Ancora il Piano regolatore generale, telenovela senza fine. O piuttosto una tela di Penelope, che si fa e si disfa secondo umori, interessi e incompetenze.
«L’Amministrazione comunale – sostiene l’ex assessore all’Urbanistica arch. Francesco Salinitro – annuncia ricorsi e così rischia di farci tornare indietro anni luce». E al nuovo assessore che lo ha sostituito in giunta – l’architetto Giambattista Mauro – e al dirigente competente, suggerisce di «verificare se è ancora tecnicamente e giuridicamente possibile che la Regione accetti, in tutto o in parte, certe osservazioni».
Questo Prg, per tante ragioni, non l’ho mai condiviso, non l’ho condiviso per le incongruenze e i limiti tecnici che contiene (l’assenza di calcolo degli standard urbanistici per esempio), per l’irrealistica previsione di una piazza da demolizioni di abitazioni che non è dato sapere sulla base di quale processo realizzarla, per l’altrettanta irrealistica previsione di una miracolistica riqualificazione delle aree periferiche in virtù di un ipotetico incremento di valore delle aree edificabili, per i vincoli inopportuni e diseguali, per la mancanza di previsioni a favore dello sviluppo turistico aggravata dall’accoglimento da parte degli stessi progettisti di osservazioni che riducono ulteriormente le poche aree destinate alla ospitalità, non l’ho mai condiviso questo Piano, soprattutto per l’assenza di una visione percorribile e strategica del futuro di questo territorio in rapporto coerente con le previsioni del resto della Regione.
Nonostante queste considerazioni ho evitato di compiere azioni che potessero bloccare il Piano. Dopo decenni di calvario sarebbe stata la scelta più sciagurata. Il Prg non sarebbe mai entrato in vigore e legittime aspettative dei cittadini, dopo decenni di attesa, sarebbero state azzerate, si sarebbero aperti conflitti, contestazioni e contenziosi, e sarebbe stato impossibile avviare un sereno confronto e un positivo processo di costruzione di un Prg moderno e coerente con i reali bisogni dei cittadini. Persino l’abusivismo edilizio avrebbe trovato nuovo slancio e una sorta di giustificazione per l’assenza di un alveo normativo di riferimento.
Bisognava perciò chiudere il più rapidamente possibile, l’iter del vecchio Prg per avviare le procedure politiche e amministrative per una Grande Variante.
L’assessorato comunale all’Urbanistica da me diretto sino al novembre scorso, aveva incontrato il Comitato Urbanistico Regionale (Cru) sia a Palermo, sia a Gela. Aveva interloquito con funzionati e dirigenti confrontandosi sulle questioni che angustiano la città, infine aveva inviato un nutrito elenco di osservazioni per migliorare il Piano con la speranza di limitare disagi ai cittadini e agli stessi uffici comunali in fase di gestione. Per questo avevamo scelto di agire solo sulla normativa di Piano (Norme tecniche e Regolamento edilizio) e in modo molto marginale su pochissime destinazioni di zona. Purtroppo la Regione, forse anche per i cambi dirigenziali intervenuti nel frattempo, ha ritenuto, sbagliando, pur se legittimamente, di non recepire quelle note.
Suggerirei perciò, sommessamente, al nuovo assessore all’Urbanistica e al dirigente competente, di verificare, viste le ulteriori modifiche nella direzione Urbanistica e nella compagine politica e amministrativa regionale, se è ancora tecnicamente e giuridicamente possibile che la Regione accetti, in tutto o in parte, quelle osservazioni sulle quali mi pare si concordi, ma mi asterrei dall’avviare azioni legali che potrebbero determinare blocchi e lungaggini imprevedibili, ma soprattutto potrebbero rinviare ad un tempo indefinito l’avvio della necessaria Variante.
I tempi per un’azione legale potrebbero coincidere con quelli di conclusione della Variante stessa. Le azioni legali le portino legittimamente avanti i cittadini, il Comune prenda atto delle sentenze e se il caso, adegui il Piano ad esse, ma consideri prioritario completare gli atti di Prg e nel contempo avvii la procedura di Variante la cui tempistica non sarà breve stante la vecchissima Legge urbanistica vigente in Sicilia.
