In attesa della relazione della Corte dei Conti che rischia di stravolgere nuovamente il dibattito politico nei prossimi giorni, quello del Piano economico finanziario sui rifiuti (Pef), si candida a rivelarsi l'atto sul quale lo scontro politico è già, di fatto, dietro l'angolo.
Un banco di prova politico e, per certi versi, anche elettorale.
Validato dalla Srr 4 la scorsa settimana, il Pef è stato trasmesso al consiglio comunale. Ciò anticipa chiaramente la volontà dell'amministrazione di conferire una valenza politica al documento in questione. E’ palese infatti l'intento del sindaco, Lucio Greco, di indurre le forze politiche presenti nel civico consesso ad esprimersi su di esso, assumendosene anche la responsabilità politica. Ma nella delibera (363/2021 – secondo esercizio 2022/2025) di approvazione del metodo tariffario rifiuti (Mtr-2) dell’Arera, non si evince un passaggio dal consiglio comunale per l’approvazione del Pef che compete, per l’appunto all’Arera, avverte Terenziano Di Stefano (nella foto).
L’esponente di vertice del movimento Una buona idea fa capire che i “civici” continuano a fare i compiti per bene e studiare a fondo gli atti, anche se ora da forza di opposizione e non più di maggioranza. Il proposito è quello di non permettere che il sindaco scarichi sul consiglio comunale le responsabilità politiche sul Pef.
L’ex vice sindaco ed assessore allo sviluppo economico rileva che non si comprende tutta questa fretta quando la scadenza è il 30 aprile ed argomenta altresì che l’Arera ammette una revisione del Pef pluriennale 2022/2025, a cadenza biennale e cioè per gli anni 2024 e 2025.
Non è ammessa di regola una revisione “infra periodo” nel 2023 tranne che per ragioni straordinarie ed eccezionali di cui l’Arera dev’essere debitamente informata. Ciò che Un buona idea si chiede, per dirla tutta, è quali sarebbero queste ragioni, se esiste la relativa “istanza” inviata all’Arera (cioè se è stata prodotta ed inoltrata) e che la stessa (con le ragioni incluse) venga di conseguenza allegata al Pef, così da poterla verificare.
Ulteriori ed ancor più consistenti perplessità emergono sui costi. Infatti, pur in presenza di un presupposto eccezionale e straordinario che giustifichi una revisione nel 2023, tale aggiornamento deve riguardare solo il costo del servizio ed invece vi rientrano anche crediti di dubbia esigibilità ed altri oneri. Infine, se il nuovo servizio stimato in 9.581.078,84 euro dalla delibera comunale 123/2022 partirà a giugno, perché il Pef 2023 include il costo per l’intero anno, visto che per i primi 5 mesi ha operato il vecchio gestore con costi inferiori? Senza risposte convincenti a questi dubbi, il Pef secondo Di Stefano non può essere votato dal gruppo Una buona idea che esprime, com’è oramai noto, due consiglieri comunali.
Ma chi aveva già nei giorni precedenti lasciato intuire che ci sarebbe stato uno scontro sul Pef in aula, è stata la consigliere comunale del Movimento cinque stelle, Virginia Farruggia, che ha costituito l’intergruppo progressista nel civico consesso con l’indipendente Paola Giudice e con l’esponente di “Rinnova” Alessandra Ascia.
Secondo la consigliere pentastellata, Lucio Greco, che non ha una maggioranza in consiglio, non avrà vita facile nel trovare i numeri utili all’approvazione del Pef. Nel qual caso, ha ipotizzato la grillina, dovrà scovarli e/o pescarli nel centrodestra, anche perché quello è il campo in cui il primo cittadino gioca da tempo, specie dopo aver tolto ogni velo al riguardo, allorquando in piena campagna elettorale, ufficializzò il suo appoggio a Schifani nelle scorse elezioni regionali.
Considerate le note simpatie dei grillini verso la Schlein, la cui vittoria anche al gazebo di Gela ha legittimato la segreteria cittadina dem capeggiata da Guido Siragusa, che ha già nel frattempo aperto ad Una buona idea in vista della costruzione di un percorso comune di avvicinamento alle comunali che si terranno fra un anno circa, non è da escludere che proprio in aula, a partire dal Pef, possano trovarsi le condizioni migliori per discutere, dialogare e magari stringere l’alleanza elettorale progressista, alternativa alle forze di centrodestra.
Un primo perimetro che vedrebbe dentro M5s, Pd e movimenti civici come Una buona idea, Rinnova ed il gruppo vicino ai Giudice (Ignazio e Paola) e da cui rimarrebbero escluse al momento quelle forze extraconsiliari come Italia viva ed il movimento “Per” di Donegani, ad esempio, che difficilmente potrebbero entrare successivamente avanzando chissà quali rivendicazioni su candidati/e a sindaco.