Renato Mauro: io calunniato per 30 anni

Renato Mauro: io calunniato per 30 anni

Non sempre sono i politici a caratterizzare la vita amministrativa di un Comune.

A volte a distinguersi sono i vertici dell'apparato burocratico specialmente se le figure apicali dimostrano di avere competenze, carattere, intraprendenza. Caratteristiche, queste, che possono essere messe al servizio del governo politico in carica ma che rischiano a volte di diventare motivo di scontro se non si rivelano in sintonia con sindaci ed assessori.

A Gela, uno dei tecnici più preparati e intraprendenti del Comune è stato senza ombra di dubbio l'ing. Renato Mauro (in foto), ex direttore generale, amato e temuto forse anche odiato ma unanimemente riconosciuto come funzionario preparato, grande conoscitore delle leggi e della macchina amministrativa.

All’ingegnere Mauro qualcuno ha contestato il suo "eccessivo" impegno da privato cittadino in tante iniziative proprie tra cui la nascita della "Banca di credito cooperativo del golfo di Gela" di cui era socio fondatore;

l'Eurobic per l'aiuto alle imprese verso l'accesso ai fondi europei, il comitato per l'aeroporto di Ponte Olivo; la fondazione e/o adesione a movimenti politici come "L'Italia di mezzo"; il sostegno alla sua famiglia nel controllo di Rsa compreso il tentativo di acquisizione dell'Ipab, casa di riposo per anziani, "Antonietta Aldisio". Iniziative, queste, che Mauro ha sempre dichiarato perfettamente lecite ma che hanno suscitato sospetti in certi settori della vita pubblica perchè considerate quantomeno eticamente inopportune per il delicato ruolo che lui svolgeva in municipio.

Qualcuno ipotizzava anche il conflitto di interessi. E così sono state tante le indagini avviate dalla magistratura ordinaria nei suoi confronti senza trovare prove nè arrivare mai a una condanna, anche se qualche procedimento è ancora in corso. E lui in silenzio è andato sempre avanti per la sua strada. Ora che è in pensione ha ritenuto che sia arrivato il tempo di passare al contrattacco. Lo fa con la pubblicazione di un suo libro che intitola: "L'imputato".

«Per 30 anni – dice – sono stato accusato di fatti e misfatti. Sono stato indicato come il pericolo n.1 di Gela. "La mia vita indagata e rivoltata come un calzino senza che trovassero mai nulla di illecito.

Mi sono chiesto perchè mai tanto accanimento nei miei confronti – rivela perplesso, Mauro –. Cambiavano i magistrati, cambiavano i vertici investigativi delle forze dell'ordine ma le inchieste contro di me non si fermavano».

«Alla fine del 2010 scopro i motivi di tanto rancore. "Carte alla mano, accerto che la prefettura di Caltanissetta, per venire incontro all'ex sindaco Franco Gallo e all'ex presidente dell'Eni, Guglielmo Moscato, (entrambi nel frattempo deceduti – ndr) aveva scritto una lettera su di me, il cui contenuto top-secret è tuttora riservato». 

«Dovete sapere – ci confida – che mi sono battuto contro la mono-committenza industriale dell'Eni ma anche contro la chiusura della raffineria senza contropartita per il territorio. Ho sempre sollecitato una diversa logistica con molo porta container che vedesse Gela in posizione di baricentro nel Mediterraneo e fonte di approvvigionamento di gas (GNL). Progetti allora non graditi all'Eni e a certi suoi vassalli».

Quella lettera del prefetto sarebbe la madre di ogni disgrazia giudiziaria dell'ing. Mauro.

«Mi avrebbero dovuto togliere la banca, togliere la presidenza, avviare i procedimenti – rivela con sdegno Mauro –. In 30 anni però non ci sono riusciti perchè – sottolinea l'ex dirigente comunale – c'è, è vero, una sequela di accuse ma c'è anche un lungo elenco di assoluzioni conseguenti».

– A che serve parlare ai morti? 

«Qualcuno di questi miei accusatori è morto ma molti sono in vita e devono sapere che questa onda di fare le cose illecite non mi è mai appartenuta mentre loro sono rimasti sempre dietro l'angolo pronti a colpirmi perchè c'è stata una disposizione mai revocata. Ho le prove, parlo con sentenze in mano».

– Sospetta un complotto? Chi lo avrebbe ordito contro di lei?

«Lo dirò nel mio libro che uscirà prima dell'estate».

– Come lo ha intitolato?

«Il titolo è “L'Imputato”. Un imputato che da accusato si trasforma in accusatore contro Moscato (Eni), i sindaci Gallo, Crocetta, Fasulo e altri. La mia pubblicazione tende a sfidare i poteri costituiti dello Stato».

– Perchè l'avrebbero fatto: ha toccato interessi particolari?

«Assolutamente sì! Interessi che vanno da 50 miliardi a mille miliardi di vecchie lire. E se considerate che i mafiosi uccidevano per 5 mila lire – dice pensieroso e preoccupato –  immaginate che rischio ho corso io toccando gli interessi di una organizzazione segreta che si nascondeva nelle istituzioni. Con il libro e le carte riservate che pubblicherò spero che venga fuori la verità».