Nel pomeriggio di lunedì, come da programma, il sottosegretario di Stato al ministero delle Infrastrutture, Giancarlo Cancelleri (nella foto a sinistra, Movimento 5 stelle), ha fatto visita al sindaco di Gela, Lucio Greco, (nella foto) che lo ha ospitato nella sua stanza in Palazzo di città. Cancelleri ha portato in dote notizie sulla tangenziale, mentre il primo cittadino ha replicato sulla portualità.
Chissà se si sono capiti.
«Questo pomeriggio – si legge nella pagina facebook del sottosegretario di Stato - ho incontrato il sindaco di Gela, Cristoforo Greco, per confermare la proposta inserita nell’elenco delle opere da commissariare che già è stato inviato alle competenti Commissioni dei due rami del Parlamento. Con l’ultimo decreto semplificazioni è stata inserita tra le opere da commissariare proprio la tangenziale di Gela, un impegno che ho preso da tempo e che permetterà di velocizzare le procedure e che darà ulteriore rilancio alle infrastrutture di questo territorio. Ho preteso sia dal ministro che dall’Anas di poter nominare un commissario perché deve arrivare ai cittadini il messaggio forte e chiaro che lo Stato si sta occupando anche di questo territorio».
Un commissario per la tangenziale, dunque, è quanto Cancelleri ha comunicato e p,romesso al sindaco che incassato il commissariamento ha riproposto la questione portuale: «Oggi pomeriggio – si legge a sua volta nella pagina facebook del sindaco gelese – ho avuto il piacere di accogliere a Palazzo di Città il sottosegretario di Stato al ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile, Giancarlo Cancelleri, accompagnato dal senatore Pietro Lorefice e i deputati regionali Ketty Damante e Nuccio Di Paola, tutti pentastellati. Ho detto chiaramente al sottosegretario Cancelleri a nome di tutta la città, che Gela non può restare nemmeno un giorno in più senza il suo porto. Meritiamo rispetto, siamo la sesta città di Sicilia per numero di abitanti e l'unico sbocco al mare della provincia di Caltanissetta».
Vedremo cosa accadrà nei mesi a seguire. Certo, se il commissario nominato sarà capace di intervenire sulla tangenziale, così come si è intervenuti sulla strada statale Gela-Catania, dove la tanto reclamizzata messa in sicurezza si è risolta sostanzialmente nell'ennesima rotatoria da inserire, peraltro quest'ultima praticamente successiva, anzi a ridosso, di una curva cieca, non c'è da stare molto allegri. Anche in quell'occasione, sindaco, giunta e consiglieri stesero i tappeti per la passerella, senza che nessuno chiedesse perchè il progetto del raddoppio della carreggiata, rimanga sepolto negli archivi dell'Anas quando, oggettivamente, rappresenta l'unico, serio, intervento di messa in sicurezza di una strada a scorrimento veloce. tristemente nota come "strada della morte".
Cosa aggiungere sul porto. Da alcune indiscrezioni, Cancelleri sarebbe orientato ad inserire Gela nel sistema dell’autorità portuale di Palermo e della Sicilia occidentale, quando il ventaglio delle vocazioni territoriali di Gela guarda alla Sicilia orientale come naturale collocazione, compresa quella portuale che andrebbe inserita, semmai, nel sistema dell’autorità portuale di Catania e Augusta. L'attuale sottosegretario di stato nel governo Draghi è stato, non dimentichiamolo così velocemente, viceministro alle infrastrutture nel governo Conte ed è venuto a Gela, incontrando tra gli altri, anche il comitato del porto del golfo.
Lo stesso allora ministro al ramo, Toninelli, grillino come Cancelleri, è stato in visita istituzionale alla capitaneria di porto. Cancelleri, che peraltro è nisseno, non varesino, triestino o piacentino, conosce benissimo la problematica della portualità gelese, senza mai prospettare, figuriamoci agire, ai fini di una risoluzione della stessa e ne ha avuto di tempo a disposizione, trovandosi nel posto giusto. I fatti ci dicono questo ed un sindaco a difesa della città, dovrebbe farlo presente e rivendicarlo, anziché atteggiarsi a maggiordomo che mette tutti i visitatori istituzionali a suo agio. Qualcuno ricordi al primo cittadino che anche il più impeccabile dei maggiordomi rimane tale, a meno di vivere in una favola.