L’abbiamo promesso per anni e, non essendo politici-politicanti, le promesse noi le manteniamo.
Con l’abolizione delle Province Siciliane, nel 2014 fu data la possibilità ai comuni isolani di costituire nuovi Liberi Consorzi (di fatto, però, il legislatore ha inteso, volutamente, mettere tanti paletti da rendere vana l’iniziativa in tutta l’isola), oppure di cambiare ente intermedio di appartenenza. Quest'ultima opzione è quella che hanno liberamente scelto le comunità di Gela, Piazza Armerina, Niscemi e Licodia Eubea.
Per difendere le volontà popolari di queste collettività che si sono espresse liberamente e democraticamente attraverso due delibere consiliari ed un referendum confermativo per ogni comune, a cui nel 2014 hanno partecipato oltre 32.000 cittadini, noi, componenti dei comitati promotori, siamo dovuti arrivare al Tar. Ovviamente in qualsiasi altra parte del mondo, più o meno evoluta della nostra, tutto ciò non sarebbe accaduto, ma questa è la patria di Tomasi di Lampedusa, ed abbiamo detto tutto.
I legislatori ed i governi regionali succedutisi, da Lombardo a Crocetta e, quindi. Musumeci, hanno palesato manifestamente di “non tollerare” per nulla le volontà popolari – come è tipico per un Sovrano innanzi ai propri sudditi, soprattutto se ciò sconvolge la geografia politica della Sicilia (su questo fronte rimasta immobile dal 1927), perché a questo cambio di confini dell’ente intermedio sono legati i collegi elettorali per le elezioni regionali.
Dopo aver più volte chiesto invano al Presidente Musumeci di accogliere una delegazione dei Comitati promotori per discutere sul come accontentare le popolazioni delle sopracitate cittadine, aver parlato con il Presidente della I Commissione Ars Stefano Pellegrino, incontrato l’assessore regionale delle Autonomie locali Bernadette Grasso, aver parlato con l’Ufficio Legale del presidente Ars Gianfranco Miccichè, dopo essere stati delusi per anni dalla deputazione locale e siciliana più in generale, abbiamo deciso che era arrivata l’ora di utilizzare altri mezzi.
Il 4 febbraio 2019, la Giunta regionale con delibera n. 54, individua per il 30 giugno 2019 il giorno per svolgere le elezioni dei Liberi Consorzi.
Da quel momento ci siamo organizzati per dare l’incarico legale. Il 4 aprile 2019, abbiamo dato formale incarico agli avvocati Girolamo Rubino, Saverio Girgenti e Massimiliano Valenza. I legali hanno presentato tempestivamente al Tar i motivi dei ricorrenti, un ricorso per ogni comune, per la quale si chiedeva la sospensiva per le elezioni dei Liberi Consorzi, nonché contestualmente l’incidenza costituzionale delle L. R. 8/14 e 15/15. Il Tar ha fissato l’udienza per il 10 maggio 2019.
Il giorno dell’udienza il Tribunale amministrativo regionale ha chiesto i “motivi aggiunti”, perché nel frattempo il presidente della Regione Siciliana aveva emanato il Decreto di Indizione delle elezioni nei Liberi Consorzi (D. P 26 Aprile 2019). La successiva udienza veniva allora fissata per il 18 giugno 2019. Nel frattempo, il legislatore ed il Governo regionale si mobilitavano per inserire nelle “Norme per lo sviluppo del turismo nautico” (incredibile!!!) l'emendamento che rinviava nel 2020 le elezioni dei Liberi Consorzi.
Innanzi a tale novità intervenuta, il Tar però non rigetta il ricorso né lo annulla, ma “congela” il procedimento attraverso la “cancellazione dal ruolo”, in attesa che i ricorrenti risollevino la questione a seguito di una nuova indizione delle elezioni dei Liberi Consorzi: “l’annullamento dei provvedimenti di indizione delle elezioni dei presidenti dei Liberi Consorzi comunali di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani – affermano gli avvocati Rubino, Valenza e Girgenti – ha infatti determinato il venir meno del danno grave ed irreparabile paventato dai ricorrenti.
Ci riserviamo, in ogni caso, di proporre una nuova domanda cautelare, nel caso in cui la Regione Siciliana provveda nuovamente ad indire le elezioni dei presidenti di Liberi Consorzi o nell’ipotesi di adozione di altro provvedimento che pregiudichi in modo irreparabile la sfera giuridica dei propri assistiti”.
Il costo finora sostenuto dai componenti dei comitati di Gela, Piazza Armerina e Niscemi, per l’operazione è di € 7.000,00, senza alcun contributo esterno, privato o pubblico. Il Silenzio di questi mesi ci è stato consigliato dai legali incaricati, per evitare inutili pressioni sulla vicenda.
Ovviamente appare logico pensare che questa fretta del Governo e del Legislatore sia dovuta, non diciamo solo, ma anche per causa nostra, è naturale che quando la politica non vuole o non è in grado di vincere mette tempo. Ma noi abbiamo pazienza, ne abbiamo molta, del resto il comitato di Gela è nato ben 15 anni fa, ben prima della L:R. 8/14, e ci siamo ancora.
Attendiamo con ansia il giorno della liberazione, il giorno in qui finalmente il popolo potrà dire di contare veramente qualcosa in questa “specie” di democrazia.
Non abbiamo nulla per cui festeggiare, ma neanche per cui disperare, considerata la porta aperta lasciata dal Tar e rimane una grande determinazione per andare fino in fondo in questa vicenda che, sta mortificando i valori democratici dell’intera nazione.
Questa descritta sopra è stata la causa della mancata partecipazione del Csag alle elezioni comunali. Il giorno dopo aver reso pubblici i numeri della raccolta firme effettuata in città dai componenti del Csag, è uscita la delibera di Giunta che fissava le elezioni dei Liberi Consorzi, giusto un mese dopo le elezioni amministrative. Davanti a questo bivio abbiamo scelto senza esitazione per la difesa dei diritti dei gelesi già espressi, perché reputiamo che questo cambiamento storico varrà per la città più di 10 buoni sindaci.
Filippo Franzone (nella foto, coordinatore Csag - Gela)
Salvatore Murella (nella foto, portavoce Comitato pro referendum - Piazza Armerina)
Luigi Gualato (portavoce Liberi Consorzi - Niscemi)
Gaetano Buccheri (portavoce Consulta di Niscemi)