Gela è una città noiosa? Angelina, il Califfo e noi...

Gela è una città noiosa? Angelina, il Califfo e noi...

Vivere a Gela? Non ci si annoia, a quanto pare: perché? Una ipotesi insolente è la seguente, siccome le cose che non vanno sono tante,  non manca perciò materia per lamentarsi dalla mattina alla sera.

A stabilirlo non è un sondaggio, né una ricerca di eruditi, ma una percezione che può essere colta al bar o tra amici durante una passeggiata rilassante. I margini di errore sono tanti, porsi il problema riserva qualche spunto interessante. Di sicuro, scaccia… la noia. Che è diventata protagonista – come categoria dello spirito – nel mondo delle canzonette, dopo la vittoria di Angelina Mango con il suo motivetto, dedicato appunto alla noia. Motivetto che ha un precedente illustre: Franco Califano, “Si, d'accordo l'incontro/ Un'emozione che ti scoppia dentro/ L'invito a cena dove c'è atmosfera/ La barba fatta con maggiore cura./ La macchina a lavare ed era ora/ Hai voglia di far centro quella sera. /Si d'accordo ma poi...”.

Le canzoni riflettono gli umori prevalenti legati alle contingenze, le sfide emozionali, e la noia dovrebbe perdere appeal teoricamente, ma non è così. Accade invece il contrario, quasi che di essa si sentisse la necessità per fare una pausa nella rutilante quotidianità.  Inoltre, la musica riflette lo spirito della gente comune impegnata nelle sfide contemporanee.

Se si canta della noia, vuol dire forse che si cerca un significato  per spiegare ciò che si fa e come si vive, e si pretende qualcosa di più, magari la soddisfazione in un mondo che offre molte opportunità cui aspirare. Richiamarla nelle espressioni artistiche può essere un modo, magari non pienamente consapevole, per esplorare le sfide e le complessità della vita contemporanea. 

Quando si fa sentire la noia e perché? chi vive nell'ozio la sente più che gli altri? E chi vive nell'agiatezza, ancora di più? Nei luoghi in cui tutto funziona, o quasi, la noia è sempre in agguato, diventa mal di vivere, talvolta qualcosa di più serio. La virtù è noiosa, la trasgressione piacevole? Se la noia non abita a Gela, alcune domande dobbiamo farcele.

Con una premessa: ci sono individui noiosi ed una tendenza all’inerzia, ma non c’è una comunità noiosa, semmai una comunità frustrata da esperienze negative. L’epilogo dell’avventura industriale lo è senz’altro. Tuttavia, l’epopea del petrolchimico, comunque la si giudichi, ha suscitato sentimenti forti, che lasciano ai margini la noia. C’è rammarico, rimpianto, rabbia, dispiacere. Una comunità può conoscere la depressione, come una creatura umana? Non è da escludere. 

La noia può sorgere quando una comunità si trova in situazioni che non stimolano la creatività, la volontà di cambiamento, e ci si appiattisce nella routine. Non ci pare che Gela si trovi in questa condizione prevalente.

L’inerzia o l’ozio che la provoca può anche essere legata a fattori psicologici, come la mancanza di autostima, la paura del fallimento o una mancanza generale di scopo nella vita. Una riflessione sul numero dei casi di suicidio o tentato suicidio, potrebbe aiutarci ad alzare lo sguardo verso una problematica irrisolta, legata a fattori psicologici individuali, nati in un contesto di incertezza. 

Laddove tutto funziona bene e non ci sono sfide significative, la noia può insinuarsi, trasformandosi in una sorta di mal di vivere. La mancanza di obiettivi stimolanti o di esperienze che offrano un senso di significato può contribuire a un'esperienza noiosa della vita. L'abbondanza di scelte e la facilità di accesso a molte esperienze possono però portare a una sorta di stanchezza o disinteresse, contribuendo alla sensazione di noia.

Gela non è una piccola città, ma nemmeno una metropoli. Grandi città con una vasta gamma di opportunità possono essere percepite come noiose, mentre altre proposte in piccoli centri urbani apparire un luogo ideale per vivere.

Un esempio estremo: Gela ha più abitanti di Siena, ma non è Siena, provvista di grande carisma e di una storia ricca e ben promossa. Siena  ha una storia bancaria  importante, che la lascia al centro di interessi variegati. Ha il palio, annuale che suscita curiosità e interesse anche fuori dai confini nazionali. Basta poco per uscire dal tunnel della routine. 

Nelle piccole città, specie nei borghi, le persone apprezzano la tranquillità, la sicurezza e la vicinanza alla natura, virtù che non sono affatto noiose. Tanta gente non pretende altro. La noia spesso dipende dalle aspettative e dalle preferenze personali. Chi ama un ritmo di vita più tranquillo apprezza le piccole città, mentre chi cerca stimoli costanti e una vasta gamma di opzioni potrebbe trovarle noiose. 

La verità è che la noia può manifestarsi ovunque, indipendentemente dalle dimensioni della città. In sintesi, la noia è una questione soggettiva e dipende dalle preferenze individuali. Alcune persone amano lo stile di vita rurale o di piccola città, mentre altre preferiscono l'energia e le possibilità di una città più grande.

Ci sono antidoti alla noia, antidoti che possono rompere la monotonia e a riportare un senso di interesse e soddisfazione nella vita quotidiana. Una forte identità culturale, qualcosa che assomiglia al patriottismo ma non al tifo della squadra di calcio, può lasciare ai margini la noia, a meno che ad essa non aspiri per abbandonarsi all’inerzia e fermare un ritmo di vita frenetico.

