L’ artista gelese Roberto Collodoro è stato protagonista nei giorni scorsi di un importante evento “Rito della luce” ideato dalla Fondazione Antonio Presti – Fiumara D’Arte, che si è svolto presso la Piramide – 38° parallelo, a Motta D’Affermo in provincia di Messina.
Il giovane, insieme ad oltre trecento performer tra pittori, poeti, filosofi, musicisti, danzatori e artisti che compongono la Tavola di Migliadoro Ascanio Cuba (Milano), Pupi Fuschi (Palermo), Rosalba Mangione (Agrigento) e Pierdonato Taccogna (Bari), ha lavorato ai piedi della Piramide alla personale realizzazione di cinque uova. A guidare il cenacolo l’astigiano Claudio Mogliotti, entusiasta di aderire a un evento di tale importanza, nel quale tutto è curato nei minimi particolari, dall’allestimento della zona, all’invito rivolto a tutti i partecipanti ad indossare abiti bianchi. Un’istallazione collettiva in nome della “Rinascita” pensata per proteggere e beneficare artisti e studiosi.
Nello specifico Collodoro, in arte Robico, anche in questa occasione ha continuato a seguire il proprio percorso artistico, con il tema degli anziani e delle rughe. Nel suo uovo ha realizzato un Golem. “Quel giorno, gli fu chiesto di scavare una buca grande quanto il suo intero corpo, per nascondere le provviste durante l'estate – si legge nella descrizione della sua opera – lui, essendo un semplice Golem, obbedì. Una volta terminato il lavoro, venne spinto nella fossa dagli altri operai e così seppellito quasi per intero.
Al padrone della piramide serviva un guardiano che incutesse timore ai ladri e ai visitatori troppo curiosi e pensò che una grossa testa rugosa, sbucata fuori dal terreno, fosse l'ideale. Il semplice Golem è lì da molti anni e io l'ho conosciuto. Non mi ha intimorito. Gli ho dato un po' di colore. Gli ho presentato tanti amici, che lo hanno coccolato e gli hanno sussurrato parole gentili. Gli abbiamo lasciato un po' di compagnia, promettendogli che un giorno lo porteremo in un posto diverso, in un posto più a misura di Golem”.
«È stata davvero una bellissima esperienza – afferma l’artista – che mi ha permesso ancora una volta di sperimentare modi nuovi di fare arte, ma soprattutto di curare i rapporti umani. La Tavola di Migliandolo è una realtà ricca, che coinvolge artisti dalle personalità e dagli stili diversi e questo rappresenta soltanto un motivo di crescita».
Roberto Collodoro sta raccogliendo attestati di stima da ogni parte di Italia. Precedentemente ha rappresentato la Sicilia in quel di Milano per un evento di street art (arte di strada) per ricordare Leonardo Da Vinci.
Per lui gli impegni di rilievo non sono terminati. Grazie alla Tavola di Migliandolo, Collodoro tornerà a Milano proprio nei primi giorni di luglio per realizzare un altro murales insieme agli altri artisti del cenacolo.
Intanto, continuano gli eventi nella sede Civico 111 di Via Damaggio che, con corsi di disegno e pittura, consente a giovani di mettere in pratica la propria passione per l’arte.