La politica gelese rientra nei ranghi dopo le feste natalizie, senza poi essersi fermata del tutto durante le stesse, con poche novità all'apertura dell'anno nuovo.
Niente botti di fine anno, insomma, anche se schermaglie e fibrillazioni non sono mancate. Un paio di settimane, tra il Natale e la Befana, con un in tanti a sfogliare i petali di una margherita: verifica-non verifica. Ed ogni argomento è servito a rinnovare lo sfoglio.
Giusto per fare un esempio, in maggioranza c'è chi non ha gradito appieno il ricorso al Tar presentato dal sindaco Greco in nome e per conto del Comune di Gela, in opposizione alla delibera di giunta regionale che ha sottratto diversi milioni di euro di fondi destinati a Gela, in quanto area di crisi complessa, nell'ambito del "Patto per il Sud". Invero, tra coloro che non hanno gradito, c'è chi lo fatto nel silenzio mediatico, senza tradire pubblicamente il proprio imbarazzo, vedi Forza Italia (che è infatti forza di governo con Musumeci a Palermo) e chi, invece, ha sentito il dovere di uscire pubblicamente ed esternare tutto il proprio disappunto.
Il consigliere comunale Cascino, da musumeciano della prima ora e tesserato di #diventeràbellissima, non ha condiviso questo ricorso criticando una scelta fatta dal primo cittadino, senza prima averla condivisa con gli alleati. La critica di Cascino è arrivata dopo l'attacco durissimo sul ricorso, rivolto al sindaco dal commissario locale del movimento di Musumeci, Michele Orlando, che ha denunciato un appiattimento evidente da parte dell'amministrazione e del suo vertice, innanzi ai desiderata del Pd. Quello stesso Orlando che non ha esitato a collocare #diventeràbellissima all'opposizione del governo cittadino guidato da Greco, mentre un suo tesserato eletto in consiglio comunale, il sopra citato Cascino, non ufficializza la costituzione del gruppo consiliare #diventeràbellissima e chiede l'ingresso di un proprio riferimento in una giunta che lo stesso definisce mediocre.
Inutile proseguire con altri esempi, dalla Tari alla Ghelas, dalla carenza idrica ai grattini delle strisce blu, per dire che ogni occasione è buona per un fuoco amico tutto interno alla maggioranza e su cui oggi a gettare acqua ed aprire ad un fronte dei responsabili è il consigliere Iaglietti, colui che ieri, per primo, si è mosso in consiglio comunale inaugurando la serie delle voci critiche verso l'azione amministrativa. Ogni occasione diventa utile per rilanciare, peraltro, su una verifica che già nelle premesse, non mette d’accordo nessuno dei richiedenti. Sicché, c’è chi la vuole per modificare la giunta o allargarla.
C’è chi la vuole ma non per azzerarla. C’è chi la accetta solo se si ufficializzasse un mutamento avvenuto nella alleanza, c’è chi accusa altri alleati di volere fare i furbi, chi invoca un dialogo con la minoranza e via discorrendo. Una maggioranza irrequieta, che però non perde occasione per i botta e risposta con le opposizioni che parlano di ammucchiate civiche ed eserciti di mercenari. Una maggioranza irrequieta che però non si disunisce in aula dove passano i debiti fuori bilancio, il contratto Ghelas ed altro, senza scivolare sulle classiche bucce di banane.
Ed alla fine a prendere la palla in balzo è stato proprio Lucio Greco. Il primo cittadino ha richiesto egli stesso una sorta di verifica in seno alla maggioranza, con la presenza dei capigruppo consiliari e dei segretari politici dei partiti/movimenti che fanno parte dell’alleanza.
Alla fine, preso atto della volontà del sindaco di allargare a sette il numero degli assessori, con tanto di delibera approvata dalla giunta di modifica in tal senso dello Statuto comunale (che si concretizzerà solo dopo l’approvazione anche in consiglio comunale), si è convenuto di trovare una soluzione sulla futura composizione della giunta ed un metodo che metta tutti d’accordo, evitando di far affiorare l’irrequietezza di queste ultime settimane. In definitiva ci sarà un allargamento a sette assessori con una rimodulazione delle deleghe e quante più forze presenti nell’alleanza rappresentate in giunta. Il tutto in attesa del famigerato ricorso di fine mese e non potrebbe essere altrimenti considerato che mancano oramai solo una ventina di giorni al giudizio del Tar.