Lo scorso mercoledì, 14 settembre 2022, presso gli uffici del Comando provinciale di Caltanissetta, il Procuratore generale della Repubblica f.f. presso la Corte d’appello di Caltanissetta, dott. Antonino Patti ed il Comandante regionale “Sicilia” della Guardia di finanza, Generale di divisione Riccardo Rapanotti, hanno siglato un “memorandum operativo” fra le due istituzioni in materia di aggressione dei patrimoni di origine illecita.
L’intesa in argomento, vede intensificati gli ambiti di cooperazione finalizzati a ridurre il rischio che a seguito di una sentenza di condanna, eventuali provvedimenti di confisca, ancorché disposti, possano risultare non eseguiti o solo parzialmente eseguiti a causa di fenomeni di dissipazione dei beni di provenienza illecita.
In tale direzione, Pg e Gdf hanno delineato una comune iniziativa progettuale in un memorandum che in rassegna prevede, tra le principali novità operative, l’istituzione di un tavolo tecnico di confronto, composto da magistrati della Procura generale della Repubblica presso la Corte d’appello di Caltanissetta e da ufficiali del Comando provinciale della Guardia di finanza di Caltanissetta ed Enna, nell’ambito del quale saranno verificati i casi di applicabilità, in sede esecutiva, dei provvedimenti definitivi di confisca, verranno valutate le più efficaci modalità di effettuazione degli accertamenti patrimoniali e si procederà a mirate analisi volte a individuare eventuali casi in cui dagli accertamenti patrimoniali potrebbero originarsi nuovi piani di indagine.
Parteciperanno ai tavoli tecnici trimestrali, il Procuratore generale e alcuni sostituti procuratori generali addetti ai settori delle esecuzioni penali della Procura generale della Repubblica di Caltanissetta, unitamente al Comandante e agli Ufficiali dei Nuclei di polizia economico-finanziaria di Caltanissetta ed Enna.
L’obiettivo è svolgere mirati accertamenti patrimoniali volti a ricostruire la posizione patrimoniale di soggetti interessati da sentenze di condanna passate in giudicato o, comunque, da provvedimenti emessi dal giudice dell’esecuzione, così da assicurare all’erario, tutte le disponibilità finanziarie, i beni mobili e immobili – di proprietà o comunque riconducibili a soggetti condannati in via definitiva – che potranno così essere oggetto di confisca.
L’importante iniziativa cui hanno altresì partecipato il Procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Caltanissetta, dott. Santi Roberto Condorelli, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Enna, dott. Massimo Palmeri, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Gela, dott. Fernando Asaro, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Caltanissetta, dott. Rocco Cosentino, nonché tutti gli Ufficiali della Guardia di finanza in servizio nel distretto di competenza della Corte d’appello, permette di consolidare il dispositivo di contrasto alla criminalità economica e organizzata, nella salvaguardia delle libertà economiche e di mercato a tutela dei cittadini e delle imprese oneste.
L’iniziativa segue l’operazione compiuta due giorni prima dalla Gdf di Caltanissetta che ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Gela, richiesta dalla Procura della Repubblica di Gela, nei confronti di un noto imprenditore gelese, dominus di due imprese operanti nel settore delle costruzioni edili e dell’installazione di impianti che, secondo l’accusa, attraverso un sofisticato meccanismo fraudolento avrebbe omesso rilevanti versamenti d’imposta per oltre 4,5 milioni di euro. Stesso provvedimento cautelare, ha riguardato il commercialista delle due imprese, a cui è stato imposto il divieto di esercitare attività di impresa e attività professionale in materia di consulenza fiscale per un anno.
Indagati nel procedimento penale altre otto persone, rappresentanti legali delle società oggetto d’indagine e consulenti fiscali che hanno contribuito fattivamente alla realizzazione del sistema, ritenuto dagli inquirenti, fraudolento, tanto da far configurare in capo agli stessi, in concorso, le ipotesi delittuose di indebita compensazione. Contestualmente è stato disposto il sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie, pari a complessivi €. 4,5 milioni circa.