Da anni sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori, la Residenza sanitaria di Caposoprano (Rsa) di Gela e 32 persone implicate a vario titolo nella vicenda, rischiano di essere travolti da uno scandalo senza precedenti.
La Procura di Gela, infatti, a conclusione di indagini preliminari, ha chiesto al Gup del Tribunale il rinvio a giudizio di personaggi bene in vista della politica locale, oltre a amministratori della stessa struttura sanitaria, dirigenti, funzionari regionali e tecnici. Sono 41 le ipotesi di reato a sostegno della richiesta di mandare tutti sotto processo: tra le accuse, abusi, corruzione, falso ideologico, truffa. Si attende ora la decisione del Giudice per le udienze preliminari.
Sembrava essersi persa per strada, poi un’accelerazione avuta con l’arrivo di nuovi magistrati in Procura, e l’inchiesta a carico di presuni abusi e irregolarità nella realizzazione della Rsa di Caposoprano ha preso corpo, culminata nella chiusura delle indagini preliminari e la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 32 persone, coinvolte a vario titolo e con varie responsabilità nella vicenda.
Nella sua nota stampa del 20 aprile scorso, il procuratore capo dott. Fernando Asaro (nella foto), parla di 41 ipotesi di reato, tra cui “abuso d’ufficio, concussione, falso ideologico, omissione di atti di ufficio, istigazione alla corruzione, omessa denunzia di reato e truffa relativamente alla gestione ed accreditamento presso la Regione siciliana” della struttura sanitaria gelese. E non solo. La Guardia di Finanza di Gela, che ha condotto le indagini disposte dalla Procura, avrebbe rilevato irregolarità anche nel procedimento finalizzato alla concessione edilizia ed al cambio di destinazione d’uso dell’immobile ex hotel Caposoprano.
Coinvolte, come detto, esponenti politici, funzionari regionali, provinciali e locali, imprenditori.
Tra gli imputati più in vista, l’ex sindaco Angelo Fasulo, l’ing. Renato Mauro, ex direttore generale del Comune all’epoca dei fatti, e contitolare della Rsa Caposoprano, il deputato regionale gelese Giuseppe Arancio, l’ex deputato regionale Lillo Speziale, l’ex presidente del Consiglio comunale Peppe Giuseppe Fava, l’ex assessore comunale all’Urbanistica avv. Giuseppe D’Aleo, la consigliera comunale in carica Sandra Bennici, politicamente molto legata al Mauro.
Gli altri imputati a vario titolo e responabilità sono: Salvatore Lombardo, Antonino Brugnone, Maurizio D’Arpa, Sebastiano Macchiarella, Gaetano La Bella, Isidoro Bracchitta, Carmelo Di Bartolo, Donato Fidone, Salvatore Sammartano, Michele Burgio, Giuseppe Sgroi, Lorenzo Maniaci, Vito Scalogna, Maria Cannarozzo, Fabrizio Geraci, Ignazio Tozzo, Marco Bruno, Davide Giordano, Luigia Maria Rita Drogo, Lillo Buttiglieri, Raffaella Galanti, Giovanni Costa, Antonio Bonura.