Chissà quale sarebbe stato il destino di Marcello Infurna (nella foto), sindaco di Certosa e consigliere provinciale di Pavia, in entrambe le cariche eletto per due mandati consecutivi, se fosse rimasto a Gela e non avesse risposto alla chiamata lavorativa proveniente da Milano?
Scegliendo di restare nella sua Gela, città che gli ha dato i natali, che lo ha cullato per tutta l'adolescenza fino al diploma e che egli aveva lasciato solo per gli studi universitari e di specializzazione, avrebbe Marcello Infurna trovato subito occupazione, con tanto di laurea e ben due master? Avrebbe trovato, sin da giovane, i canali aperti per spendersi all'interno di un percorso di attivismo partitico, meritandosi magari di essere proposto come candidato al consiglio comunale e addirittura a sindaco di Gela? Chissà, potremmo ipotizzare, sospettare, ma non lo sapremo mai, perché non c'è la controprova.
Ciò che sappiamo è che Marcello è uno dei tanti giovani che hanno dovuto trovare la loro "dimensione" fuori da Gela, anzi ben lontano da Gela. E che nel far ciò, ha dovuto mettersi letteralmente in discussione, cimentandosi in un ambito lavorativo, come quello bancario, che non era proprio ciò che aveva immaginato durante gli studi. Ciò che sappiamo è che trovando lavoro a Milano e decidendo di stabilirsi nel Pavese, Marcello si è integrato pienamente, compiacendo immediatamente anche la sua passione politica. Sicché accade che alla sua prima candidatura in seno al civico consesso è risultato il consigliere comunale più suffragato di Certosa di Pavia, premiato con l’assessorato allo sport, turismo e spettacolo, più la delega anche al mondo giovanile. Il passo per la promozione a candidato a sindaco è stato breve: eletto una prima volta nel 2014, è stato rieletto primo cittadino nel 2019.
– Si può azzardare che, nonostante le sue origini meridionali, i suoi concittadini hanno dimostrato di volerle bene?
«I fatti – ci risponde Marcello Infurna – sembrerebbero dire di sì. Basti pensare che la mia prima candidatura al consiglio comunale, con record di preferenze nel 2009, avvenne dopo che abitavo a Certosa di Pavia da soli tre anni. Una vittoria entusiasmante quanto complicata fu poi quella per la prima sindacatura nel 2014, in cui mi posi a capo di un radicale cambio generazionale attraverso la nostra lista civica. Quindi la riconferma nel 2019, con il record numerico e percentuale assoluto di voti di sempre per le elezioni a Sindaco di Certosa. Penso – prosegue – che il consenso sia puntualmente arrivato per un lavoro importante fatto sul territorio tra la gente, le associazioni, gli esercenti e tutte le componenti della società civile che hanno compreso il mio progetto innovativo, la mia visione ed il gran lavoro profuso insieme alla mia squadra. Il resto è venuto da sé, perché la gente ha toccato con mano cosa siamo riusciti a realizzare, concedendoci un credito di fiducia importante e di cui sentiamo la responsabilità».
– Esageriamo nel definire clamorosa la sua riconferma al vertice cittadino di due anni fa, considerato che lei ha ottenuto il 70% dei consensi, innanzi peraltro ad una vera e propria ondata leghista e del centrodestra che avanzava in quel momento?
«Alle elezioni europee del 2019, effettivamente – conferma il due volte sindaco – la “Lega” e il “Movimento 5 stelle”, allora alleati di governo, presero oltre il 60% dei consensi a Certosa, senza considerare gli altri partiti di destra. Ma la nostra nitida affermazione dimostra quanto le comunali siano una partita diversa e quanto la gente sia capace di discernere e di riconoscere, con grande onestà intellettuale, il lavoro enorme che dal 2014 ad oggi abbiamo prodotto. Con grandissimi risultati a testimoniarlo, che hanno fatto di Certosa un esempio virtuoso a livello provinciale ed il nostro lavoro di squadra come un modello amministrativo da imitare. Ben 5 i milioni di investimenti coperti, per oltre il 70% con finanziamenti vinti attraverso bandi regionali e fondazioni, o project financing privati di grande qualità. Non ci fermiamo mai e tantissimo stiamo ancora facendo e programmando. In corso ci sono circa altri 2 milioni di euro di investimenti. Di fatto, noi il “New generation EU” lo abbiamo anticipato di qualche anno e, soprattutto, realizzato».
– Da consigliere provinciale in carica, non considera il commissariamento quasi decennale degli enti intermedi (provinciali e metropolitani) siciliani, un vuoto democratico lunghissimo ed oltre ogni immaginazione?
