Archeologia militare, interesse inaspettato

Archeologia militare, interesse inaspettato

Oltre alla presenza di qualche anno fa della Rai con il programma “Mare nostrum” e con Pif collegato in diretta con Fabio Fazio, recentemente due richieste di attenzione nei confronti di Gela, riferite allo sbarco americano a Gela nel luglio del 1943, sono pervenute allo scrivente in una sola settimana.

La prima è stata quella di un collaboratore della televisione nazionale belga, Steven Crombez, la seconda di uno scrittore famoso inglese saggista, romanziere e curatore di programmi televisivi per la Bbc, James Holland. Ambedue con la stessa richiesta (che coincidenza), quella di intervistare alcune persone gelesi, oggi più che ottuagenari, per farsi raccontare i loro ricordi da ragazzi e le vicissitudini che passarono con i loro familiari in quei drammatici momenti dell’invasione anglo-americana; gli intervistati sono stati la Sig.a Bruccoleri e i signori Turco e Gugliemino.

Questa venuta di Crombez e di Holland a Gela, a parere dello scrivente, potrebbe essere il risultato del lavoro di pubblicizzazione portato avanti già da qualche decennio da diversi autori di storia patria e dal Comune che ha fatto la scelta di seguirne le proposte. D’altro canto, in ambienti internazionali, non potevano passare inosservate le manifestazioni che qui hanno ricordato lo sbarco e a cui, in tempi diversi, sono intervenuti l’Ambasciatore americano in Italia D. Thorne e il Console Generale americano di stanza a Napoli C. Barrosse.

Questo ritrovato interesse di oggi alle vicende dello sbarco Alleato del 1943 a Gela, sicuramente potrebbe diventare un valido elemento per comprendere appieno il valore e il necessario recupero dell’archeologia militare, soprattutto come risorsa per impinguare il nostro turismo povero e asfittico.

Risorsa questa dell’archeologia militare che purtroppo ancora risulta dimenticata dalle istituzioni. E non è peregrino pensare a quel che succede in Normandia dove, in occasione degli anniversari dello sbarco Alleato del 1944, partecipano annualmente milioni di persone provenienti da tutto il mondo generando un flusso turistico che porta benessere continuo a quella regione. Da noi, al di là di qualche sporadica visita turistica e di qualche manifestazione, purtroppo non succede nulla.

Ma anche perché non si fa nulla per far succedere qualcosa che possa dare una svolta a questa importante risorsa archeologica; quasi sempre il Comune di Gela non trova un euro per dare conforto a qualsiasi iniziativa in tal senso.