Nel ricco panorama associazionistico locale, c’è una donna simbolo del volontariato, trentennale, dedito alla prevenzione e ricerca sul cancro: Graziella Condello.
Un impegno ufficialmente riconosciuto nel 2016, allorquando fu selezionata tra le quattro personalità rappresentative siciliane dell’Airc (Associazione italiana ricerca sul cancro) ricevute al Quirinale dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Esperienza ripetuta anche l’anno successivo. Ma la Condello, presente anche in Fidapa e Inner Wheel, è in prima linea nel sostegno alle donne in difficoltà e non solo. Di seguito le domande che abbiamo scelto di porle.
– Che ricordi ha di Gela nella sua giovinezza e cosa sognava di fare da adulta?
«Sono ricordi piacevolissimi, perché allora nella mia amata città ci si accontentava anche di poco, c’erano più contatti sociali, più valori, più umiltà, meno egoismo ed opportunismo. Gli amici erano i vicini di casa, ci si aiutava e ci si fidava reciprocamente e non c’era questa criminalità di oggi così diffusa e che ci costringe ad installare l’allarme a casa e rivendicare le telecamere in città. Fortunatamente, da adulta ho realizzato i miei sogni. Innanzitutto, una famiglia serena ed un compagno di vita che oltre all’amore, ha rispettato e valorizzato i miei progetti, non facendo mai mancare il suo sostegno, affiancandomi in tutte le iniziative nel volontariato. L’amore per i bambini mi ha portato a svolgere l’attività di insegnante dopo aver vinto due concorsi giovanissima ed in cui, nel voler trasmettere i valori ed i principi di lealtà, correttezza e rispetto degli altri, così come delle regole, ho profuso tutta la mia professionalità ed anche la mia esperienza di madre, essendo diventata mamma già a vent’anni».
– Perché la scelta di impegnarsi nel volontariato?
«Il mio impegno nel volontariato inizia nel 1990, dopo aver assistito ad un convegno Airc. D’istinto, ho sentito il bisogno di impegnarmi nel diffondere la prevenzione e sostenere la ricerca oncologica. Credo, pertanto, che dipenda dalla propria indole, dalla sensibilità e generosità nel mettersi al servizio degli altri. Fondo la delegazione Airc a Gela, su invito della Presidente, Donna Arabella Salvati (Florio) che mi nomina delegata e responsabile per la città di Gela. Coinvolgo un gruppo di amiche e da allora in perfetta armonia abbiamo lavorato con abnegazione ad iniziative e progetti di prevenzione e raccolta fondi a supporto della ricerca».
– L’alzalea della ricerca è tornata in piazza dopo la pandemia. Quali sono state le sensazioni ed il resoconto?
«Dopo due anni di forzata pausa abbiamo appena celebrato la giornata de “l’Azalea della ricerca” con la gioia e la consapevolezza di chi è tornato a riappropriarsi della propria vita sociale e relazionale. Una giornata splendida che ci ha dato grande soddisfazione con le Azalee terminate dopo poche ore e molte persone, purtroppo, deluse per non averle trovate. Ciò ci stimola ad aumentarne il numero per il prossimo anno e magari a creare un altro punto di incontro con la cittadinanza oltre la piazza».
– Quali, fra le tante iniziative dell’Airc locale, l’hanno resa orgogliosa del suo impegno civico?
«Sicuramente siamo orgogliose di essere state protagoniste sia per l’attivazione del reparto di oncologia sia per lo screening mammografico che oggi viene effettuato presso il nostro ospedale. Va ricordato, infatti, che è un progetto Airc, “Progetto Donna”, organizzato in quattro città italiane e fra queste anche Caltanissetta e provincia. A Gela lo screening venne avviato con l’unità mobile posizionata nello spazio esterno dell’ospedale e furono sottoposte a screening ben 1.100 donne. Il progetto venne ripetuto negli anni con successo in termini di partecipazione sempre maggiore fino alla sua attivazione all’interno dell’ospedale. Altresì, con altrettanto orgoglio, rivolgiamo le nostre attività di prevenzione soprattutto ai giovani, specie attraverso incontri nelle scuole con ricercatori e volontari Airc».