Gli antidoti? Sperimentare attività o hobby che non si è mai provato prima, un nuovo sport, un'arte, un mestiere o una forma d'arte. Modificare la routine quotidiana introducendo variazioni, trascorrere del tempo con amici, familiari o nuove persone. Avere obiettivi chiari e realistici può dare uno scopo alla tua vita. Evitare le persone noiose. 

E come si fa ad evitarle? Quando una persona è noiosa? Quando la noia diventa un virus e chi lo contagia? La mancanza di entusiasmo, la monotonia nelle conversazioni, la resistenza al cambiamento o la mancanza di interesse verso ciò che accade intorno a noi. Se una persona trasmette una mancanza di entusiasmo o coinvolgimento in ciò che gli accade attorno, accade che ci sia faccia influenzare da questo atteggiamento e si percepisca la situazione come noiosa. 

Una sorta di circolo vizioso. 

In questo modo, tuttavia, è possibile prevenire la diffusione della "noia" nelle interazioni sociali.

Per mantenere un ambiente sociale stimolante e interessante, sappiamo di esprimere una banalità, è importante che le persone si impegnino attivamente nelle interazioni, cercando di essere aperte, coinvolgenti e interessate a ciò che gli altri hanno da dire o fare.

Fra gli stereotipi più abusati, a proposito di gente noiosa, il più frequentato riguarda gli intellettuali: sarebbero loro a svilupparla, perché pontificano, prevaricando, e fanno sentire a disagio. E’ un dato di fatto, ma gli intellettuali hanno i mezzi – competenze, conoscenze – per risultare coinvolgenti; dipende dall'approccio e dalle abilità comunicative, dalla intelligenza relazionale.

Gli intellettuali tendono ad avere un interesse più profondo per argomenti complessi o astratti, e questo potrebbe far sì che alcune persone li considerino noiosi quando non si riesce a condividere concetti, interessi, stimoli. Se sono in grado di comunicare in modo efficace e coinvolgente sulle loro aree di interesse, trasmettendo passione e stimolando la curiosità negli altri grazie all'abilità di comunicare e di stabilire connessioni significative, allora tutto cambia, si stabilisce una relazione che scaccia la noia ovunque essa si sia installata.

Un intellettuale che sa adattare il suo linguaggio e le sue idee a coloro cui si accompagna o al pubblico che lo ascolta, può essere estremamente coinvolgente e stimolante. In definitiva, l'idea che gli intellettuali siano noiosi è un pregiudizio che non tiene conto della diversità individuale. 

Tornando alla comunità, che cosa servirebbe a Gela? Incentivare i luoghi di incontri e promuovere la socialità richiede un approccio diversificato e coinvolgente.

Le istituzioni pubbliche giocano un ruolo chiave nel creare spazi pubblici accoglienti (parchi, piazze, giardini pubblici e aree ricreative che favoriscano le interazioni sociali, centri di incontro informali per la comunità), promuovere eventi regolari, come festival, mercati, concerti o manifestazioni sportive, incoraggiare la partecipazione della comunità attraverso consulenze pubbliche, gruppi di lavoro e altri mezzi, dando alle persone la possibilità di influenzare le decisioni che riguardano la loro area;  incentivare progetti culturali, mostre d'arte, teatri o performance può creare occasioni per le persone di condividere esperienze e interessi.

Alle istituzioni pubbliche, in collaborazione con la comunità, spetta il compito di creare un ambiente che favorisca la socialità e l'inclusione, promuovendo l'interazione tra le persone e il senso di appartenenza. Ma aspettare che gli impulsi arrivino dall’alto non è l’atteggiamento giusto per cambiare le cose: La partecipazione è un regalo che facciamo a noi stessi, quando essa contribuisce a farci sentire meglio nei luoghi in cui viviamo. 

Fermiamoci un momento, il ragionamento rischia di essere… noioso. La noia costituisce un problema così impegnativo, merita di essere affrontato come problema a Gela? 

C’è il rischio di diventare noiosi girando attorno al problema della noia. Immaginiamola piuttosto, la noia intendiamo, come l’esercizio di un maestro di yoga, con la sua promessa di trasformare l’episodio più banale in una stasi spirituale. Dove lo troviamo un maestro eccentrico che cerca di insegnarci l'arte di apprezzare i momenti tranquilli? Magari, mentre aspettiamo che qualcosa di interessante accada e ci alleniamo nello "yoga della noia", possiamo imparare a disporre una posizione del lato mentale. Ne vale la pena.

Quando la noia colpisce, sembra che il tempo si fermi. È come se il mondo intero avesse scelto di premere il pulsante di pausa per tutti, senza eccezioni. La noia è come un cuoco che ha perso la sua ricetta segreta per la salsa della vita, rendendo ogni giorno un pasto insipido. È come se il "ciao" della noia al mondo che ci sta attorno fosse accompagnato da un battito monotono di tamburi, che annuncia l'arrivo del suo regno grigio.

Averne paura, però, è…temerario: forse, la noia è solo un punto e virgola nella sinfonia della vita, una pausa durante la quale prendere fiato prima di immergersi nuovamente nella melodia avvincente dell'esistenza. La pausa fa parte del gioco dell’esistenza, grazie alla quale la vita riemerge quando ciò che ci circonda sembra avere perso il colore.

In definitiva, la noia sta dentro di noi in agguato, perché siamo come siamo. Talvolta, noiosi: vorremmo che tutti si occupassero dei fatti nostri ed insieme intolleranti verso quelli che si occupano degli affari nostri. Assomigliamo alla noia, che ci fa indossare un abito che non ci appartiene.