Non potrò mai scrivere che il presidente della Regione Musumeci è un bugiardo patentato.
Se lo facessi rischierei la querela, visto che il Governatore (come è successo un paio di settimane fa) viene tenuto al corrente dei nostri articoli dal suo plenipotenziario in città, il simpatico avvocato Orlando, commissario cittadino di #Diventerà bellissima.
E quindi no, Musumeci non è un bugiardo, figuriamoci. Però sicuramente ha qualche serio problema di memoria, perché si è completamente dimenticato del diritto di Gela, Niscemi e Piazza Armerina di abbandonare i “liberi” consorzi di Caltanissetta ed Enna per aderire alla Città metropolitana di Catania e, la scorsa settimana, ha individuato nel 19 aprile prossimo il giorno in cui in Sicilia si voterà per gli organi degli Enti di secondo livello.
Musumeci forse non comprende bene che, non appena decretate, le elezioni rischiano di essere cancellate dalla magistratura amministrativa, con relativa figuraccia epocale per sé stesso e il suo governo: ma lui è fatto così, va dritto per la sua strada, non ascolta consigli e richiami di alcun genere, non utilizza il freno.
Per fortuna (sempre qualche giorno fa) la Regione ha liberalizzato la cannabis per uso terapeutico: ne potrà usufruire per lenire il dolore per l’annullamento di elezioni illegittime ed illegali. Ma chissà, attendiamo che magari in questi giorni si colmi il nuoto di memoria del grande Nello, vuoto di memoria che attanaglia anche il suo vicepresidente Armao (che prima di salire ai vertici della Regione ha seguito e supportato l’iter di Gela).
Intanto a Gela la politica è sempre più avvelenata, con maggioranza e opposizione ai ferri corti e denunce alla Procura della Repubblica “preventive” da parte del mancato sindaco Spata, in attesa del giudizio del Tar di fine mese che dovrà stabilire chi sia il legittimo sindaco della città. L’amministrazione comunale, nell’attesa, va avanti a passo lento, ma ha iniziato a produrre alla Regione i primi progetti da finanziare con i fondi del Patto per il Sud (e questo è positivo).
Ma l’assessore Liardi ha annunciato che è in procinto di presentare anche il progetto esecutivo di “Una via tre piazze”, e questo mi preoccupa. Il primo stralcio di questo deleterio progetto è già stato realizzato in Piazza Sant’Agostino e nel tratto di Corso da quella Piazza alla Via Marconi, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Piazza Sant’Agostino è diventata la piazza dei “tabuti”, mentre il Corso Vittorio Emanuele è impraticabile nella sua carreggiata grazie al deprecabile selciato (soprattutto per le donne, i cui tacchi provocano frequenti storte e cadute). Trasformare l’intero Corso Vittorio Emanuele in questo modo significherebbe impedire il passeggio, o quanto meglio farlo diventare un supplizio.
E poi, scusate, questo progetto era stato vivacemente contestato da cittadini e commercianti: è stato modificato? O si sta presentando il vecchio progetto, che prevedeva un bosco di alti alberi in Piazza Umberto e, tra l’altro, la costruzione di un anfiteatro in Piazza Municipio (idea megalomane dell’allora sindaco Crocetta)? Urgono risposte chiare: non possiamo subire un ulteriore scempio del centro storico.