Continua l'ascesa del centrodestra e non solo al nord, dove decisamente la coalizione può contare sull'effetto trascinamento della Lega.
Ridimensionato rispetto alle elezioni politiche nel sud, il Movimento 5 Stelle accusa nettamente il colpo nel centro-nord del paese. Il Pd limita i danni e smentisce coloro pronti a scommettere, specie all'indomani del 4 marzo scorso, su una progressiva scomparsa “dem” nei territori. E' quanto ci ha detto, in sintesi, la tornata elettorale amministrativa di domenica 12 giugno tanto in Sicilia, dove peraltro “Diventerà Bellissima” di Musumeci entra in molti consigli comunali, quanto nel resto d'Italia.
Catania torna ad essere lo storico fortino del centrodestra, confermando un trend manifestatosi nitidamente alle recenti regionali e politiche. Salvo Pogliese vince al primo turno e mette fine alla parentesi democratica riproposta da Enzo Bianco. Il centrosinistra, però, risponde con lo straordinario successo al primo turno di Giacomo Tranchida a Trapani, mentre si affronteranno al ballottaggio, a Messina, il candidato del centrodestra Dino Bramanti e Cateno De Luca (liste civiche). Anche a Siracusa responso rinviato al 24 giugno tra il candidato di centrodestra Paolo Reale e il candidato di Sicilia Futura e liste civiche, Francesco Italia.
Fuori dai giochi i grillini che, nell'isola, solo tre mesi fa fecero il cappotto all'uninominale, oltre che al proporzionale. Dopo aver governato Ragusa per tutto il mandato con Piccitto, i pentastellati gli hanno preferito Antonio Tringali che se la vedrà, al secondo turno, con il candidato di Fd'I e liste civiche, Peppe Cassì. Per quanto concerne, poi, i comuni non capoluogo vicinori, restando nel ragusano, è arrivato ad un soffio dalla vittoria al primo turno il candidato del centrosinistra Filippo Spataro a Comiso, dove al ballottaggio sarà sfidato dalla candidata del centrodestra Maria Rita Annunziata Schembari, mentre ad Acate è stato eletto Giovanni Di Natale (lista civica).
A Licata sfonda al primo turno Pino Galanti del centrodestra ed entrano nel civico consesso due salviniani. A Piazza Armerina il candidato del centrosinistra Mauro Di Carlo dovrebbe concorrere al ballottaggio con il musumeciano Nino Cammarata, che ha ottenuto il pass per il secondo turno grazie ad una manciata di preferenze rispetto all'uscente Miroddi, ma ci sono oltre centocinquanta voti al vaglio. A San Cono ce l'ha fatta Nuccio Barbera (lista civica).
Quasi ovunque nell'isola e nel meridione si palesa la frenata grillina, che al centro-nord si tramuta in dèbacle. Restringendo, per ragioni di spazio, il campo solo ai capoluoghi di provincia, è agevole notare come i 5 stelle debbano accontentarsi di andare al ballottaggio solo ad Avellino e Terni, in aggiunta a Ragusa. Dal canto suo, pur arretrando, il Pd si difende, ribadendo di avere ancora un certo radicamento a livello locale.
Dei comuni capoluogo in cui governava, il centrosinistra ne perde quasi una decina e va al ballottaggio con i pentastellati ad Avellino e con il centrodestra sia ad Ancona (unico capoluogo di regione), che a Massa. Pisa (dove cresce Salvini), Siena e Sondrio. Conferma però al primo turno Brescia, conquista Trapani e se la giocherà al secondo turno a Brindisi e Teramo che sono state governate dal centrodestra. La Lega traina a Treviso il centrodestra che vince anche a Vicenza. Senza i salviniani, il centrodestra è vincente altresì ad Imperia. Non ultimo, il ritorno alla guida di “Palazzo degli Elefanti” a Catania