Eschilo, a Gela per tre anni, vi è tornato 25 secoli dopo, dove (ma non si sa come) sarebbe morto.
Se ne è parlato mercoledì scorso in occasione della presentazione ufficiale del libro che il giornalista e scrittore Salvatore Parlagreco ha scritto – Eschilo l’anigma dell’aquila assassina, Kronomedia Editore – che non mancherà di aprire dibattiti e discussioni su larga scala. L’evento è stato organizzato dall’Associazione ex allievi del Liceo classico Eschilo (presidente Maria Grazia Falconeri) ed ospitato nel’aula magna del liceo delle Scienze umane, concessa dal preside Maurizio Tedesco. Un’ affollata sala che non si è dispersa fino alla fine.
I saluti del preside Tedesco, la presentazione dei relatori da parte della prof. Falconeri, il prologo dell’ex preside Luciano Vullo hanno fatto da cornice alla serata e alla avvincente discussione che l’autore del libro ha avuto con Marco Trainito, saggista, docente di Storia e Filosofia al liceo delle Scienze umane, dottore di Ricerca in Storia delle idee e Scienze cognitive.
«Ciò che racconto – scrive Parlagreco nel suo prologo al libro – è una indagine sulla morte violenta di Eschilo, mistero irrisolto, cold case inesplorato, seppellito dai secoli; una indagine anomala condotta in assenza di prove o indizi capaci di varcare venticinque secoli di storia, affidata ai libri, alle suggestioni di letterati, filologi, storici, grecisti, archeologi».
Gli interventi sono stati frammezzati con accenni teatrali e lettura di brani da parte degli studenti del liceo Eschilo.
Il libro nei prossimi giorni verrà presentato a Palermo in vari contesti, tra cui all’Assemblea regionale, quindi di nuovo a Gela (20 febbraio), su iniziativa del gruppo “Quelli di Radiogela”.