Seduta ordinaria del consiglio comunale tenutasi questo mercoledì con due punti dell'ordine del giorno ritirati, di cui uno vertente il regolamento su Montelungo da parte della Commissione Affari generali e l'altro invece sugli immobili abusivi da parte dell'amministrazione.
Sono rimasti i soliti debiti fuori bilancio non tutti approvati.
Un debito fuori bilancio in particolare non è passato perché sono mancati i voti favorevoli di consiglieri della maggioranza, specie ex componenti della commissione bilancio, che si sono astenuti. Ne è nata, o meglio, si è riproposta una controversia interpretativa sul come computare gli astenuti, sollevata mesi fa in streaming per covid-19, dal consigliere comunale Totò Scerra, che aveva evidenziato come sul punto lo Statuto comunale ed il Regolamento del consiglio comunale non siano perfettamente allineati.
Si tratta cioè di capire se considerare gli astenuti come votanti, quindi non favorevoli al pari dei voti contrari, ovvero se considerarli non votanti benché presenti (solo ai fini del numero legale).
Se i consiglieri di "Una buona idea" hanno evidenziato come non è mai bello cambiare le regole del gioco quando si sta giocando, lo stesso presidente del consiglio, Totò Sammito, è apparso un po' perplesso nel merito. Alla fine si è deciso che la segreteria generale del comune produrrà un parere formale a cui si uniformerà il civico consesso in futuro così da avere una regola interpretativa certa ed univoca che renderà consapevole il consigliere prima della votazione.
L'indirizzo dovrebbe essere quello di considerarli “presenti ma non votanti” e ci sembra quello giusto. Tale è l’interpretazione degli astenuti già in assemblee molto larghe come dimostra il Regolamento della Camera dei Deputati, mentre quello del Senato li considerava fino a tre anni fa, presenti e votanti a tutti gli effetti.
Con conseguenze che rasentavano il grottesco in taluni casi. Basti pensare che per dar vita a diversi "governi minoritari" nella prima repubblica, le forze politiche che si astenevano rimanendo in aula sul voto di fiducia a Montecitorio, erano costrette per rivendicare coerenza nell'astensione ad uscire dall'aula di palazzo Madama.
Dopo la riforma del regolamento del Senato avvenuta nel dicembre del 2018, anche nella camera più piccola del Parlamento l’astenuto viene considerato presente ma non votante, cioè conteggiato ai fini del numero legale – che è l'esigenza più avvertita per le assemblee di più ridotte dimensioni – ma non conteggiato ai fini del calcolo della maggioranza, considerandolo voto “neutro” qual è di fatto e non equiparandolo più al voto espressamente contrario come in passato.
Non siamo di fronte ad un inutile "tecnicismo", che sia chiaro. Che quel debito fuori bilancio non sia passato per un errato calcolo degli astenuti, ad esempio, a fronte di tutti i pareri favorevoli, comporta un ulteriore incremento del debito e quindi un aggravio o danno erariale su cui la Corte dei Conti potrebbe chiedere conto.