Classe ’78, laurea in economia e commercio, sposato e padre di due figlie, il dott. Salvatore Scuvera (nella foto) è un dirigente aziendale dalla spiccata passione politica, sperimentata già negli anni universitari, allorquando fu il più suffragato fra i grandi elettori per l’elezione del rettore dell’università di Catania.
Due anni e mezzo nel senato accademico ed altrettanti nel cda universitario etneo. A 27 anni è eletto al consiglio comunale di Gela. Con lui, nel gruppo consiliare forzista durante l'era Crocetta, c’erano il dott. Gaetano Trainito, padre dell'attuale consigliere comunale Rosario Trainito e l'avv. Lucio Greco, attuale sindaco di Gela.
Da tre anni e mezzo è alla guida della sezione cittadina di “Fratelli d'Italia”, partito coinvolto a livello locale dalle vicissitudini che hanno interessato i due consiglieri comunali, Sandra Bennici e Totò Scerra, nell'inchiesta sull'Ipab “Antonietta Aldisio”: «confermiamo la nostra piena fiducia nella magistratura – ha commentato Scuvera – e confidiamo affinché venga fatta luce sulla vicenda in tempi celeri. Sia la Bennici che Scerra si sono immediatamente e puntualmente autosospesi dal partito.
Sandra Bennici è andata pure oltre dimettendosi dalla carica di consigliere comunale dimostrando senso civico e rispetto verso le istituzioni, in un paese dove non si dimette mai nessuno o quasi e nel suo caso, da indagata, non era un atto dovuto. Alla stessa è subentrato ufficialmente una settimana fa Giuseppe Caruso sul cui contributo nutriamo grande fiducia».
D’altra parte, insistenti voci di corridoio parlano di una candidatura dello stesso Scuvera all’Ars: «non c'è nessuna candidatura – replica – in atto e già decisa. Ma solo disponibilità. Se non già la prossima settimana, a breve il partito si riunirà per cominciare a discutere in concreto sulla partita da giocare alle elezioni regionali del prossimo autunno, sia per la corsa alla presidenza sia per quella al parlamento siciliano.
Confermo che ho già dato la mia disponibilità ad una candidatura all'Assemblea regionale siciliana nel collegio nisseno e se il partito dovesse chiedermelo non avrei riserve nell’accettare. E' un'esperienza per cui mi sento pronto, con tanta voglia di spendermi per il mio territorio, in un partito che è in forte crescita anche a Gela e provincia, basti pensare che già alle ultime amministrative gelesi, raggiungemmo l'8% ed eravamo solo all'inizio del trend positivo che ha caratterizzato gli ultimi tre anni».
Peraltro regna ancora l’incertezza su come si presenterà il centrodestra all’appuntamento: «stando a quanto si apprende dai giornali, tv e articoli on line, il quadro che emerge – ammette ma precisa subito dopo – è quello di un centrodestra diviso nelle opinioni ma ciò non significa che debba esserlo alla fine anche nelle posizioni.
La mia impressione è invece quella di un centrodestra che si ricompatterà, come alle amministrative di qualche giorno fa nell’isola, con l'eccezione di Messina, vincendo nettamente come a Palermo, dove è giusto ricordare che la prima a fare il passo indietro fu la nostra candidata, Carolina Varchi, a cui si accodarono gli altri per poi ricadere nella scelta azzeccata della candidatura di Lagalla. Insomma, stando ai sondaggi e soprattutto al voto di queste amministrative, i partiti della coalizione non hanno interesse ad andare divisi ed alla fine prevarrà il buon senso, si tratta solo di trovare una sintesi».
Un partito che naviga a gonfie vele, grazie ad una leader che è sembrata non sbagliare una mossa in questi ultimi anni: «siamo diventati il primo partito in Italia – dichiara soddisfatto il coordinatore cittadino di “FdI” - e non solo nei sondaggi. L’avanzata è confermata dalle urne. Il dato nazionale rispecchia quello siciliano e meridionale, anzi a confortarci di più è il dato al nord dove siamo ovunque in doppia cifra, mentre prima pagavamo dazio. Il merito della Meloni è palese, grazie alla chiarezza del suo linguaggio, la limpidezza e coerenza delle sue posizioni, a favore dei cittadini, delle imprese e da buon comandante ha saputo prendere decisioni lungimiranti pure nell'organizzazione interna e va dato merito anche alle realtà locali e periferiche nei territori, se i risultati nell’ultimo triennio si sono rivelati così tangibili e premianti».