Trapelano le prime indiscrezioni sulla bozza del “DL Aiuti quater”.
Sarebbero 13 gli articoli che vanno dallo sblocca trivelle, ad esempio, all’innalzamento del tetto relativo all’uso del contante che passa dai 1000 euro attuali a 5000 euro.
Tra gli operatori che attendono questo decreto governativo, c’è sicuramente Eni, ovviamente interessata alla norma sblocca-trivelle. Vale a dire a quelle le misure per l'incremento della produzione di gas naturale “onshore” (terraferma) e “offshore” (mare), con l’aggiunta del rilascio di nuove concessioni a mare, tra le 9 e le 12 miglia, derogando al decreto legislativo del 2006 per fronteggiare la situazione di emergenza.
Ospite nel forum dell’Ansa, l’ad Eni Claudio Descalzi (nella foto) ha dichiarato che nei prossimi due anni e mezzo, al massimo tre, l’Italia potrebbe arrivare a quei 5 o 6 milioni di produzione interna di gas, che significherebbe raggiungere il volume di gas che attualmente importiamo dalla Russia.
Descalzi ha chiarito che la crisi bellica in Ucraina e le sanzioni russe, hanno esacerbato un problema che esisteva già nel 2021, con una richiesta ancora molto sostenuta di gas.
E' un qualcosa che si innesta nel breve periodo, ma che non mette in discussione gli obiettivi di medio e lungo periodo, quali la decarbonizzazione e le zero emissioni entro il 2050, per il quale è essenziale ricorrere alla neutralità tecnologica, cioè il ricorso a tutte le tecnologie disponibili per generare prodotti puliti nel campo della mobilità e dell'energia, mentre le rinnovabili hanno dimostrato di essere una valida alternativa nel campo dell’elettrico, dove il carbone però è ancora la risposta che soddisfa il 30% di domanda, mentre petrolio, fossili e gas rispondono ancor al 50% in ambito energetico e della mobilità.
L'attenzione nel breve, ha aggiunto Descalzi, deve comunque rimanere alta, specie nell'immediato. Il clima ci sta dando ancora una mano. Avremo gas russo ancora fino a gennaio, poi dovremmo fare da soli e nel 2023 per riempire gli stoccaggi, saranno essenziali infrastrutture a cui si deve già pensare da adesso, come impianti di gassificazione che intercettano il traporto su navi di gas, che altrimenti andranno altrove e ci troveremo in deficit (di stoccaggio) con la domanda che si impennerà a fronte di un’offerta che rimarrà bassa.
L’amministratore delegato della “major” energetica portabandiera ha altresì confermato l’entrata in esercizio dei nuovi pozzi nelle concessioni “Argo” e “Cassiopea” entro la metà del 2024 e per quel periodo il cronoprogramma prevede che l’impianto di trattamento a terra (nello stabilimento) del gas entri a regime. In proposito il comune ed in particolare l’assessorato allo sviluppo economico ha ricevuto una nota di Enimed, indirizzata anche alla Riserva del Biviere.
L’oggetto della missiva concerne le prescrizioni contenute nei provvedimenti autorizzativi rilasciati dal Comune, più o meno suggeriti nella veste di un parere espresso da Emilio Giudice, responsabile della Lipu che gestisce la Riserva e che nel frattempo è stato chiamato in causa dal Mite per il rinnovo del parere sull’autorizzazione delle concessioni marine, sopra citate, “Argo” e “Cassiopea”.
Eni dunque si muove e lo fa su più fronti. Sottoscritto un accordo con Leonardo, leader globale nei settori dell’Aerospazio, della Difesa e della Sicurezza che, secondo quanto si legge nel sito del cane a sei zampe, in particolare «prevede la sperimentazione e utilizzo di biocarburanti sostenibili per l’aviazione e programmi di ricerca congiunti con specifico focus su e-fuels e idrogeno.
La collaborazione consisterà anche nella condivisione di “best practice” tecnologiche in materia He (Health safety and environment) e di cyber-security».
Per Giuseppe Ricci, Direttore generale “Energy evolution” di Eni «collaborando insieme potremo individuare progetti che guardano al futuro e che ci auguriamo potranno portare a nuove opportunità di business da sviluppare congiuntamente nel campo della sostenibilità ambientale e dell’economia circolare. Con soluzioni che vogliamo mettere a disposizione e a fattor comune per accompagnare questo processo di trasformazione in chiave di sostenibilità ambientale, sociale ed economica».
Dal canto suo, Franco Ongaro, Chief technology and Innovation officer di Leonardo, ha aggiunto che «la collaborazione nella ricerca di soluzioni tecnologiche su tematiche di sostenibilità tra due realtà industriali di primo piano a livello internazionale rappresenta un traguardo importante per affrontare le sfide future.
Lo studio e la sperimentazione di carburanti sostenibili, ad esempio, uno degli ambiti dell’attività congiunta, avrà nei prossimi anni un impatto decisivo sull’intero settore aeronautico, a beneficio non solo delle singole imprese ma dell’intero sistema Paese».