Da associazione, il “Movimento mezzogiorno federato” (Mmf) diventa movimento politico.
L’assemblea costituente ha concluso i lavori congressuali domenica 9 maggio. Dentro il movimento entra “Unità siciliana – Le api”, con l’on. Salvo Fleres eletto nell’esecutivo e nel consiglio nazionale, unitamente al noto giurista amministrativo isolano Andrea Piraino ed all’architetto gelese Francesco Salinitro (nella foto) eletti nel consiglio nazionale. L’obiettivo è chiaro: opporsi in maniera unitaria allo strapotere del nord, creando le basi per una forza politica che per la prima volta, dall’Unità d’Italia ad oggi, porti davvero avanti gli interessi ed i bisogni del sud facendoli entrare nell’agenda nazionale di governo del paese.
Si parte da quella che è una constatazione di fatto: cioè da quelle note criticità che attanagliano il meridione d’Italia e che, sovente, sono diametralmente antitetiche alle eccellenze che il settentrione d’Italia può vantare. Il riferimento è a due punti principali: l’arretratezza infrastrutturale e la marginalità nei processi economici, penalizzante la circostanza che vede il sud Italia non solo periferia europea, ma anche centro del Mediterraneo e dei commerci internazionali.
Altresì, è nel Mezzogiorno che sono allocate le risorse più significative per la ripresa (minerarie, ambientali, logistiche, e posizionali), ma vengono mantenute dormienti e persino ostacolate. Strategicamente importante diventa la convinta collaborazione con “Animi” (Associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d'Italia) e lo Svimez (associazione che include nel suo statuto la promozione e lo studio delle condizioni economiche del Sud d'Italia).
Nonostante l’esclusione dal “Recovery plan” nazionale, per Mmf il “Ponte sullo stretto” è ancora e più che mai, la chiave di volta dello sviluppo della Sicilia e del Mezzogiorno, perché senza di esso resta diseconomico investire sui porti siciliani e meridionali, sulle infrastrutture, sulla logistica; si continua a porre un grosso limite financo per le Zes (Zone economiche speciali) e rimane fortemente oneroso commercializzare i prodotti siciliani, siano essi industriali, artigianali o agricoli per gli altissimi costi nei trasporti.
Il tutto, in una visione dell’Italia e del “vecchio continente” capovolta, con l’Europa che deve tornare a considerare ed alimentare la sue stesse radici che sprofondano nel Mediterraneo, come la Storia millenaria di questo mare ci racconta.
Per cui, oltre a quella che sarà la battaglia di bandiera per il “Ponte sullo stretto”, Mmf lotterà anche per un’efficiente sistema portuale nel Mezzogiorno; per l’infrastrutturazione del sud e delle isole; per un sistema delle Zes interconnesso, specializzato e finanziariamente attrezzato; per lo sviluppo di un sistema dei porti “Gate” siciliani da dove le merci possono entrare in Europa per la via più breve e alimentare ulteriormente i porti e i territori meridionali e nazionali;
per un efficiente sistema di produzione e commercializzazione dei prodotti agricoli; per rendere il sistema dei trasporti più efficiente ed economico, per un sistema di piccole e medie aziende, dei piccoli produttori e del piccolo commercio, efficiente e reattivo; per il rilancio di un sistema turistico che sfrutti appieno le enormi risorse culturali e monumentali di cui il la Sicilia e il Sud dispongono; per frenare l’avanzata del processo di desertificazione che sta interessando in modo preoccupante la Sicilia; per un sistema ambientale da salvare, ma che si rigenera in chiave propulsiva. Sullo sfondo, gli interessi ed i bisogni, come sopra accennato, di una realtà che poi, ragionando con i numeri, conta ben 18 milioni di abitanti.