InCanti d’Estate, tra parole e musica nella canzone d’autore

InCanti d’Estate, tra parole e musica nella canzone d’autore

Una serata sotto le stelle, quella del 12 luglio scorso, avvolta da note musicali d’altri tempi, protagonisti i cantautori italiani degli ultimi cinquant’anni.

Come scenario, l’incantevole club «La Vela». Ad organizzare l’evento – complimenti per l’intuizione! – l’Associazione Ex Allievi del Liceo classico Eschilo di Gela – di cui è presidente la prof.ssa Maria Grazia Falconeri. Impeccabile conduttrice e regista della serata, la prof.ssa Lella Oresti.

Grande merito a chi ha allietato la manifestazione: la cantante (voce e interpretazione sublime) Alessandra Alma, accompagnata dal maestro Ottavio Duchetta, virtuoso della chitarra, e da Alessandro Militello, percussionista niscemese.

Il trio ha intercalato gli interventi dei due relatori con brani cantautorali degli anni dai Sessanta ai Novanta, pietre miliari dei grandi interpreti italiani che hanno fatto da colonna sonora ad intere generazioni, come Paoli, De Andrè, Bindi, Endrigo, Bennato, Venditti, De Gregori, Jovanotti, e via discorrendo.

La serata è stata aperta dai saluti del presidente “padrone di casa” del club La Vela, prof. Luigi Nastasi, che si è detto entusiasta e compiaciuto dell’iniziativa. A seguire, la presidente dell’associazione organizzatrice prof.ssa Falconeri, che ha raccontato come è nata l’idea di organizzare l’evento. Quindi, è stata la volta della conduttrice Lella Oresti, che da buon critico musicale degna di ben più importanti manifestazioni, oltre a contrappuntare la parte lirica delle canzoni, ha introdotto i due relatori della serata.

Relatori entrambi con esperienze musicali: l’avvocato tributarista Egidio Alma, bassista della band “I Crickets” in voga in città a cavallo degli anni Sessanta/Settanta, e Rocco Cerro, direttore di questo giornale, chitarrista e tastierista del gruppo pop-rock dei “Blackmen”, nello stesso periodo.

Alma ha parlato della trasformazione del modo di fare musica in Italia, grazie all’avvento dei cantautori, che oltre ad interpretare le canzoni ne componevano testo e musica in taluni casi utilizzandone la diffusione per scopi anche politici e di protesta.

Rocco Cerro, invece, si è ritagliato una parte più definita del movimento cantautorale, soffermandosi sulla scuola genovese formata da quei quattro/cinque autori (Bindi, De Andrè, Paoli, Tenco e se si vuole anche Lauzi) che hanno fatto da battistrada per generazioni future.