E' un nuovo modo di procedere.
Si chiama consultazione pubblica, vale a dire «il momento per verificare le condizioni anche territoriali – sottolinea nella sua breve presentazione la rappresentante del Mis e Liliana Panei – per poi definire il progetto, che ancora non è nella scrivania del Mise». Ecco spiegato l'incontro di martedì scorso all’Asi di Gela, dove ad accogliere la Panei, dirigente della Divisione Mercati e infrastrutture di trasporto ed approvvigionamento del gas naturale) del Mise, c’erano il sindaco Messinese e il suo vice Siciliano.
Con la Panei, l’ambasciatrice maltese in Italia, Vanessa Frazier, e il Ceo dell’Agenzia per l’energia e l’acqua maltese, Daniel Azzopardi, con i consulenti di Rina Consulting.
In sala, presenti tutti gli assessori, ossia Caci, Granvillano e Mauro, con l'eccezione di Morello che ufficializzerà nella stessa giornata le sue dimissioni. Diventano due le poltrone vacanti in giunta.
Ad assistere in platea anche diversi “beneficiati” dalle nomine di sottogoverno e, soprattutto, alcuni consiglieri comunali, quali Salvatore Sammito (centrodestra), Romina Morselli (centrosinistra), Carmelo Casano (centrosinistra), Sandra Bennici (centrosinistra), Enzo Cascino (centrodestra) e Luigi di Dio (centrodestra), una sorta – secondo i più maliziosi – di delegazione dei “responsabili apostolici” pronti al dialogo e sostegno all'amministrazione, capeggiata da una Bennici lesta a prendere parola nel corso del dibattito, per quanto visibilmente “emozionata”, al fine di ringraziare l'amministrazione per questa occasione di sviluppo del territorio gelese.
Ma non sono mancate le perplessità emerse, fra l'altro, nitidamente, fra il pubblico. Ma non è che con questo progetto salta quello dell'impianto liquefattore del gas previsto fra le compensazioni Eni a Gela, con tutto quel che ne consegue in termini di trasporto su gomma? Chiedono in sala. A rispondere è il vice sindaco Siciliano: «non sussiste il rischio di una competizione tra Malta e Gela ed è quel che abbiamo giusto appurato recandoci da quelle parti recentemente», mentre a ruota il primo cittadino Messinese osserva: «il gas è presente di fatto già a Malta con un deposito (navale) galleggiante che vogliono per l'appunto sostituire con il pipeline che non trasporta gas liquefatto».
Ed ancora: quali sono allora i vantaggi che ne ricava Gela? Esiste un accordo alla base tra Gela e Malta? A chiarire decisamente i termini nel prendere il microfono è l'ambasciatrice maltese Vanessa Frazier: «Malta ha cercato di superare l'isolamento dal resto dell'Europa sfruttando al 100% tutte le occasioni di finanziamento o cofinanziamento (come in questo caso) europeo. Questo progetto, che collega in una rete unica energetica tutti i paesi europei, non può prevedere possibilità di profitto. Questo è un progetto di interesse comune che connette Malta alla Rete Gas Europea. Non siamo disposti, quindi, a correre il rischio di perdere un importante finanziamento pubblico per concorrere con Gela. Questo progetto, però, può essere occasione per una collaborazione tra Malta e Gela sul piano storico-geopaesaggistico, enogastronomico e turistico-culturale».
Niente dunque ricadute occupazionali e di tipo compensativo? Insistono fra il pubblico. «Ci saranno occasioni di lavoro per ingegneri, architetti e specializzati – ribatte la rappresentante del governo maltese -; quanto alle imprese ed alla manodopera, non vi nascondo che resterei a dir poco delusa se ad assicurarsi i lavori fosse un gruppo di imprese svedese, per fare un esempio, o comunque di qualsiasi altra nazionalità che non sia quella italiana. Ci saranno compensazioni sul territorio ma saranno trattate più avanti, per ora non è possibile prevederle, perché bisognerà capire ciò che non verrà coperto nell'impatto ambientale con le definitive misure di mitigazione che impiegheremo».
Quello degli impatti previsti sull'ambiente, sia sotto il profilo dei siti di Rete Natura 2000, che delle aree protette e delle stesse aree archeologiche, rimane un tema aperto nonostante dal tavolo dei relatori, esponenti di Rina consulting fanno notare che il nuovo gasdotto è parallelo a quello realizzato con il nuovo secolo e diventato operativo nel 2004, il “greenstream” gasdotto libico, rientrando nello stesso corridoio energetico. La rotta scelta è stata individuata tra sei possibili opzioni (Petrosino-Mazara; Campobello di Mazara; Castelvetrano; Sciacca-Ribera; Butera-Piazza Armerina; Gela-Acate-Vittoria; Scicli-Pozzallo) e non comporta stazione di compressione, oltre a comportare il più breve percorso a terra (solo 7 km) in termini di allacciamento.
Sul piano squisitamente tecnico, il progetto in estrema sintesi prevede Gela come punto di partenza del metanodotto e Delimara (penisola maltese) come punto di approdo. La condotta sotterranea, dal diametro esterno di 22 pollici, misura 151 km lungo la rotta marina, 7 km lungo la rotta terrestre gelese e meno di 1 km lungo la rotta terrestre maltese. A questo incontro gelese, è seguito un altro incontro di consultazione pubblica a Palermo il 18 aprile e a Roma il 19 aprile. Il cronoprogramma, nella sua essenza, prevede nel 2019 la presentazione delle domande complete alle competenti autorità maltesi ed italiane; nel 2020 la pubblicazione della gara d'appalto per la stipula del contratto Epc; nel 2024 la realizzazione ed il collaudo.