I risultati delle elezioni regionali in Abruzzo e Sardegna hanno confermato ciò che da mesi i sondaggi prefiguravano, con l'ascesa della Lega e, in particolare, del suo leader Matteo Salvini.
Per contro, tali risultati hanno attestato un arretramento del Movimento 5 Stelle, controparte della Lega nel "Contratto di Governo". Rispetto ad un anno prima, in quelle due regioni i pentastellati hanno perso diversi punti percentuali in termini di consenso, una parte dei quali sono stati intercettati dalla stessa Lega, mentre il resto si è disperso nelle varie liste civiche. Per scelta del Governo regionale siciliano che le ha anticipate di un mese, anche le amministrative isolane, con Gela compresa, si effettueranno prima delle elezioni europee e gli eventuali ballottaggi nelle città più importanti, si svolgeranno in piena campagna elettorale per le europee. Da Roma così come da Palermo gli occhi saranno puntati precipuamente sulle principali città, con in testa Gela ed in tanti si chiedono se il trend registrato alle regionali sopra citate, si estenderà anche alla tornata amministrativa che si terrà fra due mesi esatti.
Noi lo abbiamo chiesto al presidente del Circolo gelese della Lega, dott. Giuseppe Spata (nella foto): «La Lega e Matteo Salvini - ci risponde Spata - in questi mesi hanno fatto quello che si erano prefissati firmando il “Contratto di Governo” con i grillini: governare e bene il paese. Le contraddizioni interne agli alleati, invece, stanno pregiudicando la loro attività di governo e compromettendo, di conseguenza, il rapporto con il loro elettorato. Questo, secondo la mia opinione, spiega perché la Lega raddoppia i suoi consensi, mentre il M5S li dimezza. Per altro verso, i numeri a Gela, per le amministrative, saranno ovviamente diversi. Le comunali rispondono infatti ad altre logiche e noi ci presentiamo per la prima volta alla città. Una tendenza sarà in ogni caso rispettata e cioè che la gente vota e premia il centro-destra. Gli ultimi risultati elettorali dimostrano che uniti si vince. La strada ormai è tracciata, bisogna solo seguirla».
L'obiezione, fin troppo agevole, è che il centrodestra gelese sembra non voler riuscire a trovare un'unità a Gela da decenni. «E’ un luogo comune – controbatte l'esponente salviniano – ormai l’idea che i partiti di centro-destra non abbiano voluto vincere le amministrative a Gela. Io credo, invece, che più che un problema di intenti, la ragione sia stata una mancanza di opportunità. La sinistra e le organizzazioni sindacali hanno inciso sulla vita politica ed economica di questo territorio. Vincere le elezioni, per chiunque, sarebbe stato un miracolo. La chiusura dello stabilimento ha segnato però la fine di un’era non soltanto dal punto di vista economico, ma anche politico. Ne è testimonianza il fatto che quattro anni fa il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle stravinse su quello del Pd».
Invero, Messinese battè nettamente al ballottaggio l'uscente Fasulo, anche perché il centrodestra si presentò frazionato in più candidature e, sempre rispetto a quattro anni fa, non si registrò una ventata di "civismo" come quella che ha animato l'agone politico di questi mesi. Tra forme spontanee e forme mascherate, è difficile ipotizzare se tale civismo si rivelerà un elemento decisivo o svanirà nel nulla, fagocitato dai partiti e dalle coalizioni: «sul punto – precisa il presidente del Circolo gelese della Lega – posso dire che ognuno fa le proprie scelte. Io ritengo che la politica vada fatta nel suo habitat genetico, ossia all’interno dei partiti. Sono i partiti che danno garanzie agli alleati e rendono affidabile un progetto politico. I riferimenti regionali e nazionali, poi, sono requisito necessario per garantire un’azione amministrativa efficace per qualunque sindaco. Diversamente si rischia solo di brancolare nel buio».
Senonché, il pericolo astensionismo rimane pur sempre dietro l'angolo, in assenza di una formula o una proposta politica in grado di invogliare i cittadini alla partecipazione, recandosi in massa alle urne. «Vent’anni e più di cattiva gestione della cosa pubblica – ammette Spata – hanno determinato questa situazione. Che poi basterebbe poco, secondo me, per far riaccendere la speranza nelle persone: e più semplicemente dare risposte concrete ai territori ed alle loro esigenze. La gente tornerebbe a votare e sostenere il meglio, non più il meno peggio».
Chiudiamo questa chiacchierata con il dott. Spata chiedendogli quali caratteristiche a suo avviso deve avere il candidato a sindaco in una realtà problematica come Gela dove amministrare non sarà facile per tanti motivi.
«Mi chiede di indicare i requisiti del candidato sindaco – osserva il dottore commercialista gelese – ma aggiungerei del candidato sindaco "ideale" o "perfetto". Le rispondo come fanno tutti in questo periodo: deve essere conosciuto, affidabile, incorruttibile e che abbia esperienza amministrativa. In quest'ultimo caso, che abbia anche amministrato bene. Il problema è che una figura con queste caratteristiche non esiste o non è emersa nel panorama politico gelese, altrimenti ne avrebbe già messo un bel po' di gente d'accordo. I partiti hanno la responsabilità di individuare la figura del candidato sindaco da proporre agli alleati e poi alla città. Ognuno ha i propri criteri e ne individua le caratteristiche. Si tratta solo di fare sintesi. Sarà la gente poi a valutare e decidere liberamente».