Rubavano ciclomotori e poi, avvalendosi di intermediari, li restituivano dietro pagamento di somme che oscillavano tra i 200 e 300 euro.
Otto gli arresti operati dalla Polizia, tra carceri e domiciliari, e un nono identificato e ricercato., su indagini coordinate dalla Procura.
Con questa operazione, il vice-questore Marino (nella foto) saluta Gela, dopo quattro anni e mezzo di onorato servizio. Va a Benevento, come aggiunto alla Questura.
Nelle prime ore della mattinata di mercoledì, personale del Commissariato di P.S. di Gela ha dato esecuzione a 9 provvedimenti restrittivi (custodia cautelare in carcere e arresti domiciliari) emessi dal Gip presso il Tribunale di Gela dr. Lirio Conti, su richiesta della locale Procura diretta dal dr. Fernando Asaro nei confronti di altrettanti soggetti resisi responsabili dei reati di cui all’oggetto.
Durante la fine del 2016 e la metà del 2017 si verificava un incremento dei reati legati al furto di motocicli e ciclomotori e tale fenomeno, oltre a generare un prevedibile allarme sociale, rendeva necessaria una rapida azione di contrasto per evitare che, in un periodo di crisi economica e di carenza occupazionale, quella dei reati c.d. predatori diventasse per molti una “valida alternativa” di lavoro per rimettere in sesto l’economia familiare, fornendo in tal modo “manovalanza” a basso prezzo per la criminalità locale. Quest’Ufficio di P.S. si attivava prontamente per un più intenso e capillare controllo del territorio e, nel contempo, si analizzavano attentamente tutti gli episodi criminosi per cercare, ove esistente, una pista investigativa volta e finalizzata ad addivenire all’identificazione dei responsabili.
Tale analisi portava ad attenzionare alcuni furti di motocicli avvenuti nel centro storico effettuati con il medesimo modus operandi. Inoltre gli operatori notavano come di lì a poco i proprietari rinvenivano i mezzi asportati in maniera inaspettata e misteriosa, senza fornire una plausibile spiegazione o addirittura senza far constatare alle forze di Polizia il ritrovamento.
Grazie ad una capillare ed imponente attività info-investigativa esperita con l’ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali, nonché con l’ausilio di sistemi di localizzazione satellitare, si riscontrava il modus operandi adottato dagli odierni arrestati, le cifre pagate dalle vittime per ritrovare il mezzo trafugato. Il tutto a riprova dell’elevato spessore criminale di molti dei soggetti tratti in arresto. Della pericolosità sociale e del senso diffuso di impunità che la banda criminale sentiva molto forte nella conduzione dell’attività criminale in narrativa, al punto che le vittime non facevano nemmeno le denunce di furto oppure simulando rinvenimenti “di fantasia”
Gli arrestati in carcere sono:
Alfieri Gaetano inteso “Tano” cl.1997;
D’Amico Nicola cl.1993:
Trubia Pasquale, cl.1997
Gli arrestati ai domiciliari sono:
Ferrigno Emanuele Armando, cl.1998;
Di Maggio Giovanni inteso “Jonny” cl.1999;
Alma Salvatore cl.1996;
Damaggio Mirko Gaetano, cl.1994;
Iapichello Ivan, cl.1996;
Sono state attivate indagini per localizzare uno dei nove soggetti colpiti dall’ordinanza cautelare, atteso che lo stesso si è reso irreperibile.
Dopo le formalità di rito, gli arrestati sono stati associati presso la Casa circondariale di Gela mentre i soggetti sottoposti ai domiciliari sono stati condotti presso le rispettive abitazioni, a disposizione delle Autorità giudiziaria
(fonte: Procura della Repubblica di Gela)