Peritore (Antiracket): «Nulla che non si possa sistemare»

Peritore (Antiracket): «Nulla che non si possa sistemare»

Per la prima volta, da 17 anni a questa parte, cioè da quando esiste, non c'è stata la presenza ufficiale dell'associazione antiracket gelese alla commemorazione di Gaetano Giordano, il commerciante di cui porta il nome, ucciso barbaramente dalla mafia.

Lo scandalo che ha travolto due dei suoi esponenti più in vista, tra cui il presidente Renzo Caponetti, , ha indotto i nuovi dirigenti a condividere le richieste della famiglia Giordano di ricordare in forma sobria l'eroico profumiere che denunciò il racket. E dunque tutti hanno fatto un passo indietro: niente fanfare, niente discorsi e partecipazione in forma privata, a titolo personale.

Sembrano lontani anni luce i tempi in cui l'associazione fece intervenire persino il capo della polizia a Gela. 

Oggi, purtroppo c'è un altro clima. Risultanze investigative inducono gli inquirenti ad accusare Caponetti di truffa e malversazione in danno dello Stato disponendo un sequestro preventivo da 396 mila euro poi quasi interamente restituito, essendo venuti meno certi capi d'accusa.

Alla luce di questi fatti, il prefetto di Caltanissetta, Chiara Armenia, ha disposto "la sospensione in via cautelare dell'iscrizione Fai Antiracket "Gaetano Giordano" con sede in Gela, nell'apposito elenco delle associazioni e fondazioni antiracket e antiusura" della prefettura nissena.

Altri due soci, a causa di piccoli precedenti, non risulterebbero avere i requisiti per appartenere a una associazione antiracket e quindi sarebbero da espellere. 

Abbiamo chiesto al nuovo presidente Alfonso Peritore (nella foto), che cosa sta succedendo all'antiracket di Gela

«Nulla che non si possa sistemare» – risponde con fermezza Peritore, eletto dal direttivo 50 giorni fa al posto del dimissionario Domenico Lorefice, vice di Caponetti.

«Lavoriamo intensamente alla media di una seduta di direttivo ogni due giorni. Abbiamo fatto tutto quello che era necessario per ripristinare il possesso dei requisiti di legge richiesti alle associazioni antiracket, cioè abbiamo ratificato la cancellazione dal registro dei soci di quelle persone non in regola e che si sono dimesse sia dagli incarichi sociali che dall'associazione. Attendiamo ora la riammissione dell'associazione negli elenchi da parte della prefettura».

– Allora niente fuga di iscritti?

"No. Assolutamente no. Siamo 200 soci sempre molto determinati. Certo, ci troviamo in una sorta di ... limbo, dato che anche il Fai (Fondo antiracket e antiusura italiano) ci ha sospesi. E Gela era sede regionale, con decine di processi incardinati, che comunque continuiamo a seguire.

– Restano incerte le sorti di tante pratiche in corso...

«Esatto. Almeno 15 richieste di contributi dello Stato risultano sospese. Centinaia di migliaia di euro. E questo non è una bella cosa.  Ci hanno sospeso persino il Pon Sicurezza di quasi 240 mila euro. Non lo sappiamo».

E intanto attentati incendiari, intimidazioni e danneggiamenti continuano a turbare la città. Gli operatori economici hanno paura. Girano anche leggende metropolitane come quella di qualcuno che avrebbe visto esponenti della malavita gelese brindare all'indagine su Caponetti e alla sospensione dell'antiracket dalla propria attività.