Cerchiamo di spiegare ciò che può insegnare l'iniziativa organizzata lo scorso 29 marzo, svoltasi nella location del lido Sport Center al lungomare di Gela, sul contributo del civismo politico nell'amministrazione dei territori, e non solo.
Anzitutto l'organizzazione dell'evento, curata dal gruppo civico Idee e Partecipazione che in qualche modo cerco di coordinare, da tanti anni contribuisce al dibattito in città, sui principali temi del territorio: dagli aspetti della presenza industriale, alle vicende sulle aree vaste in Sicilia, ma soprattutto sulla qualità richiesta alla politica in generale e a quella locale in particolare.
In questi anni abbiamo cercato e riteniamo siamo riusciti a proporre una qualità elevata di dibattito e proposta. In prima fila senza mai cedere allo scontro ma piuttosto offrendo materia prima al confronto. L'abbiamo fatto e continuiamo a farlo in collaborazione con altri soggetti che operano a Caltanissetta, a Catania o Palermo che sia, certi che misurarsi con altre esperienze può fare solo bene, anche a Gela.
Nello specifico, l'incontro col sindaco di Palermo Roberto Lagalla , con i contributi importanti di Maurizio Caserta, Giovanni Ruvolo e il sindaco di Gela Di Stefano, ha contribuito a delineare il quadro dei rapporti tra civismo e partiti nella partecipazione politica, partendo dalle esperienze locali. La costante emersa, anche dal dibattito conclusivo, è che la politica ha bisogno del civismo ma non può fare a meno dei partiti, per quanto questi appiano sempre meno come luoghi di partecipazione e sempre più vengono visti con distacco dai cittadini.
Nel suo lungo, appassionato e apprezzato intervento, Roberto Lagalla ha evidenziato la responsabilità che il politico, ancor più l'amministratore locale, deve sentirsi addosso:ascoltare i cittadini è un imperativo categorico. I sistemi elettorali, specie quello nazionale imperniato sulle liste bloccate senza preferenze, allargano il divario tra elettore ed eletto, con il primo che non si sente rappresentato e il secondo che deve rispondere per lo più solo al capo partito.
Per questo, ha ricordato il sindaco di Palermo, prima di sedere nel parlamento nazionale non sarebbe male fare esperienza politica a livello locale per vivere più da vicino i bisogni della gente. Nel mondo globale, dove il sistema socio economico si sta trasformando a forte velocità da "pesante a pensante", aperto e tollerante, i governi pensano ad alzare muri e imporre dazi per far valere le visioni parziali del potere. Il civismo, inteso come partecipazione, può ridare slancio alla governance, partendo dal basso, ma il civismo non deve e non può escludere i partiti, per quanto costituiti e organizzati in modo verticale, con cui si deve instaurare un interscambio virtuoso.
Del resto la nuova formazione politica Grande Sicilia, nata a Enna il 23 marzo scorso e di cui Lagalla e cofondatore, si definisce: civica, autonomista e democratica. Perciò tende a chiudere la contrapposizione, o di quà o di là, che nel male inteso intendo di dare stabilità governativa al governo nazionale ha ridotto la partecipazione politica, la specificità dei territori, l'affermazione dei valori liberali. Non si tratta, sia chiaro, di negare l'alternanza, quanto di modificare il metodo dell'esercizio dell'azione politica.
Il civismo, dunque, non solo per rigenerare la politica ma anche per eliminare gli steccati del bipolarismo rigido e di stampo verticale. Come ha ricordato il sindaco di Palermo: a sostenere il suo governo della città non ci sono solo i partiti di centrodestra, ma anche aree politiche che a livello nazionale sono all'opposizione.
Un po' come nel " modello Gela" che ha portato Terenziano Di Stefano a diventare sindaco ci sono sigle che alla Regione, ad esempio, sostengono il governo di centrodestra. Inciucio, guazzabuglio, niente di tutto ciò, soltanto relazioni politiche molto usate nella cosiddetta prima repubblica. Utili, come ha ricordato il sindaco Di Stefano, per affrontare i problemi dell'amministrazione in modo meno rigido rispetto alla visione dei livelli superiori di governo.
L'incontro di giorno 29 ha visto anche i brillanti contributi di Giovanni Ruvolo, già sindaco di Caltanissetta e adesso animatore del gruppo civico nisseno Futura, e di Maurizio Caserta, oggi capogruppo del Pd nel consiglio comunale di Catania ma da sempre instancabile protagonista del civismo catanese e regionale.
Gli interventi di Ruvolo e Caserta hanno evidenziato due aspetti fondamentali della buona politica: la valorizzazione delle risorse dei territori e l'amministrazione concreta che deve dare servizi ai cittadini e creare opportunità, senza cedere ai gruppi organizzati che concluse le elezioni passano "all' incasso". Per questo più che discutere di falso o vero civismo bisogna individuare il civismo buono, dare spazio cioè a quanti vogliono mettere a disposizione della città passione ed esperienza. Per noi Caserta, con cui da oltre un decennio lavoriamo anche a Gela, e Ruvolo sono e resteranno interlocutori privilegiati.
Di recente, con Futura, abbiamo lanciato la possibilità di creare una rete civica a livello provinciale e oltre, ci siamo rivolti al sindaco di Gela e al gruppo di Una Buona Idea affinché, se lo vogliono, si possa affermare una vera guida civica quantomeno su base provinciale, attendiamo la prova dei fatti.
Da parte nostra continueremo a lavorare per Gela e i territori, alcuni temi e proposte sono già pronti: alta formazione, turismo sostenibile, rete civica sanitaria, sono argomenti su cui siamo già in grado di intervenire. Aperti a chiunque voglia attuare la politica del pensare e del fare ciò che si annuncia. Riteniamo Roberto Lagalla una delle migliori risorse politiche della Sicilia, non si tratta di schierarsi quanto di sostenere chi ha dimostrato di essere in grado di sviluppare e attuare idee. Condizioni politiche permettendo.
* Gruppo Idee e Partecipazione