«Non conosco bene la vicenda dei liberi consorzi e qual è stato il processo che li ha portati al commissariamento – puntualizza - e quindi a questo stallo politico gestionale. Di una cosa però sono assolutamente certo, le leggi “Bassanini” prima per le Regioni e “Delrio” anni dopo per la revisione delle Province, sono figlie di un clima di un dibattito populista che con l'intento di semplificare e risparmiare con tagli netti delle componenti politico amministrative, ha creato dei pasticci che in realtà hanno prodotto confusione e disservizi evidenti al cittadino, oltre che un aumento considerevole dei costi. Le Province andavano certamente riformate ed efficientate, ma non andavano eliminate perché svolgono un ruolo essenziale di coordinamento, programmazione e di raccordo dei territori da cui non si può prescindere. I commissari svolgono funzioni di ordinaria amministrazione, non ci si può aspettare un cambio di passo. Bisogna tornare urgentemente a governare i consorzi attraverso i rappresentanti dei cittadini e questi ultimi devono sentire il dovere politico e morale di essere all'altezza del compito e delle esigenze improcrastinabili dei cittadini».
– Sarà pur vero che Certosa conta cinque mila abitanti, tanto quanto un quartiere popoloso di Gela, ma Marcello Infurna è la dimostrazione vivente che gelesi sanno pure “governare” e gestire la cosa pubblica con risultati evidenti: qual è allora il problema di Gela?
«E’ vero che Certosa ha cinquemila abitanti, ma ricordo – avverte Infurna – che è il primo sito in provincia per turisti e tra i primi in Lombardia, con oltre centotrentamila visitatori annui. Per cui è una cittadina che ha le sue complessità e le sue difficoltà, anzi non di rado il piccolo comune ha criticità anche maggiori del comune più grande. Penso che Gela abbia avuto sindaci onesti e questo non è cosa scontata e da poco, a cui per quel che ho potuto seguire, riconosco la passione ed il massimo impegno profuso. Purtroppo non è bastato e qui andrebbe fatta un'analisi approfondita dei motivi, uno dei quali è non aver compreso la crisi della chimica prima e della raffinazione petrolifera poi e valutato per tempo le tante alternative di sviluppo che il territorio offre e che ancora adesso non vengono sfruttate a dovere. Sicuramente Gela è una città complessa che porta con se problemi endemici, non vi è dubbio che la condivisione delle responsabilità è da dividere tra partiti, amministratori e macchina amministrativa nella sua interezza, con una percentuale ascrivibile anche ai cittadini, che troppo spesso tendono a deresponsabilizzarsi dalle loro scelte e dai loro comportamenti. Una Città è come una squadra, paga sempre l'allenatore ma si perde e si vince insieme. Sono certo che una svolta è sempre possibile ed una città meravigliosa come Gela ha tutti gli elementi per poter diventare una delle città più belle ed attrattive della Sicilia».
– Ipotizziamo Marcello Infurna candidato a sindaco di Gela alle prossime amministrative. Solo fantapolitica?
«Assolutamente fantapolitica. Oltre ai miei ruoli amministrativi di sindaco e consigliere provinciale – rammenta – che mi impegnano non poco, sono anche responsabile organizzativo provinciale del Pd della Provincia di Pavia con prospettive che mi vedono impegnato qui, sul mio territorio pavese, dove c'è tanto da fare. Da gelese di nascita, mi lusinga molto questa suggestiva idea, anche perché vorrebbe dire essere ritenuto all'altezza di un compito di grande valenza e spessore. Sicuramente il Pd gelese e nisseno hanno tante risorse da valorizzare e proporre, che più e meglio di me hanno vissuto e conoscono la città ed i suoi bisogni. Agli amministratori di oggi e di domani – conclude Infurna – va il mio in bocca al lupo e che mettano la loro passione e loro competenza a disposizione di Gela e dei gelesi, i quali ultimi meritano una città degna della propria storia».
Il «chi è» di Marcello Infurna
Nato a Gela nel 1973, sposato, due figli. Diploma all’Itis di Gela, laurea in Scienze Politiche a Urbino; due master (Scienze dell’amministrazione a Urbino e Risorse umane a Roma). Papà Franco nostro collega giornalista, mamma Carla sorella di Lillo Speziale. Prima Milano per lavoro, quindi Certosa di Pavia, che sceglie come residenza. Qui viene nominato assessore allo sport, turismo e spettacolo. E’ il suo trampolimo, che gli varrà la doppia elezione a sindaco ed uno scranno al Consiglio provinciale di Pavia. Lo aspettano nuovi incarichi politici.