Nasce Joint, marchio made in Gela. Dai social, sognando un futuro importante

Nasce Joint, marchio made in Gela. Dai social, sognando un futuro importante

In un periodo in cui è difficile trovare occupazione, tre giovani ragazzi hanno deciso di gettare le basi per la costruzione di un brand d’abbigliamento dedicato ai giovani. Il nome e il logo, rappresentano anche la loro amicizia, nata sui banchi di scuola.


– Come nasce l’idea di Joint?
«Siamo tre ragazzi, io Francesco Pisano (23 anni) studente di Graphic Design Comunicazione di impresa a Catania, Angelo Giammella (22 anni), cameraman presso Rete Chiara e Emanuele Cartina (22 anni) operaio. Siamo amici da tempo, compagni di scuola alle superiori (con Angelo ci conosciamo dalla scuola dell’infanzia). L’ idea era comune personalmente, avendo la passione per la grafica, mi piace vedere quello che creo con il pc, per le strade, che sia un logo, una maglia, un manifesto o qualsiasi altra cosa. In passato, avevo proposto di ideare un brand d’abbigliamento a dei miei colleghi di studio, ma a causa di gusti diversi non ci siamo mai trovati d’accordo sulle scelte. Un giorno, Angelo ed Emanuele mi hanno parlato del fatto che avrebbero voluto fare delle maglie, ispirati da Dolly Noire. Pensandoci e parlandone in quello stesso momento, ci siamo resi conto di avere ognuno di noi delle capacità e competenze che potevano portare ad un risultato finale ottimo».

– Il nome e il logo hanno qualche significato particolare?
«Il nome Joint ha circa 20 significati diversi, quello al quale siamo più legati è unione. Questo anche perché volevamo trasmettere un messaggio importante oltre a fare un semplice disegnino o inventare un nome infatti, abbiamo anche lo slogan “Joint The Life” che interpretiamo come “Unisciti alla vita” come per dire di vivere la vita al massimo senza aver paura di nulla, ma cercando di dare sempre il meglio di se. Il logo non è altro che l’unione delle nostre 3 iniziali. Cambiando il punto di visione del logo, si possono trovare A, E, F».

– Tutto è partito da circa un mese, di cosa vi siete occupati principalmente?
«Siamo partiti da Istagram, ma è stato difficile riuscire ogni giorno a trovare un’idea nuova per creare post che potessero interessare ed incuriosire il pubblico. Studiando tra le varie cose anche marketing e comunicazione sui social, so esattamente come creare un brand che possa funzionare e come comunicarlo. Questo sarà anche il mio argomento di tesi. Inoltre, abbiamo contattato diverse aziende per la stampa delle maglie, cercando il tessuto che facesse al caso nostro trovandone uno di buona qualità e allo stesso tempo leggero dato l’arrivo dell’estate. Questo per noi era un ambito totalmente sconosciuto ed infatti abbiamo trovato difficoltà, poi risolte. Ci siamo occupati anche di contattare diversi influencer (3 in totale) che hanno accettato. Questo, in modo da far crescere il nostro profilo.

– Come scegliete i ragazzi e le ragazze che indossano i vostri capi e come si possono acquistare?
«La scelta dei modelli è stata anch’essa legata al marketing. Abbiamo creato dei contest attraverso la condivisione della storia (sempre su Instagram) ed uno attraverso il commento di un post. In questo modo, tra i partecipanti, abbiamo scelto quelli più adatti dando loro una maglia gratuitamente ed inoltre, abbiamo dato la possibilità di diventare modelli per il brand con un set fotografico utile sia a noi che a loro. L’ acquisto dei capi momentaneamente, avviene tramite un messaggio sui social per vari motivi. Vogliamo, almeno all’inizio, lasciare i prezzi bassi e quindi appoggiarci sin da subito a qualche negozio, avrebbe fatto aumentare il costo in maniera quasi esagerata. Stiamo provvedendo a stringere collaborazioni per poter vendere attraverso stand le nostre maglie, durante vari eventi cittadini. Ci siamo già mossi a Catania chiudendo una collaborazione con un negozio che prenderà i nostri capi per venderli».


– Prossimamente è prevista qualche uscita?
«Per le nuove uscite stiamo lavorando. Non saranno imminenti, però stiamo pensando di creare accessori e capi d’abbigliamento come cappelli e vestiario femminile. Il problema principale, consiste nei costi».

A cosa aspirate per il futuro?

«Il nostro obiettivo massimo è quello di diventare un brand conosciuto non solo a Gela, ma in tutta Italia. Riuscire ad aprire negozi nei quali poter vendere i nostri prodotti, sperando di arrivare ai livelli di Dolly Noire