Bello il sussidio senza lavorare

Bello il sussidio senza lavorare

Al Governo c’è chi non molla su “quota 100”, chi si riempie la bocca con le “manette agli evasori”, chi vuole tassare le bevande gassate (oltre naturalmente a sigarette e giochi), chi vuole il pagamento col Bancomat anche per un caffè, chi dice a Conte “stai sereno”, chi afferma che “chi non vota la manovra è fuori dal governo”.


A livello regionale ci sono le scorribande mediatiche di ministri e sottosegretari, quindi c’è chi afferma che “Gela è un caso nazionale” (il ministro Provenzano. Vedremo), e chi promette la definitiva realizzazione dell’autostrada Gela-Siracusa (Cancelleri).

Al Comune di Gela c’è chi promuove vertici di maggioranza, c’è chi sgomita per un assessorato, c’è chi cerca di spsararle sempre più grosse alla ricerca di visibilità.
“Ma il cielo è sempre più blu” direbbe il compianto Rino Gaetano (nel disegno) se fosse ancora vivo. Peccato che sotto il cielo di Gela il Governo abbia creato qualcosa che, per quanto mi riguarda, è causa di rabbia e indignazione. Mi riferisco al reddito di cittadinanza, che nella nostra città viene erogato, da aprile, a circa tremila richiedenti.

Attenzione, non ce l’ho con chi percepisce questo sussidio, che per molte famiglie è stata la possibilità di sbarcare il lunario in un territorio economicamente depresso come il nostro, e che si sta ulteriormente svuotando. Ce l’ho con lo Stato, perché va bene il sussidio, ma chi lo riceve dovrebbe in cambio prestare un’attività lavorativa: ti erogo i soldi ma tu mi ripaghi. Invece, grazie ai soliti ritardi burocratici, i beneficiari prendono soldi da ben sette mesi e non hanno fatto una sola ora di lavoro!

Col nuovo decreto, emesso nei giorni scorsi, i Comuni avranno la possibilità di presentare progetti per utilizzare questi “lavoratori” per una prestazione settimanale da otto a sedici ore: non è tanto, ma meglio di niente.
L’auspicio è che l’Amministrazione comunale rediga e trasmetta immediatamente i progetti, senza perdere un attimo: non è ammissibile che si percepiscano soldi senza lavorare mentre c’è gente che fatica da mattina a sera per tirare avanti.

Quanto poi ai posti di lavoro che il sistema burocratico dovrebbe offrire, se ne parlerà (forse) ad aprile, sempre che ci sia qualche azienda del territorio disposta ad assumere. Ma intanto il Comune utilizzi queste persone in attività lavorative: a Gela c’è molto da fare.