Con sgrammaticati volantini la Ghelas ha inteso comunicare ai cittadini che dall’1 luglio sono nuovamente attive le strisce blu, e che quindi la sosta torna ad essere a pagamento, anche se l’amministrazione comunale ha chiarito che le sanzioni scatteranno solo dall’8 luglio.
Il ripristino della sosta a pagamento parte nella confusione: non più i consueti parcometri ma il ritorno ai “grattini” che non si sa bene dove acquistare; tariffe maggiorate rispetto al passato; stalli determinati in modo confusionario e spesso al di là dei limiti stabiliti dalla normativa.
Chiarisco subito che quel che dico lo dico in conflitto di interessi: risiedo nel centro storico federiciano da quarant’anni esatti ed in questo lungo periodo di tempo, tranne qualche caso, le decisioni sulla viabilità e sulla sosta nel quartiere sono sempre state adottate fregandosene altamente dei residenti. L’ultimo esempio è il nuovo Regolamento sulla sosta a pagamento, deliberato dallo scorso consiglio comunale in modo confuso e assurdo e senza minimamente ascoltare i residenti.
E allora partiamo da un presupposto: a chi appartiene il centro storico? In primo luogo a chi vi risiede e vi abita 24 ore su 24. In secondo luogo a chi ci lavora (8 o 10 ore su 24). Ed infine a chi, da altri quartieri, lo frequenta per acquisti o passeggiate o fancazzitudine. Nonostante ciò, fino ad oggi le decisioni sul Centro storico sono state adottate da soggetti che nessun legame hanno col quartiere. Che non lo vivono quotidianamente, ma tuttavia si arrogano il diritto di stabilirne le regole a dispetto dei residenti.
Come se non bastasse, sui social intervengono presunti esperti di viabilità, presunti ingegneri ed architetti, presunti ambientalisti, presunti “tecnici”, tutti pronti ad imporre le ricette più diverse (e talvolta impensabili) per regolare in Centro storico la viabilità, le strisce blu, la sona a traffico limitato.
Ma il discorso è semplice: chi risiede nel Centro storico non può essere discriminato e penalizzato rispetto a chi abita a Settefarine o Marchitello, zone dove non esistono le strisce blu. E’ quindi normale e legittimo che chi risiede nel Centro storico abbia la possibilità di parcheggiare la propria auto nelle vicinanze della propria abitazione senza essere obbligato ad enormi esborsi di denaro. La soluzione, semplice, era già in vigore, ed era il “passi” per i residenti.
Ma il vecchio consiglio comunale, e successivamente il dittatore Commissario Arena (coadiuvato dal suo “cerchio magico” dirigenziale)hanno cambiato le carte in tavola: niente “passi” per i residenti, tranne qualche stallo riservato, per il quale ci sarà la guerra tra gli aventi diritto.
A Gela, purtroppo, si continua a mettere sotto i piedi la qualità della vita dei cittadini, convinti di farla franca sempre e comunque. Non è così, e non sarà così. La nuova amministrazione comunale sembra intenzionata a trovare una soluzione, e glie ne do atto. Ma è urgente che il nuovo consiglio comunale modifichi il Regolamento sulla sosta a pagamento prevedendo le giuste disposizioni per i residenti e chiudendo una volta per tutte la questione.
Basta con le soperchierie verso chi ha la sola colpa di abitare nel Centro storico, non se ne può più. A meno che non si stabilisca che la sosta a pagamento vada a interessare tutto il territorio gelese, tanto per adottare la “par condicio”. Sosta a pagamento a Margi, Settefarine, Cantina sociale, Marchitello, Borgo, Carrubbazza e via dicendo. Vorrei vedere quale sollevazione popolare ci sarebbe!
E allora, meglio adottare il buon senso e fare le cose per bene, ascoltando i residenti del Centro storico e concordando le giuste azioni per evitare immeritate rotture di scatole e possibili proteste che potrebbero bloccare l’intera circolazione stradale (provare per credere). Speriamo bene.