La Giunta regionale presieduta da Nello Musumeci ha appenato fissato per domenica 28 e lunedì 29 marzo, le date delle elezioni per rinnovare gli organi di vertice politico-amministrativo delle tre città metropolitane e dei sei Liberi consorzi comunali.
Invero, per le tre città metropolitane di Palermo, Catania e Messina, i sindaci metropolitani sono già in carica in quanto coincidenti con i sindaci eletti nei rispettivi capoluoghi. Si tratta, quindi, di eleggere solo i consigli metropolitani. Per quanto riguarda invece i Liberi consorzi di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani, devono essere eletti sia i Presidenti che i Consigli consortili. Gli enti territoriali intermedi isolani (le ex province regionali) sono stati commissariati a causa della pseudo-riforma innescata da Crocetta in diretta Rai da Giletti, ben 8 anni fa, ma alcuni erano già stati commissariati per altre ragioni e quindi sono senza guida politica da 9 e 10 anni.
Crocetta promise, senza averne competenza, giacché quest'ultima spetta all'Ars, che la Sicilia sarebbe stata la prima regione italiana a sopprimere le province, dimenticando che lo Statuto del 1946 le aveva già soppresse, riesumate dalla politica regionale istituendo i liberi consorzi citati dallo Statuto e chiamandoli "Province regionali", confermando le 9 ripartizioni ereditate dal regime fascista, antecedente quello repubblicano. Morale della favola? La Sicilia sarà l'ultima ad applicare la "legge Del Rio", in quanto non ha mai votato gli organi di vertice degli area vasta, come sopra anticipato, con elezioni indirette, cioè d secondo grado. Cosa significa? Non voteranno i cittadini elettori, ma sindaci e consiglieri comunali, i quali potranno contestualmente candidarsi alle cariche.
Il che non è una questione qualsiasi per l'Ars, anzi è attorno tale questione elettorale che l'Ars ha tergiversato finora, giustificando i ripetuti rinvii in quasi due legislature di fila. Dapprima si era incuneata nell'assemblea legislativa regionale una maggioranza trasversale ai partiti e coalizioni, che rifiutava il dettato della "Del Rio", preferendo il voto diretto popolare.
Costretta dalla Corte costituzionale, investita della questione, l'Ars ha poi cincischiato ponendo come scusante la circostanza per la quale sarebbero stati esclusi dal voto giacché commissariati alcuni comuni importanti, o per la quale avrebbero goduto del diritto di elettorato attivo (voto) e passivo (candidatura) sindaci e consiglieri in imminente scadenza di mandato. Infine è intervenuta l'epidemia covid che potrebbe risultare ancora motivo di rinvio il prossimo marzo. Non ci sorprenderebbe.
Così come non ci sorprenderebbe un ripensamento da parte dell'Ars in ordine alla data delle elezioni, essendo la fine di marzo anticipare solo di un mese o forse qualche giorno in più, le elezioni amministrative siciliane con alcuni comuni interessati, vedi Alcamo, Caltagirone, Canicattì, Favara, Giarre, Lentini, Noto, Pachino, Porto Empedocle, San Cataldo, a cui si aggiungono Vittoria (il comune più popoloso in questa tornata amministrativa isolana) e San Biagio Platani commissariati per infiltrazione comuni. Restano inoltre confermate le date per le elezioni nel Comune di Tremestieri Etneo, in provincia di Catania, fissate per domenica 14 e lunedì 15 marzo, come precedentemente stabilito da una legge regionale approvata dall’Ars.
Lo svolgimento delle elezioni nelle ex province fungerebbe da epilogo ad una riforma-farsa, in cui l'unica vera novità sostanziale avrebbe dovuto essere la trasmigrazione dei comuni di Gela, Niscemi e Piazza Armerina nella città metropolitana di Catania e Licodia Eubea nel Libero consorzio di Ragusa. l'Ars ha dapprima stabilito l'iter, cambiando le regole in corso d'opera tra una legge e l'altra, poi non contenta, ai soli 4 comuni che sono riusciti a portare a termine il percorso fissato dalla legge, non osservava quest’ultima, contraddicendo se stessa nell’affossare il ddl di recepimento.
Entro 30 giorni dalla delibera di giunta, i comitati promotori di Gela, Niscemi e Piazza Armerina possono impugnare la stessa delibera innanzi al Tar: «aspetteremo – dichiara il coordinatore Filippo Franzone – come al solito all’ultimo momento utile per presentare il ricorso, o meglio per rinnovare l’istanza, visto che già abbiamo presentato ricorso ma l’Ars era intervenuta per rinviare le elezioni, reiterando tale abitudine in altre occasioni. Vedremo – conclude – se a Palermo stavolta fanno sul serio e sarebbe pure l’ora, perché li stiamo aspettando al varco da molto tempo».