Dopo anni di tentennamenti, il consiglio comunale gelese finalmente trova la quadra e riesce ad approvare il regolamento per la costituzione dei comitati di quartiere, in ossequio ai principi costituzionali della sovranità popolare, dell'uguaglianza sostanziale e del decentramento, dando applicazione anche allo stesso statuto comunale.
Lo ha fatto nella seduta monotematica tenutasi in videoconferenza mercoledì scorso. Il regolamento è stato approvato all’unanimità dai 18 consiglieri presenti.
Il numero minimo per costituire il primo comitato di quartiere è quello di almeno cinque soci fondatori, che costituiranno il primo consiglio direttivo e predisporranno la bozza dello statuto del comitato di quartiere, da sottoporre alla votazione dell'assemblea dei residenti, durante la quale il segretario redigerà il primo verbale in cui saranno riportate le generalità dei soci fondatori, le eventuali modifiche alla bozza di statuto ed il numero di votanti che hanno approvato lo statuto, a maggioranza dei presenti. Spetterà al consiglio direttivo recarsi all'agenzia delle entrate per la registrazione del comitato, con attribuzione del codice fiscale, previo pagamento di tasse e bolli dovuti.
Entro 60 giorni dall'approvazione del regolamento, lo statuto deliberato dall'assemblea sarà sottoposto all'approvazione dalla commissione affari generali, chiamata a valutare la presenza ed il rispetto di alcuni requisiti richiesti, come la democraticità, l'elettività e la gratuità delle cariche di presidente e consigliere dei comitati, i quali ultimi devono essere apolitici, apartitici ed aconfessionali, con assenza di scopo di lucro.
Il consiglio direttivo dura tre anni. Il consigliere è incompatibile con qualsiasi carica amministrativa. Il presidente uscente indice le elezioni per il rinnovo delle cariche, con un avviso di almeno 60 giorni. Le elezioni saranno curate da una commissione di almeno 5 membri nominati dal consiglio direttivo uscente. Possono candidarsi, presentando richiesta alla commissione elettorale almeno 30 giorni prima la votazioni, tutti i residenti del quartiere. La richiesta dev'essere corredata dalla sottoscrizione di almeno 15 cittadini elettori del quartiere. Si vota per 1 sola preferenza ed a voto segreto. Il consiglio direttivo è composto da 7 membri, rieleggibili solo per 2 mandati.
I consiglieri eleggono tra di loro il presidente del comitato, che è il rappresentante legale dell'ente. E’ lui a convocare l’assemblea di diritto almeno 2 volte l’anno, a predisporre il bilancio preventivo, consuntivo e sociale. Il suo più stretto collaboratore è il segretario (con funzioni esecutive), mentre il tesoriere cura l'amministrazione finanziaria del comitato, la tenuta dei registri, controfirma i documenti contabili deliberati dal direttivo e redige i bilanci predisposti dal presidente.
Dopo l'entrata in vigore del regolamento che consta in tutto di 13 articoli, entro due mesi un apposito atto dirigenziale stabilirà i confini dei vari quartieri, le loro denominazioni, ad esempio quartiere settefarine, con tanto di quadranti nella planimetria urbana. Il minimo di cittadini dev’essere compreso in un “range” che va dai 9000 ai 12000 residenti.
Grazie a questo regolamento, i comitati sono ora riconosciuti dalle istituzioni locali e legittimati nelle azioni da adottare, fra l’altro messi nelle condizioni di trasmettere alle commissioni permanenti consiliari deputate agli affari generali ed al bilancio, le proprie segnalazioni e/o proposte per la soluzione di problemi ed emergenze che attanagliano il quartiere, per il miglioramento delle condizioni di vita nei quartieri, così come, infine, per una gestione trasparente dei servizi pubblici. Inoltre, possono formulare specifiche richieste in ordine alla gestione pubblica della spesa e quindi fornire valide proposte in merito, attraverso lo strumento del cosiddetto "bilancio partecipato”, facendole recapitare alle competenti commissioni consiliari permanenti.