Agosto 2020: a Gela cumuli di rifiuti (di nuovo, scene già viste) e discariche abusive dappertutto.
E come se non bastasse, i soliti guasti alle condotte idriche, che lasciano vie e quartieri a secco. (Ne parla Guzzardi a pagina 3). Le due cose, chissà, sono collegate. I cumuli di immondizia sprigionano forti odori (altro che profumi di zagara…) che imperversano nell’aria calda agostana; la mancanza di acqua impedisce di lavare e di lavarsi, così che gran parte dei cittadini si possa fare permeare dal vigoroso lezzo organico dei cumuli di rifiuti, e ne diventi un tutt’uno, in un’apoteosi di profumata presenza civica.
Potremmo chiedere per Gela il riconoscimento di “capitale del profumo”…
La nuova gara per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti a Gela è andata deserta per ben cinque volte, e su questo sta indagando anche la Direzione Investigativa Antimafia. Non sono un tecnico del settore, ma se in tutti gli altri comuni della SRR le gare sono state espletate, tranne che a Gela, viene il sospetto che il capitolato d’appalto non risulti molto conveniente per le aziende che dovrebbero assumere il servizio.
Vogliamo rivedere il capitolato? Vogliamo renderlo appetibile economicamente? O forse conviene continuare a dare proroghe alla Tekra, mantenendo situazioni di instabilità e scarsi servizi?
Del resto a Gela anche le cose più semplici diventano complicate. E’ difficile, senza dubbio, vivere a Gela. Ed è ancora più difficile morire.
Il riferimento è all’ennesima requisizione di loculi delle confraternite al cimitero di Farello. Forse l’ultima, visto che gran parte di queste confraternite ha comunicato di avere esaurito i loculi a disposizione.
Bene, il numero dei decessi a Gela è noto: il Comune sa quanti loculi servono in media ogni anno. Sarebbe troppo difficile programmare nei tempi giusti l’ampliamento di Farello e la costruzione di nuovi loculi proiettata per almeno venti anni? Forse “programmazione” è una parola strana, sconosciuta alle amministrazioni comunali della nostra città, (e non mi riferisco solo a quella attuale, ma anche alle precedenti degli ultimi dieci anni).
Il ricordo va ad alcuni anni fa, quando i defunti gelesi “emigravano” per essere seppelliti nei cimiteri di Butera e Licata. Tempi passati, speriamo, ma il rischio è molto vicino.