Non credo sia nelle intenzioni dell’amministrazione comunale bloccare il Prg appena approvato. Così fosse vorrebbe dire che questa Amministrazione avrebbe sposato l’idea di chi ha sempre pensato che si stava meglio quando il Prg non c’era, quando i “forti” potevano operare comunque con varianti specifiche, mentre la maggioranza dei cittadini era destinata a rimanere senza risposte in un’attesa senza fine.
Il Prg fa acqua da tutte le parti, ma andava messo in discussione subito, non ora! Non risulta ci siano state contestazioni quando il Piano fu presentato. Nessuna azione da parte degli ordini professionali, nessuna dei cittadini e tanto meno delle imprese. Forse si era convinti che quel Piano, e forse qualsiasi altro Piano, non sarebbero mai stati portati a conclusione. Ebbene, così non è stato.
Ora, lo ripeto, occorre revisionare le tavole di piano recependo senza indugio le prescrizioni regionali, nel contempo avviare l’attività per il nuovo Prg sfruttando le grandi possibilità operative offerte dal Sistema Informativo Territoriale che in questi due anni è stato predisposto con grande impegno dal Settore Urbanistica e potrà ulteriormente essere adeguato se necessario dai tecnici che hanno operato nel progetto. Infine istituendo l’Ufficio di Piano, mettendo a frutto le professionalità già individuate con apposito bando e da utilizzare a rotazione.
Operare nella nuova pianificazione è l’attività più importante che il Settore dovrà portare avanti per consentire la formazione di un Prg effettivamente vitale per il nostro territorio: la portualità internazionale (porto container, Gnl, ecc.) e locale (diportistica e pesca), confrontando dal punto di vista tecnico e trasportistico la scelta di quell’enorme porto commerciale inserito acriticamente nel Prg e privo d’infrastrutture di collegamento la cui realizzabilità soprattutto economica è tutta da dimostrare, il recupero strategico dell’aeroportualità (incomprensibilmente cassata dall’allora sindaco Crocetta), non tanto per l’immediata realizzazione, ma per un futuro neppure tanto lontano, nel quale tale previsione tornerà certamente utile.
Più urgente ancora è l’approvazione del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (Pums). Non si comprende perché non sia ancora approdato in Consiglio comunale nonostante il grande lavoro già compiuto dal settore Urbanistica e dai professionisti incaricati per metterlo in coerenza con le previsioni di Prg. I commercianti avevano vigorosamente contestato, addirittura in Consiglio Comunale, l’adozione del Pums, ma una volta pubblicato, curiosamente, non è giunta nessuna osservazione! Chiudere il Pums è obbligatorio per legge per completare definitivamente il Prg e per avviare l’elaborazione del Piano urbano del Traffico dove le previsioni di dettaglio possono trovare soluzione.
Occorre progettare le infrastrutture di trasporto (su gomma, su ferro e su mare) in modo coerente con le previsioni regionali e il Pums e il Prg sono gli strumenti imprescindibili perché queste scelte siano perseguibili. Va da se che assume carattere primario l’impegno alla realizzazione del collegamento autostradale e ferroviario con l’aeroporto di Comiso, sia per far vivere le infrastrutture del retro porto gelese, vitali per lo sviluppo dell’area gelese, sia per la stessa sopravvivenza dell’aeroporto più prossimo alla nostra città.
Queste e tante altre previsioni attendono impazienti di definire il nuovo Prg, è una questione di vita o di morte per Gela e per il suo territorio, si sta rischiando di perdere tempo prezioso nelle piccole cose, e addirittura si pensa ad azioni legali contro Enti sovraordinati, illudendosi di destinare così alla edificazione qualche fazzoletto di terra in più sparsa qua e là. E’ facile prevedere che queste scelte se confermate sarebbero devastanti per il futuro della nostra città e del nostro territorio. Rischiamo di essere distratti dai piccoli argomenti, mentre altri realizzano i grandi a nostra insaputa.
* Architetto, esperto in Pianificazione territoriale
ed ex assessore all’Urbanistica al Comune di Gela