Martedì 6 novembre 2018 si è tenuto presso la sala dell'Hotel Sileno una sorta di “primo meeting civico” gelese.
In diversi movimenti civici hanno risposto all'appello di “Unione dei Siciliani” e “Una Buona Idea” che hanno assunto l'iniziativa. Erano presenti “Ripartiamo da zero”, “Un'Altra Gela”, “Cifra”, “Csag”, “Movimenta”, “Gela.”, “Progetto Gela”, “Up Terranuova”, nonché osservatori che hanno accettato l'invito a titolo personale, come il vicesegretario di Sicilia Futura, Rino Licata, gli ex assessori Gianni Mauro, Rocco D'Arma e Ugo Costa, oltre a Francesco Agati, Giovanni Smecca, Francesco Cagnes, Stefano Scepi ed altri.
Grande assente, altrimenti avremmo potuto parlare di una vera e propria “Assemblea degli Stati Generali Civici”, il mondo del “sociale” e del “volontariato” come ha fatto puntualmente notare nel suo intervento proprio Rino Licata. L'impegno, raccolto dai presenti, è quello di riprovare a coinvolgere anche questa “preziosa” area nelle fasi successive.
Quella di martedì scorso è parsa a tutti gli effetti una prima “sessione” di lavoro, a cui dovrebbero seguirne altre, almeno nelle intenzioni dei fautori. Un primo “incontro-confronto” tra liste e movimenti in cui, come ha esordito Francesco Salinitro (Unione dei Siciliani) «ci si conosce, ci si guarda in faccia e parte un ragionamento in vista delle prossime amministrative, senza candidature a sindaco preconfezionate.
Un percorso che ha già da subito alcune caratteristiche salienti ed imprescindibili, come la connotazione autonomistica siciliana, l'abbandono del libero consorzio di Caltanissetta con passaggio alla Città metropolitana di Catania, bonifiche e risanamento ambientale quale premessa essenziale per una riconversione industriale, nonché una convinta rivendicazione di maggiori servizi ospedalieri e sanitari».
In questa fase iniziale, secondo l'ex assessore comunale Salinitro si stabilisce un primo “canovaccio ideologico” che sarà alimentato da ulteriori tematiche durante il percorso, fino a completare la definitiva piattaforma programmatica da sottoporre agli elettori, in cui la visione strategica dovrà andare a braccetto con le emergenze quotidiane che assillano il territorio.
Resta da decidere se procedere con incontri in cui ci saranno diversi tavoli tematici ovvero incontri con singoli tavoli monotematici (industria; agricoltura, ecc.), ponendosi come termine temporale la fine dell'anno solare. Solo nella fase finale si deciderà la scelta del candidato a sindaco, attraverso un profilo che sarà delineato e strumenti di selezione che saranno scelti - come ad esempio le primarie - tutt'insieme.
A parlare per primo favorevolmente di primarie e di un profilo ben preciso in quanto a candidature a sindaco è Maurizio Melfa (Ripartiamo da Zero): «serve un approccio manageriale ed una logica sistemica, cioè una rete di soggetti in grado, da un lato, di elaborare percorsi in cui le idee si materializzano in fatti e, dall'altro, in grado di dialogare con il personale burocratico affinché venga ricomposto l'attuale scollamento tra politica e macchina amministrativa».
A ruota, Fabio Zuppardo (Movimento Up Terranuova) evidenzia come «ogni progetto deve partire dalla questione della salute pubblica. Emergenza primaria che va affrontata a 360 gradi, considerata l'attuale condizione in cui all'assenza di bonifiche si affianca la carenza di strutture ospedaliere in una città che muore e si spopola».
Per Giampaolo Alario ed Emanuele Tuccio (Movimenta) «al pari di questo confronto civico aperto tra diverse anime con esperienze e bagagli politico-culturali differenti, anche la città deve aprirsi e mettere fine ad una chiusura che è interna ed esterna. Occorre stare uniti e superare egoismi, non essere concilianti con la realtà, ma severi altrimenti non sarà possibile parlare di cambiamento. Siamo diversi ma la diversità è una ricchezza. Basta delegare altri, dobbiamo esserci e tessere una nuova classe dirigente. Non mancano le risorse umane così come non mancano le potenzialità del territorio. Dobbiamo riuscire a fare sistema».
A seguire Emanuele Antonuzzo (Cifra) ha suggerito di fare molta attenzione alla proposta: «molti partiti non presenteranno i propri simboli, come già avvenuto nelle grosse città isolane, a partire dalle tre città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. Tanti generali con relative milizie si nasconderanno dietro le liste civiche.
Quindi occhio a contaminazioni per una proposta civica seria». Paolo Cassarino (Un'Altra Gela) ha avanzato la necessità di non tralasciare i temi scottanti «come l'acqua, i rifiuti, la sicurezza urbana ed extraurbana, a cui i cittadini-elettori si mostrano molto sensibili, ritenendosi sicuro che a fronte di un buon lavoro fatto, scegliere un candidato condiviso sarà possibile anche senza ricorrere alle primarie».
Molto attivo e concentrato sul programma, nonché su come costruirlo ponendo tutta una serie di quesiti è sembrato Raffaele Carfì (Gela.) mentre Maurizio Scicolone (Progetto Gela) ha insistito sulla necessità «di una nuova classe dirigente» apprezzando chi in questo momento «fa un passo indietro, per farne due avanti, in attesa che il candidato venga condiviso anche attraverso primarie».
L'allusione è soprattutto a Terenziano Di Stefano (Una Buona Idea) il quale ha sottolineato l'idea di base del progetto, vale a dire «unire le parti sane della città e metterle attorno ad un tavolo, per elaborare una proposta alternativa a quella dei partiti, da concedere agli elettori che si recheranno alle urne la prossima tornata politico-amministrativa».