– Il “Rapporto Sentieri” ha denunciato una diffusa incidenza sopra la media regionale circa diverse patologie tumorali. Che idea si è fatta in proposito?
«Sono una volontaria e non un medico, quindi non ho la competenza per diagnosi, valutazioni di merito e giudizi in proposito. Promuoviamo la ricerca e la prevenzione nel territorio, attraverso una forma di volontariato puro. Le cause di queste incidenze devono essere attenzionate dalle autorità di governo, da comunità scientifiche e professionisti competenti, insomma da chi ha il dovere di studiare, analizzare e verificare, le varie cause di questi dati anomali».
– E la sua esperienza, attraverso la Fidapa, nel campo degli aiuti alle donne?
«La Fidapa è una federazione che ha lo scopo di promuovere, coordinare e sostenere le iniziative “al femminile”, ma anche di adoperarsi per contribuire a rimuovere ogni forma di discriminazione a sfavore delle donne tanto in famiglia quanto al lavoro. La Fidapa Gela ha sempre supportato iniziative e progetti che si sono posti questi obiettivi, collaborando con i vari assessori alle “pari opportunità”. Personalmente ho assunto la Presidenza nel biennio 2011/13 e fra i primi progetti organizzammo un convegno sulla violenza alle donne con l’allora Procuratore capo della Repubblica presso il Tribunale di Gela, dott.ssa Lucia Lotti, nonché l’incontro sul libro “Cosa ti manca per essere felice?” e lo spettacolo musicale “Me” con Simona Atzori».
– Come ha fatto a dividersi tra famiglia, lavoro ed impegno nel sociale?
«Con la tenacia e la voglia di fare. Non è difficile! Noi donne abbiamo la capacità di fare più cose contemporaneamente e di saperci organizzare in merito. C’è stato un periodo in cui alla famiglia, il lavoro e l’impegno nel sociale, si è accavallata la nomina politica a consulente del sindaco Rosario Crocetta alle “pari opportunità”. Ho aperto uno sportello per le donne in difficoltà e che subivano violenze in famiglia. Mi recavo allo sportello tre volte la settimana, utilizzando i due pomeriggi lavorativi comunali ed il mio giorno libero da insegnante. Sono riuscita sempre a conciliare tutto, persino hobby come il teatro, con partecipazioni a rappresentazioni amatoriali come “Il Gattopardo” e “I Miserabili” dirette da Stefano Rizzo. Dormivo solo un po’ meno».
– Che rapporto ha con la politica?
«Grazie alle iniziative ho interagito con le istituzioni politiche, ho seguito corsi di formazione politica organizzati dalla Fidapa e sono addirittura scesa in campo nella politica attiva fondando un movimento politico tutto al femminile, “Donne e Libertà”, con tanto di lista “rosa” alle elezioni amministrative, con l’obiettivo di portare la presenza di donne in giunta ed in consiglio comunale. Non nego che ho avuto delle delusioni che mi hanno suggerito di dimettermi da consulente alle pari opportunità prima della scadenza naturale dell’incarico. Credo nella politica, intesa come servizio libero e disinteressato, scevro da ogni forma di potere e lontano dagli interessi personali, anche indiretti».
– Conosce l’assessore comunale alle pari opportunità e come valuta l’operato dell’amministrazione in carica?
«Per le attività di volontariato ed i progetti svolti, ho trovato nei vari assessori, non solo alla “pari opportunità”, dei punti di riferimento con cui si collabora e si dialoga nell’interesse della città. Ciò vale per questa come per le precedenti amministrazioni. Debbo onestamente ammettere di aver riscontrato sempre atteggiamenti positivi e favorevoli verso la nostra fondazione».
Il «Chi è» di Graziella Condello
E’ nata a Gela il 6 gennaio1950. E’ sposata dal 1969 con Franco Città, attuale presidente del Rotary club di Gela. Mamma orgogliosa di 2 figli e tre nipoti.
Professione: Insegnante (maestra) in pensione.
Incarichi: Consigliere regionale Airc e delegata per Gela. Fa parte della Fidapa e socia Inner Wheel.
Hobby, passioni, interessi: teatro, musica, lettura, viaggi