso l'osservazione di esempi pratici. Gli insegnanti devono fornire dei feedback correttivi agli studenti quando commettono errori nell'uso del congiuntivo. Questo aiuta gli studenti a individuare e correggere eventuali errori e a consolidare la loro comprensione delle regole grammaticali.
Una buona scrittura riflette la capacità di organizzare pensieri, trasmettere concetti complessi e persuadere gli altri. È importante notare che queste competenze non sono necessariamente mutualmente esclusive e possono essere complementari. Ad esempio, un individuo con una forte competenza digitale potrebbe anche avere una buona padronanza della scrittura e una conoscenza dell'uso corretto del congiuntivo. Allo stesso modo, la comprensione dell'intelligenza artificiale potrebbe essere integrata con competenze linguistiche e digitali per sviluppare soluzioni tecnologiche innovative.
In conclusione, desidero darvi la mia medicina per guarire la “congiuntivite”. E’ una pillola semplice e facile da mandare giù: studiare il brano iconico del pragmatismo comportamentale, che appartiene a Lorenzo de’ Medici, (Trionfo di Bacco e Arianna): “…chi vuol esser lieto, sia:/ di doman non c’è certezza”.
La discriminante è l’incertezza, compagna del congiuntivo.