Non devo inventarmi nulla.
Con mons. Gaetano Zito c’è stato un eccellente rapporto di stima e di amicizia, nato dalla collaborazione maturata nel 1999 in occasione della realizzazione del docu-film “Agata, donna cristiana” sulla patrona di Catania. Allora ebbi il privilegio e l’onore di avvalermi della consulenza scientifica di padre Zito, massimo studioso agatino. E il risultato fu straordinario.
La prima avvenne alla Basilica Cattedrale di S. Agata alla presenza dell’arcivescovo S.E. mons. Bommarito, che pure lui ci ha lasciato da poco, e dell’attuale governatore della Sicilia l’on. Nello Musumeci, allora Presidente della Provincia Regionale di Catania. E successivamente, sempre con mons. Zito, e alla presenza di S.E. mons. Michele Pennisi, oggi Arcivescovo di Monreale, presentammo “S. Agata” a “S.Maria d’Odigitria”, la vetusta e gloriosa Arciconfraternita dei Siciliani in Roma.
A lungo direttore e docente dello Studio Teologico S. Paolo, mons. Zito fu insegnante anche di molti seminaristi e sacerdoti gelesi. L’ultimo suo regalo due anni fa, quando il male che lo ha strappato agli affetti più cari non lo aveva ancora preso. Allora gli chiesi di scrivere la prefazione del mio testo teatrale su S. Chiara.
Egli però era allora impegnato in una sua prossima pubblicazione sul beato Dusmet e mi suggerì di chiedere di scrivere la presentazione a padre Giovanni Salonia. Così feci. Parlai con padre Giovanni che non esitò a scrivere la prefazione di “Chiara, quadretti di vita mistica”. Poi, da lì a poco mesi le notizie della malattia di Gaetano che hanno condotto al triste epilogo, sebbene le esequie di questo caro amico sacerdote siano state un portentoso, sentito ed affettuoso omaggio alla sua bellissima persona; assaggio di quel Paradiso che certo già lo vede fra i beati a contemplare il Volto di Dio.
Questa la mia modesta testimonianza per evidenziare una volta di più la generosità di Zito, che non fu solo un grande divulgatore della cultura e dell’arte cristiana, ma anche e soprattutto un sacerdote che seppe donare tutta la sua ricchezza spirituale e la profondità del suo pensiero agli studenti e a tutti coloro chi ebbero la fortuna di incontralo sul suo cammino, o nelle sue vesti istituzionali, o magari un po’ “scavezzacollo” a bordo del suo motorino, che non lo faceva sembrare un monsignore, ma un “ragazzo” semplice in mezzo alla sua gente.
Nella foto, Roma, 2001 Mons. Zito, Virgadaula e il gen. Capuzzo alla prima di “Agata, donna cristiana” a S. Maria d’Odigitria.