Nella giungla della cartellonistica pubblicitaria

Nella giungla della cartellonistica pubblicitaria

La distribuzione selvaggia della cartellonistica pubblicitaria in città accosta Gela a una delle pellicole più filosofiche di fine secolo scorso.

In Truman Show l’uomo diventa schiavo di bisogni indotti dall’esterno ove i messaggi pubblicitari fuoriescono dalle loro insegne e si materializzano con prepotenza davanti ai suoi occhi. L’ignaro consumatore si muove, pertanto, come una marionetta in un luogo creato a tavolino per illuderlo e ingannarlo.
Ancora una volta l’etica si rispecchia nell’estetica visto che una pubblicità siffatta per le strade cittadine compromette sopra ogni cosa il decoro pubblico.
Eppure vige un regolamento comunale risalente al 2014 che dovrebbe disciplinare al meglio la materia.


“Il regolamento ad oggi in vigore è monco in quanto non disciplina la pubblicità ambulante permettendo agli abusivi di crescere a dismisura. E’ infatti già in cantiere un nuovo regolamento che arriverà presto in consiglio comunale che ha lo scopo di fare chiarezza su diversi aspetti”, dichiara il dirigente Suap del Comune di Gela, architetto Antonino Collura (nella foto in alto a destra).


Ed in effetti il regolamento vigente stabilisce che la pubblicità effettuata all’interno e all’esterno dei veicoli e/o rimorchi non è soggetta ad autorizzazione edilizia in quanto è fatto divieto agli stessi di stazionare incustoditi su aree pubbliche o anche private quando sono facilmente visibili da luoghi pubblici. Qualora tale prescrizione non venga rispettata il veicolo/rimorchio sarà considerato alla stregua di un impianto pubblicitario abusivo. I trasgressori saranno soggetti a sanzioni amministrative e gli verrà ordinato di rimuovere l’abuso.


«E’ ciò che succede ogni giorno a Gela. Ai nostri uffici – continua il dirigente Collura – risulta una sola autorizzazione a favore di un’unica ditta per quattro installazioni mobili in viale Enrico Mattei. Tutti gli altri impianti movibili che stazionano irregolarmente in città sono abusivi e i trasgressori puntualmente multati».

Le sanzioni comminate sono giustificate da installazioni già originariamente abusive perché prive di autorizzazioni in quanto spesso in contrasto col codice della strada ovvero da impianti le cui autorizzazioni sono scadute o sono state revocate.

La revoca può avvenire per cattiva manutenzione delle strutture da parte dei concessionari su cui ricade l’onere di buono stato di conservazione per la durata triennale dell’assegnazione ovvero per assecondare ragioni superiori di sicurezza stradale e incolumità pubblica in generale.

In quest’ultimo caso, nessuna sanzione sarà ingiunta ed anzi il Comune provvederà a offrire all’interessato una nuova postazione sullo stesso tratto stradale ovvero il rimborso dei ratei per il periodo residuale e la rimozione degli impianti a sue spese.


«Solo negli ultimi tre anni sono stati elevati 368 verbali a carico di abusivi per un totale di 155.000 euro di sanzioni comminate. Le imprese che trasgrediscono sono circa una quindicina perché in questo settore operano ciclicamente sempre le stesse aziende che hanno in concessione gli spazi pubblicitari»,. E’ quanto ci ha detto il Comandante della Polizia municipale, Giuseppe Montana


Anche su questo fronte Gela dimostra di essere fanalino di coda: recenti ricerche di marketing dimostrano l’inefficacia della cartellonistica pubblicitaria per le mire espansionistiche di imprenditori e commercianti. I consumatori, infatti, bombardati da sollecitazioni invadenti, orientano selettivamente la loro attenzione verso le reclame di prodotti e servizi da cui si sentono già attratti in precedenza. Cade finalmente il mito alla base del capitalismo sfrenato, quello secondo cui è proprio la pubblicità a creare bisogni fino a quel momento inesistenti.