Partiti, movimenti e liste civiche sparigliati, almeno per quanto riguarda le candidature a sindaco, a quattro mesi esatti da un Election day non ancora conclamato in Sicilia
Una giornata del voto che vale per il resto d’Italia ma non per la Sicilia, dove le urne per le provinciali potrebbero restare serrate, visto come è andata nell’ultima seduta di Sala d’Ercole, si è deciso di rinviare gli atti in Commissione prima di andare allo scontro in aula, con una maggioranza (al momento sfilacciata) e un’opposizione ringalluzzita per le due sberle prese da Schifani e company, compreso il nulla di fatto all’Ars sulla legge salva-ineleggibili.
Sul fronte del voto per sindaco e consiglieri comunali, dopo il frenetico avvio della campagna elettorale si è registrato un rallentamento. Accordi che sembravano raggiunti sono tornati in discussione, che riguardi il centro destra, sia che riguardi l’altra sponda. Questo perché non c’è una demarcazione netta nelle liste e nei movimenti. Problemi di leadership travagliano anche i partiti.
Nel centrodestra tiene banco una sorta di linea Maginot segnata dalle vicenda del deputato regionale di Mussomeli Giuseppe Catania, il cui seggio all’Ars è stato messo in discussione dalla recente sentenza del tribunale di Palermo, che lo ha dichiarato ineleggibile, a favore del primo dei non eletti e responsabile dei Fratelli d’Italia, il gelese Totò Scuvera.
Il partito della Meloni, insomma, ha una tenuta non più granitica, palesando due diverse anime, una a Caltanissetta, l’altra a Gela. Se dovesse passare la norma salva ineleggibili, tutto rimarrebbe allo status quo e Scuvera potrebbe essere “accontentato” con la candidatura a sindaco di Gela con buone possibilità di farcela, se il centrodestra si presenterà unito.
Se il centrodestra piange, il centrosinistra non ride. Ruggini e incrostazioni si rilevano tra le due anime messe in campo. L’avv. Caizza, della direzione nazionale del Pd ha fatto sapere che non si accetteranno fughe in avanti ed ha auspicato un maggiore coinvolgimento degli iscritti. Appello indiretto rivolto al responsabile del partito Giuseppe Arancio (nella foto con Caizza e Di Cristina). Da tenere d’occhio i lombardiani. Vogliono un ruolo non da comprimari. Insomma, o così o si sfilano da qualsiasi possibilità di intruppamento nel centrodestra, per andare da soli o sterzare verso i pro Greco.