L’ingegnere Salvatore Marino (nella foto) se n’è andato.
Nativo di Mazzarino ha vissuto fin dagli anni ‘60 a Gela con studio in via Tamigi dove ha realizzato progetti di costruzione di interi quartieri abitativi a Macchitella. Era impegnato politicamente svolgendo anche il ruolo di consigliere comunale. Si è spento nella sua casa di Mazzarino all’età di 91 anni. Persona molto gentile e garbata fin dalla giovinezza si era iscritto al Pci e nel 1948 dopo gli arresti di Filippo Siciliano, Salvatore La Marca, Paolo La Rosa e tanti altri, diresse da solo la campagna elettorale del suo partito.
Eletto consigliere comunale nel 1952 durante la sindacatura del prof. Filippo Siciliano, partecipò alle lotte contadine contro il feudo. Ingegnere capo al comune di Mazzarino ha progettato diverse opere pubbliche come il restauro della chiesa del Carmine e la cupola di Santo Stefano e poi a Gela il restauro del complesso architettonico agostiniano realizzando anche l’annesso istituto scolastico oltre al restauro del vecchio ospedale annesso all’abbazia di San Benedetto.
Ma mi piace ricordare l’ingegner Marino, persona affabile, sensibile e sempre disponibile, per un fatto avvenuto a Mazzarino nel 1949: in una campagna elettorale per le amministrative l’on. Giuseppe Alessi, presidente della Regione Siciliana, aveva promesso che in “tempi ravvicinati” Mazzarino, grazie al suo impegno avrebbe avuto la sua stazione ferroviaria e il suo treno. Ma fu solo una promessa elettorale perché nella campagna elettorale successiva, intellettuali, pittori ed artigiani vari, tutti attivisti e simpatizzanti del Pci, sotto la guida del giovane ingegnere Marino, si mobilitarono in un grande capannone alla periferia del paese e costruirono con compensato, legni, cartoni, colori ed altri materiali il “treno di Alessi”.
Durante la notte con calce bianca e colla fu approntata la linea ferrata sul corso e non appena si sparse la notizia dell’arrivo del “treno di Alessi” tutta la città si precipitò in piazza anche perché c’era gente che non aveva mai visto un treno. Nell’ultimo carro era situata la locomotiva dove venivano bruciati stracci inzuppati di olio che facevano fumare una ciminiera situata sulla schiena di un asino. Un giovane imitava alla perfezione il fischio del treno.
Il maresciallo dei carabinieri che per servizio d’ordine stava alla testa del corteo, non ce la faceva più a star serio e di tanto in tanto rideva con le lacrime agli occhi. Del fatto si occupò anche la stampa nazionale e il ricordo del treno rimane ancora indelebile nel popolo mazzarinese. Alessi quel giorno disdisse il suo comizio e non venne più a fare promesse da marinaio.