Scrivere di Franco Zeffirelli e della sua imponente produzione artistica, che ne ha fatto a ragione uno dei grandi della scena del '900, è veramente impresa ardua.
Ci vorrebbe poi uno spazio considerevole per solo accennarne la vita e le opere. Ma è pur vero che in questo 2023 Zeffirelli avrebbe compiuto 100 anni. E questo “suo secolo”, già raccontato da molti, ci riguarda un po' tutti perché il regista non fu solo un metteur en scene per palati raffinati. Seppe essere al contempo anche popolare. Basterebbe citare alcuni suoi film di grandissimo successo commerciale come “The Champ”, o “Fratello sole, sorella luna”, o ancor più “Gesù di Nazareth”, girato per la televisione in 6 puntate, ma poi arrivato pure sui grandi schermi.
Franco Zeffirelli nacque a Firenze fuori dal matrimonio da Ottorino Corsi, un commerciante di stoffe originario di Vinci, e dalla fiorentina Alaide Garosi Cipriani. All' anagrafe la madre lo fece registrare con il cognome, da lei inventato, Zeffirelli. In seguito, anche sul passaporto, fece aggiungere "in arte Zeffirelli", e quindi quello che era stato il suo primo cognome divenne poi pure il nome d'arte. Il riconoscimento paterno, a lungo atteso, Zeffirelli lo ebbe solo a 19 anni, ma il momento più doloroso della sua esistenza fu la prematura morte dell'amatissima madre. Egli ebbe come istitutore Giorgio La Pira ai tempi in cui frequentò il collegio nel convento di San Marco a Firenze, e dopo aver frequentato l'Accademia di Belle Arti, sempre nella sua città, iniziò a lavoarre in teatro con Visconti nella messinscena di "Troilo e Cressida"
Zeffirelli non fece mai mistero della sua omosessualità, sebbene sia sempre stato convintamente contrario al “movimento gay”. Lui, cattolico praticante, ebbe un lungo e tormentato rapporto con il nobile, ateo e comunista, Luchino Visconti, alla cui scuola imparò tutto ciò di cui c'era da imparare per divenire poi quel grande regista che è stato.
Personalmente, ho avuto la fortuna di conoscere Franco Zeffirelli nel 1995 durante una sua visita a Gela, quando era stato eletto senatore della Repubblica in Forza Italia. Fu in occasione di una sua visita nella nostra città, propiziata dal senatore Gioacchino Pellitteri, che senza neppure rendermene conto mi ritrovai accanto il grande regista, il quale presso il convento dei Frati Minori Cappuccini presentò ufficialmente il mio cortometraggio “Chiara, luce del mondo”, che era anche il mio primo documentario a tema sacro.
Pertanto oggi posso dire senza tema di smentita che il mio esordio nella regia “religiosa” venne tenuto a battesimo proprio dal grande maestro fiorentino. Rividi poi qualche anno dopo Zeffirelli alla Cittadella dell'Oasi di Troina dove egli era stato invitato per inaugurare e avviare un corso di cinematografia, di cui io stesso ero uno dei docenti di storia del cinema. In quell'occasione Zeffirelli, ricordando il mio documentario mi disse una cosa molto bella: “Il suo lavoro pur amabile presenta delle lacune, l 'ho trovato a tratti amatoriale, ha però il merito di avere come protagonista la più bella santa Chiara di tutta la storia del cinema. Chi era quella ragazza?”. Beh, quella ragazza si chiamava Daniela Messina, gelese. Era allora una giovane catechista ed oggi è un insegnante di religione,
Zeffirelli spaziò dal teatro di prosa, all'opera, al cinema, e si rivelò grande in tutti e tre queste sublimi manifestazioni dell'arte, sebbene senza dubbio è nel Melodramma che ebbe i suoi più grandi trionfi nei più prestigiosi teatri di tutto il mondo. Importante fu il suo rapporto artistico con Maria Callas. Riconosciuta la sua profonda conoscenza di tutto il teatro shakespiriano. Questo fu anche uno dei motivi per cui Il 24 novembre del 2004 la regina Elisabetta II lo nominò Cavaliere Commendatore dell' Ordine dell'Impero Britannico.
Zeffirelli moriva la mattina del 15 giugno 2019 nella sua villa sull' Appia antica a Roma, a 96 anni. I solenni funerali si tennero nella sua Firenze, il 18 giugno dal cardinale Giuseppe Betori, nella cattedrale di Santa Maria del Fiore. Oggi le ceneri del regista riposano nella cappella di famiglia nel Cimitero delle Porte Sante.
Da dove deriva la genialità artistica di Zeffirelli. Forse la si può in parte spiegare dal fatto che da una seria ricerca genealogica, condotta dai due studiosi di Leonardo – Alessandro Vezzosi e Agnese Sabato – è stato riscontrato che lo stesso Franco Zeffirelli fosse discendente del nucleo familiare di Leonardo da Vinci. Infatti, secondo tale ricerca, la famiglia Corsi si imparentò con la famiglia Da Vinci nel 1794, in seguito al matrimonio fra Michelangelo di Tommaso Corsi e Teresa Alessandra Giovanna di Ser Antonio Giuseppe Da Vinci, diretta discendente di Ser Piero, padre di Leonardo.
In questo centenario sono innumerevoli le iniziative per ricordare Zeffirelli, ma certamente uno dei contributi più importanti lo vedremo quest'anno a Venezia, dove verrà proposto un documentario in gara nella sezione "Venezia classici”, scritto e diretto da Anselma Dell'Olio. Il filmato che ha per titolo "Franco Zeffirelli, conformista ribelle" ((prodotto da La Casa Rossa e Rs Productions, con Rai Cinema), ripercorre la carriera e il carattere dell'ultimo "artista rinascimentale", impreziosito da materiali di repertorio, a partire da quelli della Bbc, e arricchito dalle testimonianze di collaboratori e amici che bene lo conobbero.