Carissimo Direttore,
l'articolo che hai pubblicato di recente sul futuro di Gela ha attirato la mia attenzione e mi ha indotto ad una riflessione sul tema. Prima, però, desidero darti atto del merito che ti attribuisco per una piccola soddisfazione di carattere personale.
Da poco la mia famiglia si era trasferita a Gela da Ragusa, dove si pubblicava il settimanale Ragusa sera: l'unico momento della mia vita in cui io mi sia sentito orgoglioso di essere gelese è accaduto quando tu hai iniziato la pubblicazione del "Corriere di Gela". Per me, poco più che adolescente, vedere che a Gela si pubblicava un periodico come a Ragusa, che era ed è un capoluogo di provincia, mi inorgoglì. Poi, il buio più assoluto...
Chiusa la premessa, ritengo che, per intuire quale futuro si prospetti per Gela, sia utile uno sguardo verso il passato, alla fine degli anni Cinquanta, inizi degli anni Sessanta, quelli della costruzione dello stabilimento petrolchimico.
Oltre ad avere toccato con mano lo scempio che fu fatto della zona dove lo stabilimento fu realizzato, ricchissima di verde, toccai con mano anche il tipo di assunzioni che venivano effettuate dall'Eni, perché lavoravo come precario presso l'Ufficio del Lavoro: venivano assunte persone provenienti da ogni parte della Sicilia e, via via che si richiedeva una specializzazione sempre più alta, anche da altre regioni d'Italia. I gelesi, nel diretto e nell'indotto, furono impiegati nei lavori più modesti, dato l'insufficiente livello culturale o professionale.
Non entro nel merito di quali canali furono seguiti per individuare le persone da assumere. Oggi, nel 2018, i nostri amministratori ed i nostri concittadini hanno fatto tesoro di quell'esperienza negativa? Non ho la pretesa di avventurarmi in una disamina generale della situazione sociologica della Città, ma la voglio proporre da un punto di vista particolare: l'abbandono scolastico, un problema che taglia le gambe a qualunque prospettiva di sviluppo e di benessere futuro ma che non riscuote l'interesse necessario da parte dell' Amministrazione comunale.
Con dati ufficiali alla mano, quindi, dati che "addolciscono la pillola", la dispersione scolastica nella scuola primaria in Sicilia è dello 0, 44 %: a Gela, è dell' 1, 20 %; nella scuola secondaria di 1° grado, la dispersione in Sicilia è del 5, 49 % e a Gela è del 7,00 %. Nella scuola secondaria di 2° grado, la dispersione in Sicilia è del 14, 6 % e a Gela è del 19, 00 %.
Sommando questi dati si ottiene che su cento ragazzi che a Gela iniziano il loro percorso di studi, il 27,20 % non consegue il diploma di scuola secondaria superiore: in una società futura ipertecnologica, quale quella che si va strutturando a livello nazionale e internazionale, quale prospettiva occupazionale si prefigura per questi giovani?
La relazione della Commissione ministeriale sulla dispersione scolastica definisce "allarmante" la situazione di due centri della Sicilia, Gela e Riesi. Non per mettere il dito nella piaga, ma io mi sono interessato più volte, per le mie ricerche, della situazione della nostra Biblioteca ed ho fatto un confronto con quanto avviene nei centri viciniori in merito alle singole dotazioni librarie. A Gela, per 76.723 abitanti, ci sono 28.450 volumi: lo 0,37 per abitante.
A Vittoria, per 63.712 abitanti, vi sono 30.000 volumi, lo 0,47 per abitante. A Piazza Armerina, per 22.196 abitanti, ci sono 37.000 volumi, cioè l' 1,66 per abitante. A Licata, per 38.000 abitanti, ci sono 33.442 volumi, cioè lo 0, 88 per abitante. A Caltagirone, per 38.572 abitanti, ci sono 115.000 tra volumi e documenti.
Che dire? Non voglio certo pretendere che il numero dei volumi disponibili per abitante sia esaustivo della complessità della situazione sociale di una città, ma è certo un dato significativo dell'attenzione che una amministrazione rivolge all'esigenza di offrire le più ampie opportunità possibili per la crescita culturale ed economica di una popolazione.
Sulla base di questi dati, è possibile prevedere che il futuro della nostra Città sarà un futuro di subordinazione economica ad interessi che verranno, nella migliore delle ipotesi, dall'esterno e sarà anche un futuro impegnato allo spasimo da fenomeni di criminalità giovanile, mafiosa e devianze varie.
Aldo Scibona