Un anno fa la scomparsa di Gino Alabiso. Un suo vecchio articolo sul "Corriere" per ricordarlo

Un anno fa la scomparsa di Gino Alabiso. Un suo vecchio articolo sul "Corriere" per ricordarlo

Ricorre in questi giorni il primo anniversario della scomparsa (all’età di 98 anni, a Pisa doveva viveva te molti anni) del maestro Gino Alabiso (nella foto), giornalista e scrittore, per decenni nostro collaboratore delle pagine culturali.

Lo vogliamo ricordare riproponendo un suo articolo che il Corriere di Gela aveva pubblicato il 3 ottobre di quattro anni fa. Il suo prezioso servizio, rilanciato anche nella versione online del nostro giornale, aveva fatto registrare 1.397 lettori.

La disavventura delle monete d’argento del IV secolo A.C. rinvenute a Gela nell’estate 1952

Chi non ha sognato di trovare un…tesoro? Si legge volentieri con viva curiosità, quando qualche fortunato baciato dalla fortuna è diventato ricco improvvisamente per aver trovato un tesoro…

I ritrovamenti di tesori nascosti si intrecciano spesso con curiose leggende e storie cariche di fascino. Tanti ci sono riusciti attraverso un sogno, o scavando per caso in un terreno. Tante storie le abbiamo lette sui giornali, sui libri, visti alla tv.
Iniziamo con la città di Troia, celebrata da Omero.

Venne scoperta e identificata dagli archeologi tedeschi H. Schilieman e W. Dorpfeld presso il villaggio turco di Hissarlik all’estremità dell’Asia Minore, nel 1871.
La città di Troia, risalente a 3.000 anni a. C. , venne conquistata dagli Archei verso la fine del XIII° a.C.
I preziosi ritrovamenti archeologici vennero trasportati e sistemati in un museo di Berlino. Durante il 2° Conflitto le, quando i russi occuparono Berlino (1945), gli inestimabili pezzi archeologici vennero portati via dai russi come “bottino di guerra” e “per spese sostenute”.

Altro rinvenimento archeologico importante, nel 1922, fu la tomba di Tutankhamen, avvenuto in Egitto ad opera di George Carnarvon (finanziatore del fortunato scavo) e dell’archeologo Howard Carter. La sensazionale scoperta sbigottì il mondo intero, per il favoloso tesoro posto correndo sepolcrale nelle stanze sotterranee dove riposava la mummia del giovane faraone (1342 a. C. ). Nell storia dei rinvenimenti archeologici non si era mai registrata una scoperta così ricca di antichi reperti d’oro massiccio.

Basta pensare che il sarcofago dove riposava la mummia era di oro massiccio: 285 chilogrammi. E così il trono, le carrozze e diverse centinaia di oggetti rinvenuti dentro la vasta tomba.
A tutti è noto il romanzo di Alessandro Dumas, “Il conte di Montecristo”, dove l’abate Faria, in carcere, mentre stava per morire, confidò dove si trovava un prezioso tesoro.

Fu così che il principale personaggio del romanzo, Edmondo Dantes, divenne ricco e riuscì a punire i suoi detrattori.
Recentemente abbiamo letto sui giornali del ritrovamento, in Florida, di un galeone spagnolo affondato che conteneva nella stiva un bel mucchio di monete d’oro fatte coniare nel periodo di Filippo V di Spagna, trecento anni fa.

Chi non ricorda – la rievocazione l’abbiamo vista in un film – del “Titanic”? Ebbene, molti oggetti nel relitto vennero recuperati e battute all’asta.
Tra il materiale messo all’asta da Christie sono andati anche battuti reperti dell’Andrea Doria”.

Un cacciatore di tesori fu l’armatore William Phips che, nel 1687, recuperò un carico di lingotti d’argento della “Conception”, naufragata nelle Antille”. Il battello a vapore “Central America” venne affondato da un uragano nel 1857, con 477 passeggeri e un carico di quasi undici tonnellate di lingotti d’oro, proveniente dalla California.
Nel1988 il tesoro venne recuperato da Tommy Thompson e fuggì senza spartirselo con i soci.

Il 7 maggio 1915 il transatlantico inglese “Lusitania” venne affondato al largo delle coste irlandesi, con 1200 passeggeri a bordo. Il miliardario Gregg Bemie acquistò tutti i diritti sul relitto per appropriarsi dei capolavori artistici di Rubens, Rembrandt e Manet che viaggiavano sulla nave. ;a fino ad oggi con esito negativo.

L’affondamento del “Lusitania” venne considerato da molti la vera ragione dell’entrata in guerra degli Stati Uniti nella prima Guerra Mondiale.
Hernan Contès, nel 1504, venne inviato dal governatore di Cuba in missione esplorativa nello Yucatan. Appena approdato in terra messicana si procurò degli interpreti per decifrare il linguaggio locale, affondò le proprie navi per evitare diserzioni. Fu preso dalla febbre dell’oro e accumulò grosse fortune.

Diventò insomma un abile “Conquistador”. Fece cadere dal trono Montezuma con le armi da fuoco, allora sconosciute dagli indigeni locali. Dopo averne fatto di tutti i colori, Cortes desiderava morire nelle indie, con tante ricchezze. Non ci riuscì, perché divorato dalla dissenteria, in un luogo vicino a Siviglia.
Qualche mese fa sembra che sia stato individuato il luogo dove si trova “seppellito” il treno con tesoro dei nazisti.

Sui giornali ho letto che si trova in un cunicolo sotto il castello Ksiaz, a Walbrzyeh, in Polonia, tra l’ex Cecoslovacchia ed ex Germania Est, sin dal 1945.
Il treno “seppellito” sotto il castello contiene tonnellate di oro, gemme, quadri di autore, oggetti esposti in musei e collezioni private.
Risponde tutto a verità?

E’ certo che durante il secondo conflitto mondiale, con gli orrori delle deportazioni ad Auschwitz i tedeschi fecero lavorare centinaia di prigionieri.
Ci vorranno mesi di scavi ora per mettere alla luce il treno con il tesoro.
Anche a Gela venne trovato un antico tesoro di circa 3000 monete d’argento del IV secolo a. C. dentro un ampio recipiente di terracotta, mentre gli operai preparavano il basamento di un capannone, vicino alla vecchia stazione ferroviaria.
Era l’estate del 1952.

Gli operai litigarono fra di loro, ma divisero il tesoro (monete della zecca di Gela, di Agrigento, di Siracusa, di Selinunte) con un… bicchiere di vetro.
Sconoscevano la legge del 1921 (tutto ciò che è nel sottosuolo appartiene allo Stato)e quando cominciarono a vendere per le piazze e le vie di Gela le antiche e preziose monete vennero sequestrate dalla polizia.

Ne furono salvate 1400 circa ed esposte nel Museo archeologico locale.
E non è tutto: le monete esposte nel museo vennero trafugate da ignoti malviventi, che, pistole in pugno, entrarono nell’istituto con una scala appoggiata ad una finestra alta.
Ancora una volta la polizia entrò inazione, collaborata stavolta da Interpool. Furono recuperate quasi mille monete, che sono attualmente esposte nelle bacheche del Museo di Gela.

(Scritto da Gino Alabiso, pubblicato il ottobre 2015)