Mon mi piace e non mi è mai piaciuto “l’uomo solo al comando”, perché è l’assoluto contrario della democrazia e della partecipazione.
Gli uomini “soli al comando”, nella storia, sono stati spesso dittatori che hanno provocato guerre, violenze e sopraffazione, e nel migliore dei casi autoritarismi che non ammettevano repliche. Oggi l’”uomo solo al comando” non va molto di moda in Italia, tranne nei Cinquestelle, dove prima comandava Casaleggio padre e oggi, a quanto sembra, dispone Casaleggio figlio. Ma un uomo solo al comando ce l’abbiamo pure a Gela, almeno per altri due mesi: è il Commissario del Comune.
Arena (nella foto), che incarna nella sua persona i poteri del sindaco, della giunta e del consiglio comunale: in pratica, può fare quel che vuole come e quando vuole. Al momento dell’insediamento annunciò che avrebbe ascoltato i cittadini per rendersi conto delle esigenze e delle priorità.
Ma qualcosa deve essergli sfuggito dalla testa se, qualche giorno fa, ha modificato (ma non migliorato) il pessimo regolamento comunale per la gestione della sosta a pagamento approvato nel 2017 da una cricca di consiglieri comunali che, invece di vergognarsi, in buona parte chiederanno ai cittadini di essere votati nuovamente (tanto la gente non sa o non ricorda il danno che hanno fatto).
Buon senso avrebbe voluto (come del resto richiesto ufficialmente dal Comitato di quartiere Centro
storico senza ottenere una risposta) che il Commissario sentisse le esigenze di chi, come l’ultimo dei soldati giapponesi, si ostina a vivere nel centro storico, avviato alla desertificazione per l’inedia e l’incapacità della politica. E invece no, l’uomo solo al comando, novello Erdogan de noantri, fa e disfa ciò che vuole.
l risultato è che il nuovo regolamento prevede un certo numero (insufficiente) di stalli a pagamento riservati ai residenti. A pagamento, d’accordo, ma se pago un abbonamento annuale il Comune non mi può obbligare ad accapigliarmi con i vicini per conquistare lo stallo riservato ai residenti. La cosa più semplice, e più normale, sarebbe che i residenti siano autorizzati a parcheggiare anche nelle strisce blu prossime all’area di residenza.
Sciocchezze? No, perché avviene a Firenze, dove i residenti possono sostare liberamente sulle strisce blu. Avviene a Livorno. Avviene a Mestre. Avviene a Potenza, anche senza apposito permesso. Avviene anche a Lecce, e gratuitamente a Pisa e, udite udite, a Misilmeri. Ma soprattutto avviene a Catania, città di riferimento del Commissario Arena, dove i residenti sono liberamente autorizzati (con abbonamento a pagamento) a sostare nelle strisce blu della zona di residenza. E a Catania, per ottenere l’abbonamento residenti, è sufficiente la carta di identità con copia del libretto di circolazione, mentre i burocrati gelesi hanno bisogno una selva di documenti e dichiarazioni: quanto prima chiederanno anche le analisi di sangue e urine, chissà.
Tornerò presto su questo argomento, se il regolamento non dovesse essere nuovamente modificato con il dovuto rispetto verso i cittadini residenti nel centro città. E una volta presentate le liste per le amministrative, se questa situazione persisterà, pubblicherò i nomi dei consiglieri comunali che hanno votato favorevolmente l’orribile regolamento. Perché i cittadini sappiano che non devono più votarli. Perché non facciano altro danno complicando la vita della gente a cui poi chiedono consenso.