Il 26 aprile Nino Benvenuti ha compiuto 80 anni.
Il mitico campione triestino, nato ad Isola d’Istria nel 1938, è divenuto grazie alle sue imprese pugilistiche una leggenda vivente dello sport. Egli è entrato nell’immaginario collettivo grazie alla conquista del titolo mondiale dei medi, avvenuta il 17 aprile del 1967 al Madison Square Garden di New York contro Emile Griffith; evento che venne seguito alla radio da 16 milioni di italiani. Ma prima di quel clamoroso successo Nino aveva già conquistato il cuore degli sportivi vincendo l’oro olimpico a Roma nel ’60 e divenendo poi campione del mondo dei welter pesanti nel ’65, battendo il fiero e forte Sandro Mazzinghi con il quale accese una forte rivalità sportiva che la stampa paragonò a quella fra Coppi e Bartoli.
Dopo i trionfi americani Benvenuti venne accolto in udienza da Paolo VI e invitato al Quirinale dal Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat.
Chiusa la carriera nel 1970, dopo la sconfitta subita per mano di Carlos Monzon, il Nino nazionale è divenuto il portabandiera del pugilato italiano nel mondo e la sua popolarità non ha mai conosciuto flessioni; anzi sono stati tanti i riconoscimenti in Italia e all’estero, soprattutto negli USA dove rimane uno dei campioni più amati, prova ne sia che anche gli italo-americani di New York hanno organizzato festeggiamenti in suo onore, mentre in Italia anche nei prossimi mesi si susseguiranno eventi celebrativi del campione, come ad esempio la pubblicazione di una nuova biografia, la realizzazione di un film, e addirittura un fumetto sulla vita del pugile che gli americani chiamavano “il ragazzo italiano biondo ed elegante, bello come un attore ma bravo come Ray Sugar Robinson”.
Non a caso La International Boxing Hall of Fame e la World Boxing Hall of Fame lo hanno riconosciuto fra i più grandi pugili di tutti i tempi e, l’anno passato, c’è stato anche il solenne ingresso nella National Italian-American Sport Hall of Fame, consacrazione che già in passato avevano ottenuto autentiche leggende dello sport quali Rocky Marciano e Joe Di Maggio.
Nella maturità Nino, si è risposato in seconde nozze con Nadine Bertorello, la fotomodella che gli aveva dato una figlia negli anni della gloria. D’altronde, Benvenuti è sempre stato coerente con le sue scelte e ha più volte detto: “nella vita si può sbagliare, ma si deve anche avere la forza e il coraggio di rimediare agli errori”. Fece scalpore negli anni ’90, il fatto che l’ex campione andò in India ad assistere i lebbrosi fra le suore di madre di Teresa di Calcutta.
Personalmente, ho avuto la fortuna di conoscere Nino nel 1993 e da allora è nata fra noi una fraterna amicizia. Benvenuti ha scritto la prefazione dei miei libri sul pugilato, più volte mi ha concesso delle interviste in esclusiva; inoltre è stato quasi sempre presente alle prime romane dei miei film. Ma le esperienze più belle vissute insieme sono state: la prima, quando nella sua casa romana mi mostrò la cintura di campione del mondo conquistata in America; una emozione molto forte per chi come me aveva praticato il pugilato da ragazzo, sia pure come dilettante. Poi la sua venuta in Sicilia nel 2010, a Caltanissetta, quando lo invitai per una due giorni organizzata con il Coni e la Scuola dello Sport.
Benvenuti allora stava facendo un giro per l’Italia al fine di raccogliere fondi per il suo vecchio amico rivale Emile Griffith, gravemente ammalato; un impegno che sostenne sino alla morte del grande pugile americano. Questo a dimostrazione della nobiltà d’animo del nostro campione che davvero è stato un genuino interprete della “Noble Art” dentro e fuori il ring. Un uomo e uno sportivo che ancora oggi con il suo carisma riesce ad affascinare i giovanissimi, così come continua a regalarci emozioni durante le sue appassionate telecronache trasmesse dai ring di mezzo mondo.