Il natale è la festa più amata.
L’atmosfera che si crea in questo periodo dell’anno, ha qualcosa di magico non solo per i bambini, ma anche per gli adulti. Non c’è natale senza l’albero, il presepe, le case addobbate con le decorazioni tradizionali, i dolci tipici, le luci colorate. Nel periodo natalizio la cucina riveste un ruolo importate, le famiglie si riuniscono attorno al tavolo, si sta insieme. È un momento di condivisione, di gioia, ma non per tutti è così. Molte persone, per diversi motivi, sono lontani dagli affetti e non possono ricongiungersi con i propri cari.
Le festività natalizie, per i carcerati, rappresentano uno dei momenti in cui il peso della detenzione si sente maggiormente e la musica può offrire un’occasione di distrazione, trasferire messaggi positivi, può diventare un efficace strumento di riscatto sociale per l’individuo.
Ed è questo il messaggio che, sabato, il coro Perfetta Letizia, ha voluto trasmettere agli ospiti della casa circondariale di Balate. Un concerto per condividere emozioni, sensazioni, abbattere le barriere, andare oltre il muro.
Assente per altri impegni istituzionali la nuova direttrice del carcere Cesira Rinaldi
«La società civile – ha detto il vicecomandante della polizia penitenziaria Luigi Carfì – è molto vicina all’istituzione carcere, soprattutto in questo periodo, dove molti rientrano dai luoghi di lavoro per avvicinarsi alle loro famiglie e i detenuti non possono».
«Ho chiesto al coro di poter essere una presenza permanente in questa struttura – ha dichiarato la dottoressa Viviana Savarino responsabile del settore educativo – perché hanno portato delle emozioni meravigliose. Da parte di tutti noi un grande ringraziamento al territorio di Gela che esprime tantissima voglia di rieducare e riaccettare chi ha anche sbagliato».
«Questa iniziativa – ha detto Giacomo Giurato – nasce da una richiesta che mi è pervenuta dal cappellano fra Emanuele e non poteva non essere un gancio ideale per queste sorprese. Pensavamo di fare un dono ai ragazzi, ma alla fine il dono lo abbiamo ricevuto noi. Hanno cantato e pregato con noi».
«Il concerto che ci ha offerto il coro – ha detto il cappellano fra Emanuele Artale – è un momento inserito nella programmazione della predicazione e delle attività sacramentali che si vivono all’interno dell’istituto. Un modo diverso di evangelizzare, non con la parola, ma con la musica. È un motivo anche per lasciare ai ragazzi di questa struttura un seme da poter far crescere: il seme di Dio. La festa del natale, richiama alla loro mente, il ricordo della famiglia, che in questa fase della loro vita, è spezzato. È un modo per sostenerli in questa difficoltà che si portano dietro».
«Abbiamo voluto donare attraverso la musica un momento di serenità». Ha sottolineato padre Giuseppe Siracusa. «Abbiamo nel cuore la consapevolezza che la società non mette ai margini nessuno, anzi, mette in atto delle iniziative per poter far sbocciare le opportunità di rinascita».
«Da direttore del coro – ha detto Melissa Minardi – affermo che la musica riunisce e unisce, in un’armonia di colori, sensazioni, emozioni e suoni. Attraverso la musica passano le emozioni e noi le percepiamo così come le hanno percepite loro. Quando si riesce a creare questa atmosfera, sicuramente lo scambio è reciproco