Filippo Franzone, coordinatore del Csag (Comitato per lo sviluppo dell’area gelese), al quale aderiscono quasi una quarantina di associazioni, in un comunicato dei giorni scorsi ha affrontato il problema del paventato rischio di chiusura della sede di Gela del consorzio di bonifica, istituito, in via definitiva, nel 1935 con un regio decreto.
Una istituzione storica quindi che rischia di scomparire in seguito al suo accorpamento in uno dei due grandi consorzi istituiti dal presidente della Regione nel settembre dello scorso anno e cioè nel Consorzio della Sicilia Occidentale con sede a Palermo. Secondo Franzone avrebbe dovuto essere inserito nell’altro consorzio, quello della Sicilia orientale, con sede a Catania. Nella nota Franzone sottolinea che «senza capire né le motivazioni né la logica, ci ritroviamo da perfetti estranei all’interno di un Consorzio con cui non abbiamo nulla da spartire... Non si capisce il perché in una scelta di tipo idrografica non debba prevalere il buon senso piuttosto che la scellerata politica».
Franzone teme che il Consorzio Gela-5 si possa impoverire negli anni a venire e di conseguenza soppresso a favore di quello di Caltanissetta, ricostituito nel 1997 dopo che nel 1995 era stato aggregato a quello di Gela. Franzone quindi considera legittime le pretese dei gelesi che il consorzio venga aggregato in quello unitario della Sicilia orientale, sia per motivi geografici, dato che – come si legge nel documento – «la Sicilia dal punto di vista idrogeologico è divisa dall’Imera settentrionale e dall’Imera Meridionale (Salso) e che il Consorzio di Bonifica 5-Gela è interamente a destra del Salso, nella Sicilia orientale. Il fiume Gela ha le sue sorgenti e i suoi affluenti nella Sicilia orientale, logica vorrebbe quindi che il Consorzio di Bonifica di Gela venisse ricompreso nel Consorzio di Bonifica della Sicilia Orientale». Anche perché con un referendum di qualche anno fa la città ha scelto di aderire alla città metropolitana di Catania e quindi di «far parte, per tutti i servizi, della Sicilia Orientale».
Nel documento si denuncia inoltre lo stato di sottodimensionamento dei servizi in cui viene tenuta la città in favore del capoluogo, da cui si vorrebbe invece staccare, stanca dei continui sopprusi e della logica predatoria subita.
Una soluzione viene però intravista dal coordinatore Csag, ma occorre la volontà politica e cioè un decreto del Presidente della Regione Siciliana che, su proposta dell’assessore regionale dell’Agricoltura, apporti una variazione del comprensorio di bonifica, così come prevede l’articolo 2 dello Statuto dei Consorzi di Bonifica.